Come la rondine annuncia la primavera, il primo comunicato sull'isola pedonale ci fa correre a prendere l'albero di Natale in soffitta. Siamo al dissesto, la città è sommersa dai rifiuti ma non rinunciamo alla decennale diatriba tra Guelfi e Ghibellini.
Caro diario, ricordi la pubblicità con Renato Pozzetto che davanti a un monumentale panettone Motta diceva: “il Natale quando arriva arriva” ?
A Messina è lo stesso. Così come la prima rondine annuncia l’arrivo della primavera, quando in redazione arriva il primo comunicato sull’isola pedonale di via dei Mille capisci che è Natale e corri in soffitta a prendere l’albero. A seguire, come tradizione, arrivano: la polemica sull’estetica dell’albero di Natale di piazza Cairoli e lo scontro sulla Ruota panoramica.
Nel primo pomeriggio di giovedì 15 novembre De Luca stava controllando le impronte digitali su 7 cassonetti di Tremonti per verificare se appartenessero ai dipendenti messi sotto torchio negli scantinati del Comune, quando nella sua pagina facebook iniziarono a piovere improperi non più sulla città stracolma di mmunnizza ma sull’isola pedonale. Era appena accaduto che due assessori, Scattareggia e Musolino, senza essersi consultati con il leader maximo (rischiando la defenestrazione) avevano risposto all’associazione Millevetrine che l’isola pedonale non s’ aveva da fare, al più la strada si sarebbe chiusa solo per eventi specifici. Non sapevano che quel comunicato era l’equivalente di una dichiarazione di guerra, un cerino acceso in un pagliaio. E’ stato come mettere in dubbio l’esistenza stessa del pastorello davanti alla grotta del presepe.
Puntualmente scoppiò il finimondo. A dare il “la” era stato il primo comunicato di Millevetrine ed a seguire, dalle 14 alle 17 era stato tutto un susseguirsi di mail indignate, consiglieri vecchi e nuovi, comunali, di quartiere e di condominio, associazioni, comitati, gruppi di protesta.
Frattanto De Luca, dopo aver fatto uscire dalla camera delle torture Iacomelli e Trimboli (nessuno dei quali aveva confessato nonostante fossero rimasti legati ad un sacco d’indifferenziata lasciato a Torre Faro nell’estate del 2017), convocò una riunione urgente.
“Ma come- gridava il sindaco- mi distraggo un attimo, e voi che fate? Mi fate passare per il Grinch?? A me, proprio a me, che l’anno scorso ho reso lieto il Natale all’Ars suonando la zampogna, a me, che inizio la novena di Natale dopo ferragosto mi fate questoooo? Io, che non vedevo l’ora di suonare la zampogna in ogni dove, da Galati a Castanea e voi non volete chiudere via dei Mille? Mi volete morto? Ditelo allora”.
Per punizione lasciò tutta la notte gli assessori Musolino e Scattareggia in ginocchio sulle mandorle, si rilassò con un rosario e chiamò un prete per esorcizzare i due assessori eretici, rei soprattutto di aver agito senza consultarlo.
Poi pubblicò un post su facebook che sembrava scritto da un Avatar. Neanche l’ombra di un nemico, nemmeno un insulto ad un sindacalista o ad un fannullone. Una noia di 20 righe in puro burocratese per dire che la tradizione della polemica sull’isola pedonale lo avrebbe visto dalla parte del bene.
In cambio volle essere inserito nel programma dell’associazione il 27 dicembre con un concerto di zampogna e friscaletto insieme al vice sindaco. Fatto questo che fece riflettere seriamente Sandro Penna se non fosse il caso per il 2018 di rinunciare.
Ormai però la tradizione era iniziata. Per 10 anni l’isola pedonale è stata la linea di confine tra il bene e il male, tra la retta via e la cattiva strada. I Guelfi e i Ghibellini avevano già preso dagli archivi i vecchi comunicati cambiando la data per inondare le redazioni. Pippo Trischitta aveva recuperato le 3 t-shirt con la scritta “free 16 consiglieri eroi” contro l’isola sopravvissute al rogo dei favorevoli e si disse pronto ad una nuova battaglia.
