Torrente Zafferia: dopo l'incendio a San Filippo si è aggravato l'allarme idrogeologico

Torrente Zafferia: dopo l’incendio a San Filippo si è aggravato l’allarme idrogeologico

Marco Olivieri

Torrente Zafferia: dopo l’incendio a San Filippo si è aggravato l’allarme idrogeologico

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martedì 22 Ottobre 2024 - 07:00

L'avvenimento di agosto ha avuto conseguenze e reso ancora più urgente un intervento strutturale

MESSINA – Le immagini degli effetti del maltempo in Emilia-Romagna. E quelle dei disagi e pericoli in Sicilia. L’Italia tutta ha un enorme problema chiamato messa in sicurezza e non esistono più parole sufficienti per esprimere i pericoli a cui andiamo incontro di pioggia in pioggia. Ieri è stato un altro giorno difficile nel Messinese. E l’allarme dei cittadini per il torrente Zafferia,,“basta un po’ d’acqua e trascina tutto”, si deve collegare pure al disastro degli incendi di quest’estate. Mentre è stato chiuso al transito il sottopasso di Pistunina che conduce a Zafferia, invaso da detriti, vanno ricordate le fiamme del 3 agosto e l’effetto nell’aggravare il dissestro idrogeologico, come ci ha confermato un esperto.

Torniamo indietro. Nella zona a monte dell’area di Zafferia, il 3 agosto c’è stato un grosso incendio. Con l’incendio a San Filippo, il terreno, una volta che gli alberi sono stati bruciati dalle fiamme, non fa da barriera quando ci sono precipitazioni intense. E il materiale finisce sul torrente. L’esondazione del 20 agosto non è stata casuale. Ecco perché serve un intervento urgente e strutturale che deve vedere in campo più entii: l’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, la Regione e il Comune.

Quel fango a Zafferia e l’Italia tutta da riparare

In sostanza, in quella Messina sud (e non solo) così bisognosa di attenzioni, fango e materiale eroso terminano sul torrente. I cittadini che vivono nella zona sanno che, in caso di esondazione, devono pisizionarsi nei piani superiori delle abitazioni e aspettare che smetta di piovere. Ma non è vita questa. E basta una pioggia torrenziale per avere davvero paura.

L’Italia tutta, a parte le necessarie “buone pratiche” di protezione civile, ha bisogno di un’efficace “riparazione”. E i soldi si devono trovare.

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3 commenti

  1. C’era una volta…Mina…che cantava una canzone…. parole…parole…parole…

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  2. Scusatemi, ma è mai possibile che, chi di competenza non interviene prima dei disastri, si deve aspettare? lo sanno benissimo cosa succede quando piove, meno male che non si fa male nessuno, ci sono tombini otturato non vengono puliti ieri scendevo dalla via comunale a camaro le griglie di scolo che scaricano nel torrente costruite scendeva Un fiume, e poi ci lamentiamo. Belle le feste, ma fate anche le cose necessarie.

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  3. C’è l’ AMAM ed il Coc che vigilano. Siamo in una botte di ferro

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