Una tabella fitta di impegni per Crocetta oggi a Messina: incontro con i sindaci, tappa al Palazzo di giustizia per denunciare l'ennesimo spreco al procuratore capo Lo Forte, quindi vertice con il Rettore, poi Palazzo Zanca per giunta e Consiglio comunale. Un anno dopo l'elezione del governatore della rivoluzione però lo scenario è cambiato. Non ci sono più applausi al suo arrivo, ma proteste e cartelli.
La rivoluzione siciliana ha tempi siciliani e quindi…arriva in ritardo. E’ ormai noto che il governatore ha litigato con l’orologio e i suoi ritardi sono una regola, ed anche a Messina non si è smentito, rasentando le due ore di attesa. E’ trascorso un anno dalla sua elezione ed il clima, al suo arrivo è totalmente cambiato rispetto alle aspettative ed alle speranze che aveva suscitato. Niente applausi, ma cartelli di protesta, cori e un lungo elenco di impegni disattesi. Sono lontani i tempi in cui l’allora neo governatore veniva accolto come il nuovo, come la rivoluzione del modello Sicilia. Già alle 10 del mattino, davanti Palazzo Zanca, si erano radunate le bandiere e i cartelli dei lavoratori delle Ipab, i precari della funzione pubblica, gli operatori della clinica Santa Rita, i licenziati della birra Triscele. Con gli strumenti, gli archi, gli spartiti,puntuali sono arrivati anche gli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele, che ieri avevano preso accordi per potere suonare alcuni brani all’arrivo di Crocetta: una protesta simbolica senza eccessi, ma che non si è potuta realizzare perché alla fine, hanno scoperto, mancavano le autorizzazioni.
“L'orchestra del Teatro Vittorio Emanuele– scrive Giampiero Cannata- ringrazia calorosamente il Sindaco per non aver permesso al nostro quartetto d'Archi, di suonare all'entrata del Comune durante l'arrivo del Presidente. Quello che volevamo esprimere, utilizzando le note del brano scritto dal Maestro Salisburghese dai tristi toni minori, voleva essere solo un'eco attraverso i nostri strumenti e senza alcuno striscione, esclusivamente, il disagio non solo di noi orchestrali, ma l'urlo di una intera città, che da troppo tempo soffre. La nostra, voleva essere solo una delle tante esibizioni artistiche e pacifiche. Peccato che il nostro Primo cittadino, che se oggi siede al Comune lo deve proprio al suo passato di uomo attivista che ha lottato in maniera pacifica, adesso, impedendoci di difendere pacificamente i nostri diritti, abbia dimostrato di avere dimenticato i suoi trascorsi, e di come abbia condotto le sue battaglie, sino ad arrivare alla poltrona che occupa, rinnegando il motivo per cui lo abbiamo votato e voluto Sindaco”.
Dentro il Comune gli striscioni di Casa Nostra, alcune famiglie con disagi abitativi, i consiglieri comunali e di quartiere in attesa di un incontro che, slittato di ora in ora, dalle 11.30 previste si è poi tenuto alle 19.30, otto ore dopo. A mezzogiorno, quando è apparso chiaro che la tappa di Palazzo Zanca sarebbe stata rinviata i gruppi di manifestanti si sono spostati a Palazzo dei Leoni, dove Crocetta era atteso da sindaci alle prese con una riforma delle Città metropolitane e di accorpamento dei piccoli Comuni che non hanno reso il Presidente particolarmente popolare.