In quelle ore intanto il sindaco era a tavola con i vertici della Messina servizi in stile ultima cena. Già all’antipasto era chiaro che si sarebbero traditi l’un l’altro al punto che nessuno bevve un sorso né di vino né di caffè. Quanto al conto da pagare nessun dubbio. Visto che i manager scelti all’Amam ed alla Messina servizi dalla vecchia amministrazione sono costretti ad “arrotondare” per sbarcare il lunario, attraverso altri incarichi (leggi qui) da 200 mila euro, il conto dell’ultima cena lo pagò Iacomelli.
Nelle redazioni intanto non era arrivato neanche un comunicato di Libero Gioveni e il fatto fece preoccupare tutti. Non accadeva da 10 anni. Il consigliere comunale era caduto in depressione al punto che non pubblicava più su faceobook i suoi karaoke del sabato sera. Nelle ultime settimane era passato da Al Bano a Marco Masini e l’ultimo video pubblicato era “Ancora” di Luciano De Crescenzo.
Era tristissimo perché i suoi primati da imperatore del comunicato quotidiano erano da tempo a forte rischio. Già, perché la corazzata Messinaccomuna (Accorinti, Signorino, De Cola) avanzava minacciosa con un comunicato al giorno su tutto, dagli stormi migratori alle spese di rappresentanza. Arzilli e comunicativi come non mai e dopo aver accusato per 5 anni quellicheceranoprima ora ce l’avevano con quellichecisonodopo. Ma non erano i soli a far perdere il sonno a Gioveni. Gli astri nascenti del torneo dei comunicati erano infatti Cgil e Uil con una micidiale arma segreta che porta alla moltiplicazione dei comunicati contro le nefandezze della giunta di Satana: le federazioni e le categorie.
Gioveni al confronto del Messinaccomuna new style e Cgil Uil in versione coppia di fatto è un dilettante del comunicato.
Avviata la mamma di tutte le polemiche in chiave natalizia, quella sull’isola pedonale nostra fedele compagna da 10 anni, tra poco sarà la volta di quelle sull’albero di Natale e sulla Ruota panoramica a Piazza Cairoli (troppo alti, troppo bassi, troppo poveri, troppo sfarzosi, sembra un luna park, chi paga etc etc).
Alla faccia dello spirito natalizio inizierà puntuale il festival del mummuriamento.
Quel che colpisce della polemica sull’isola pedonale è la polarizzazione decennale di una problematica che diventa assoluta, come se ciò che c’è intorno sia solo noia, routine, quisquilia.
Da facebook riprendo il post dell’avvocato Silvia Gambadoro che invita a riflettere su altri punti di vista: “Io capisco che la vita, come lo show debba andare avanti....ma….ed è vergognoso ed irriguardoso da parte mia rimarcarlo, potremmo finirla con questo discorso sull'isola pedonale in via del mille ? Ve lo ricordate che due bambini sono morti per un incendio pochi mesi fa, in via dei Mille? Non ci riuscite ad abbassare le luci per un anno… per rispetto di un dolore …. non ci riuscite? Il vostro cordoglio dura il tempo di veder volare via dei palloncini bianchi? Mi sarebbe piaciuto sentire dire all'associazione dei commercianti che quest'anno si glissava e le iniziative si sarebbero potute spostare anche in una zona limitrofa. Capisco forse che è pretendere troppo”
Messina da 10 anni è al dissesto. Se entro pochi mesi non risolviamo le cose la Corte dei Conti porterà a termine quel che voleva fare nel 2013. Per 10 anni ci siamo arrotolati da soli il cappio e al collo e mentre litighiamo il default si fa imminente e nessuno nel governo gialloverde ci aiuterà. Il sottosegretario agli interni Candiani alla vicina Catania in dissesto (che pure ha un assessore leghista in giunta) ha detto che il governo non darà “aiutini”. Neanche per noi ce ne saranno. Del resto il vice premier Di Maio in questi mesi è stato coerente con quanto dichiarato sul palco in campagna elettorale: “Se votate Sciacca il sindaco avrà il governo dalla sua parte”.
Messina ha votato un altro sindaco e i giallo verdi sono stati consequenziali e coerenti.
Mentre tutti guardano dal balcone, la spazzatura ci arriva al naso noi continuiamo crociate su una strada da chiudere al transito.
Perché noi a Messina siamo così. Toglieteci tutto, ma non la nostra polemica sull’isola pedonale
Rosaria Brancato