La Cooperativa sociale eonecinque, denuncia che l’ apposito Avviso Pubblico dell’Ufficio Programmi Complessi del Comune è rimasto senza graduatoria e chiede l’intervento all’Autorità giudiziaria
Il pilone di Torre Faro è già illuminato. Non dalle luci tricolori che lo “vestiranno” a festa il prossimo 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica , ma dalle polemiche. Dopo quelle dell’ambientalista del WWF Anna Giordano (,preoccupata per le sorti degli uccelli migratori che sorvolano il cielo dello Stretto, nuovi segnali di dissenso – ma per ragioni profondamente diverse- arrivano dal presidente della Cooperativa sociale eonecinque. Chiofalo contesta il modus operandi dell’ammnistrazione comunale, sottolineando in un comunicato che per l’illuminazione del Pilone era stato pubblicato l’apposito Avviso Pubblico n.°81 del 27/08/ 2010 dell’Ufficio Programmi Complessi del Comune di Messina, al quale la Cooperativa sociale eonecinque aveva partecipato insieme ad altre società.
Secondo quanto denuncia Chiofalo, ad oggi, non è stata data «comunicazione alcuna in riferimento all’aggiudicazione in favore della nostra Società o di altre società».
«Nonostante le continue lettere di sollecito – scrive – non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione né dal Sindaco nè dal responsabile del Procedimento.E’ del tutto evidente – continua Chiofalo – che di fronte a quest’iniziativa unilaterale del Sindaco, che calpesta legittime aspirazioni di chi vuol fare qualcosa per la propria città ed era disposto ad investire economicamente piu’ di mezzo milione di euro, non ci resta da fare altro che richiedere l’intervento dell’Autorità Giudiziaria».
La proposta progettuale della cooperativa presieduta da Chifalo prevedeva – come lui stesso spiega – la realizzazione di un impianto mini-eolico per l’illuminazione a Led , con un sistema meno “impattante” dal punto di vista ambientale, che sfruttava anche la presenza minima di vento. L’offerta economica era pari a € 590.000,00.
Chiofalo precisa, inoltre, che la cooperativa sociale eonecinque è «una cooperativa sociale di tipo B, che ha il compito d’istituto di aiutare i propri soci “svantaggiati”» e sottolinea che l’idea progettuale presentata a palzzo Zanca aveva prodotto numerose aspettative, andate deluse ma quel che è peggio senza sapere il perché.