Crocetta alla fine è arrivato e la prima persona che si è trovato davanti, appena sceso dall’auto, oltre una selva di microfoni e telecamere è stata Clara Crocè con una sfilza di proteste su precari, servizi sociali, Ipab. Tra una domanda dei cronisti e l’appello dei genitori di studenti disabili rimasti senza assistenza dopo i tagli alle Province il governatore riesce a guadagnare le scale di Palazzo dei Leoni, dove di gradino in gradino viene fermato da operai Triscele o edili. Puntualmente li ascolta e risponde a tutti, ricordando che non è la Regione la causa di tutti i mali e che anni ed anni di malapolitica ed assistenzialismo hanno fatto danni irreparabili. Nelle interviste immancabile il cenno alle inchieste sulla formazione “i lavoratori devono capire che il governo è dalla loro parte ma così non va,dobbiamo cambiare il sistema, basta con questi enti mangiasoldi”, alla fine del modello Sicilia “mai stato un vero idillio con i grillini. Vogliono sfiduciarmi insieme a Musumeci, ma non erano l’antipolitica?” ai rapporti col Pd “sono tesserato da anni, vogliono buttarmi fuori”, alla cosa che vorrebbe fare per Messina e non ha fatto “avrei voluto fare un campetto per i ragazzi a Camaro”. Ma ad ogni intervista viene interrotto da qualcuno che protesta. La fame, a Messina come altrove, ormai non ha più tempo per aspettare la politica. A Palazzo dei Leoni incontra il commissario Filippo Romano, che tra i vari problemi gli sottopone quello, gravissimo, del trasporto e assistenza agli studenti disabili, che non può più essere erogato dopo l’abolizione delle Province per problemi di budget e di competenze. E sarà questo il pensiero che Crocetta non riuscirà a scacciare dalla testa per tutto il pomeriggio, parlandone con l’assessore Lucia Borsellino e con l’Asp per trovare soldi e soluzione. La tabella di marcia messinese avrebbe avuto bisogno di una settimana,troppi problemi,troppe promesse accumulate e questioni rimaste irrisolte. Alle 14 appare chiaro che non potrà essere al Comune in tempo, anche perché deve ancora andare dal procuratore capo Guido Lo Forte per una nuova denuncia, scatta un nuovo rinvio. Il Comune, dove i consiglieri erano rimasti in paziente attesa, si svuota, lasciando semi-deserto il buffet allestito. Assessori e Presidente fanno una brevissima pausa da Solosofia, pesto rosso, pescespada, con Crocetta che continua a discutere con la Borsellino dell’assistenza ai disabili e con Bartolotta delle infrastrutture. Impeccabili nel programmare la tabella di marcia i coordinatori del Megafono Massimo Finocchiaro e Giuseppe La Face, che su ogni argomento hanno stilato un pro-memoria per il governatore, emergenza per emergenza, soluzione per soluzione. Primo pomeriggio tappa dal procuratore capo Lo Forte, è la seconda puntata dei terreni appartenenti alla Regione finiti in altre mani. C’è ancora tempo per il rettore Pietro Navarra, per parlare del progetto che riguarda la fibra ottica e del centro-agroalimentare. Con il Magnifico c’è poi da discutere di un tema che sta vedendo in prima fila il capogruppo all’Ars dei Dr Beppe Picciolo e cioè il secondo Palagiustizia alla Casa dello studente ed il polo per i giovani all’ex Margherita.
Alle 19.15, con sole otto ore di ritardo rispetto all’orario fissato (un po’ come le ferrovie…) Crocetta varca finalmente la soglia di Palazzo Zanca, dove il 31 dicembre del 2012 ha annunciato “il salvataggio dal default”e la rinascita del Teatro. Ad attenderlo l’intera giunta e il Consiglio comunale. Tra il Presidente della rivoluzione e il sindaco rivoluzionario c’è stato subito un caloroso abbraccio prima di sedersi intorno al tavolo predisposto sin dalle nove del mattino per la riunione congiunta. Servirà? Sarà l’ennesimo cronoprogramma o un passo avanti? Impegni solenni o fatti? Predisposizione d’intenti o atti concreti?
Un anno dopo l’elezione di Crocetta non ci sono applausi scroscianti ad ogni sua dichiarazione, come avveniva a novembre a Saponara, a dicembre ed a febbraio al Vittorio Emanuele o in piazza. Un anno è lunghissimo quando le emergenze si accumulano e i soldi nelle casse della Regione sono pochissimi. Un anno dopo il credito è finito e le differenze con i suoi predecessori si assottigliano sempre più. Certo, Lombardo e Cuffaro non venivano così spesso. Ma i fatti sono un’altra cosa.
Rosaria Brancato
E’ bello leggere che la visita istituzionale del Presidente della Regione, sia stata organizzata da due rappresentanti politici che non sono neanche del partito di Crocetta, che sono stati clamorosamente trombati alle elezioni e che non hanno avuto incarichi da Crocetta.
Crocetta la confusione regna sovrana, abbi rispetto delle Istituzioni, la prossima volta invece di farti organizzare la giornata da due trombati, falla organizzare all’apposito ufficio della Presidenza della Regione.
I consiglieri Comunali del Megafono e del PD che sono pupi di pezza? hanno messo la faccia, ma che c’entrano i due trombati.
Consigieri fatevi sentire e fate una lettera di protesta ufficiale, anche perchè se la hanno organizzata loro vuol dire che sono loro che non vi tengono in considerazione.
MA CHE VERGOGNA