Nel terzo anniversario dalla sua morte, al Palacultura, per la stagione dell'associazione "Bellini"
“Torneremo ancora” – Entusiasmante omaggio al grande Franco Battiato nel terzo anniversario della sua morte.
Sabato al Palacultura, per la stagione musicale dell’Associazione V. Bellini, è andato in scena un concerto dedicato alla musica di Franco Battiato, immenso cantautore siciliano, scomparso il 18 maggio del 2021.
Artefice della apprezzatissima performance il Coro Polifonico “Ouverture”, diretto, eseguendo anche i brani al pianoforte, dal suo fondatore, Giovanni Mirabile, autore anche degli arrangiamenti.
Il Coro Polifonico è stato supportato dal Quintetto d’archi – composto da Giuseppe Fabio Lisanti e Gabriella Anastasi al violino, Gianfranco Lisanti alla viola, Maurizio Salemi al violoncello e Carmine Daniele Lisanti al contrabbasso – e dal batterista Emanuele Primavera.
I brani di Battiato proposti, ben sedici, sono stati cantati da Giovanni Perdichizzi, accompagnato dalla cantante Giusita Di Pietro.
Ogni brano, infine, è stato preceduto dalle voci soliste di Gabriella Zecchetto e Antonio Previti, la prima commentando e spiegando i singoli brani, il secondo impersonando lo stesso Battiato, interpretandone i pensieri.
Il concerto è stato preceduto dai saluti del direttore artistico dell’Associazione V. Bellini, Antonio Ramires, che ha invitato sul palco il dott. Antonello Gallo in rappresentanza della Fineco, il quale, dopo i saluti di rito, ci ha riservato una lieta sorpresa, comunicando che in prima fila era seduto un ospite d’onore, il fratello di Battiato, Michele, che gli è stato vicino fino alla fine, accolto da un caloroso applauso del numerosissimo pubblico.
Lo spettacolo, intitolato “Torneremo ancora”, da uno degli ultimi brani del cantante siciliano, si è quindi caratterizzato ed ha colpito per la varietà straordinaria con la quale sono stati presentati ed arrangiati i brani eseguiti.
Infatti, quasi tutti sono stati cantati da Giovanni Perdichizzi, con quasi sempre il controcanto dell’ottima Giusita Di Pietro, accompagnati ora dal coro, ora dal quintetto d’archi e il pianoforte, ora da tutto l’organico, a volte cantati dal solo coro, come l’indimenticabile “Gli uccelli”, una sublime poesia in musica.
Interessante, ad es., l’accompagnamento di una delle sue canzoni più celebri: “La cura”, reso magistralmente dal coro. A proposito del significato di questo brano, gli attori recitanti hanno sottolineato come la canzone non sia dedicata necessariamente alla propria amata, ma può riferirsi ad una madre, una sorella, una zia, assumendo un valore di amore universale. Alcuni miei conoscenti, appassionati di Battiato, sostengono che il brano in realtà il cantautore lo dedicò alla propria anima, “speciale”, e anche questa è una interpretazione plausibile.
Gli artisti hanno interpretato alcune delle canzoni più famose di Battiato, come, a parte quelle già citate, “I treni di Tozeur”; “Stranizza d’amuri”, che parla del sentimento amoroso durante la guerra, “Povera patria”, tremenda e amara invettiva contro il potere politico, quanto mai attuale; “E ti vengo a cercare”, cantata, come ci ha ricordato la voce recitante Antonio Previti, al cospetto del Papa, ove Franco Battiato tradì una certa emozione, ma non a causa del Papa, non essendo molto sensibile nei confronti dell’Autorità, bensì a causa della moltitudine di giovani che assistevano al concerto e cantavano con lui.
Tutti i brani eseguiti evidenziano ancora una volta come Battiato abbia creato un modo nuovo, personale ed inconfondibile, di fare musica, con i testi ricchissimi di citazioni, di riferimenti orientali, mistici, di simbolismi, che abbracciano le più svariate e lontane culture, sviluppati in un contesto musicale moderno e classico ad un tempo (è nota la sua passione per la musica classica, di Handel in particolare).
Gli ultimi brani eseguiti sono stati quelli della sua prima produzione, che lo hanno reso famoso: “Bandiera bianca”; “Centro di gravità permanente”; “Voglio vederti danzare”; “L’era del cinghiale bianco” e “Cuccurucucù”, canzoni famosissime che, dietro l’apparente semplicità, celano concetti assai profondi.
Un plauso a tutti i protagonisti di questa splendida performance, che ha coinvolto il pubblico messinese, ed in particolare a Giovanni Mirabile, autore degli arrangiamenti, ma anche ottimo esecutore al pianoforte, ed a Giovanni Perdichizzi, sensibile interprete canoro, dotato di una voce “calda”, certamente adatta alle canzoni del compianto maestro.
Dopo il bis, di nuovo “Voglio vederti danzare”, questa volta accompagnato anche dal pubblico, in piedi, col battito a tempo delle mani, ma anche ballando, gli entusiastici e commossi applausi, agli esecutori, ma soprattutto al grande Franco Battiato.