Rinviati a giudizio vertici Aci e direttore di gara per l'incidente del 2017 alla Targa Florio che costò la vita al pilota messinese Mauro Mendolia
Si aprirà il prossimo 13 aprile davanti al tribunale di Termini Imerese il processo per la morte di Mauro Mendolia, il pilota messinese vittima di un incidente di gara durante la Targa Florio del 2017.
Il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese Viviana Gioeli ha concluso l’udienza stabilendo che le accuse a carico di tutti e tre gli imputati, i dirigenti dell’Aci di allora, devono essere vagliati dal giudice di primo grado. Alla sbarra ci saranno il presidente Aci di Palermo Angelo Pizzuto, il direttore di gara, Marco Cascino e il delegato all’allestimento del percorso, Antonio Pochini (i ruoli sono riferiti all’epoca dei fatti).
I tre avevano chiesto di essere processati in abbreviato, condizionato però allo svolgimento di una perizia tecnica. Richiesta che il GUP ha rigettato. I tre hanno quindi scelto di proseguire col rito ordinario e subiranno il processo con l’accusa di omicidio stradale.
Nel procedimento sono parti civili la moglie e le figlie del pilota messinese, assistite dall’avvocato Giovanni Mannuccia, mentre l’Automobil Club Italia è stata citata quale responsabile civile.
L’indagine ha stabilito che Amendolia non è stato stroncato da un malore o un’errata manovra, ma che l’incidente è da addebitare alla mancata sicurezza del percorso di gara.
Ma da quando in qua ci sono percorsi di gare sicuri specialmente in un rally. Un processo assurdo è come processare il circuito in cui è morto Senna pura follia.