Tutte le condanne al processo Totem sul nuovo clan di Giostra, gli affari di Tibia, il commercialista Gugliotta, ex vice presidente dell'Acr Messina
Sono 18 pesanti condanne e soltanto 4 assoluzioni quelle che il Tribunale di Messina ha deciso alla fine del processo Totem, l’inchiesta sugli affari del nuovo clan di Giostra.
Alla sbarra il pregiudicato Luigi Tibia, i “suoi” e il commercialista Pietro Gugliotta, curatore di alcune società in amministrazione controllata, accusato di essere stato troppo accondiscendente con le pretese dell’ex boss, che voleva continuare a gestire le proprie attività economiche ed acquisirne di ulteriori. Per Tibia la condanna è di 25 anni, 16 anni e 2 mesi per Gugliotta, ex vice presidente dell’Acr Messina.
TUTTE LE CONDANNE: 19 anni Paolo Aloisio, Calogero Smirigilia e Luciano De Leo; 18 anni Massimo Bruno, Teodoro Lisitano, Paolo Mercurio, Vincenzo Misa, Giuseppe Molonia; 3 anni e mezzo Maddalena Cuscinà; 16 anni per Santi De Leo, Francesco Forestiere, Carmelo Salvo; 16 anni e mezzo per Eduardo Morgante; 17 anni e mezzo per Antonio Musolino, 2 anni a Giacomo Russo, 18 anni e mezzo per Giuseppe Schepis. Assolti totalmente Pietro e Natale Squadrito, Natale Rigano (22/08/1981) e Natale Rigano (17/09/1981).
Impegnati nelle difese gli avvocati Alessandro Billè, Antonello Scordo, Piero Luccisano, Salvatore Silvestro, Domenico Andrè.
LA RETATA risale al 29 giugno 2016. Ventitrè gli arresti, tutti di nomi che giravano intorno a Tibia che malgrado i sequestri continuava a gestire alcune attività sequestrate e cercava di ingrandirsi acquisendo e controllando attività economiche, dai lidi balneari alle sale slot, facendo leva sul suo spessore criminale, ove necessario.
Le intercettazioni e la documentazione acquisita hanno portato gli investigatori a sospettare anche del commercialista Gugliotta. Per lui l’Accusa, alla fine del dibattimento, aveva sollecitato la condanna a 12 anni. Ma il verdetto dei giudici della II sezione penale (presidente Samperi) è ancora più pesante.