Tra scuola, sicurezza sul lavoro e speranza, che inverno sarà a Messina

Tra scuola, sicurezza sul lavoro e speranza, che inverno sarà a Messina

Marco Olivieri

Tra scuola, sicurezza sul lavoro e speranza, che inverno sarà a Messina

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venerdì 07 Ottobre 2022 - 22:50

Tre parole chiavi della settimana

MESSINA – Che inverno si prospetta. Le parole della settimana ci aiutano a decifrarlo. Partiamo da tre parole con la lettera s.

Foto di Matteo Arrigo.

Scuola

Come Tempostretto, abbiamo raccontato l’anno di transizione della scuola. I tanti cantieri, una novantina imminenti, in vista della ristrutturazione delle scuole grazie ai fondi europei del Pnrr (Piano nazionale per la ripresa e resilienza). Senza gli affitti di 120 aule appartenenti alla Curia, oggi la situazione sarebbe insostenibile. Ma permane la condizione di precarietà che attanaglia chi si confronta con lo Stato nell’ambito dell’istruzione. E non solo. Dai servizi pubblici alle politiche sociali, vivere nel profondo sud significa non avere mai certezze.

Sicurezza sul lavoro

Si chiamava Gaspare Rallo, aveva 61 anni, faceva ancora l’operaio ed è rimasto schiacciato nei giorni scorsi dal cancello mentre lavorava nella zona industriale di Giammoro. L’ennesima morte sul lavoro.

Di sicuro, ci si è stancati di considerarla un’emergenza ma la mattanza continua. E, accanto a disoccupazione e lavoro nero, dovrebbe essere oggetto di ogni sforzo per invertire la rotta. Solo nel settembre 2022 otto aziende edili, nel Messinese, sono state sottoposte alla sospensione temporanea delle attività per gravi violazioni in materia di sicurezza del lavoro. E in questi anni, a volte, è bastato alzare la testa verso l’alto, lì dove ci sono ponteggi, per rendersi conto di quanto siamo molto lontani da una civiltà e cultura del diritto.

Speranza

Gli incubi quotidiani non mancano: dal caro bollette al pericolo nucleare. Ma occorre oggi, proprio per questo, fare un salto di qualità, come le migliori intelligenze del dissenso, e pensare che possa esistere la parola speranza. Oltre i muri locali, nazionali e internazionali, le guerre e la tossicità permanente.

Proprio oggi il Nobel per la Pace è stato assegnato all’attivista bielorusso Ales Bialiatski, all’organizzazione per i diritti umani russa “Memorial” e all’associazione per i diritti umani ucraina “Center for Civil Liberties”. Un altro 7 ottobre, nel 2006, invece, veniva assassinata la giornalista Anna Politkovskaja.

Nel frattempo, a Palermo, un flash mob a sostegno del popolo iraniano e delle donne contro il regime iranianiano ci ricorda che è tutto collegato. Il degrado nelle nostre periferie e l’oppressione dei regimi internazionali: tutto si tiene. Ma senza un progetto politico, globale e locale, tutto è più difficile.

La parola scelta da lettrici e lettori

Uno sguardo verso un orizzonte diverso è possibile? E voi, lettrici e lettori, scrivete a info@tempostretto e raccontateci in cinque righe qual è la vostra parola preferita, amata o odiata. O che rispecchia il momento che state vivendo. Delle vostre parole faremo un articolo, una somma di parole che racconti questo tempo sbandato e che individui nuove rotte, se è possibile.


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