Francesco Currò, 33 anni, morto insieme ad altri due militari a causa del ribaltamento del mezzo in cui viaggiavano, avvenuto mentre attraversavano un fiume. Messaggi di cordoglio da Napolitano, Monti e Lombardo
Nuova tragedia in Afghanistan. Tragedia che vede, tra le sue vittime, anche un messinese: si tratta di Francesco Currò, 33 anni, abitante a Cumia superiore insieme alla madre, con un fratello gemello che vive a Bergamo. Sono tre in tutto i militari italiani morti, più un ferito, in un incidente stradale nei pressi di Shindand, in Afghanistan. L’incidente – spiega una nota è avvenuto stamattina a circa 20 chilometri a sud-ovest di Shindand: il mezzo del contingente italiano su cui viaggiavano i quattro soldati era impegnato a recuperare una unità bloccata dalle condizioni meteo particolarmente avverse, quando nell’attraversare un corso d’acqua si è ribaltato intrappolando al suo interno tre dei militari dell’equipaggio, successivamente deceduti. I militari appartengono al 66esimo Reggimento fanteria Trieste che ha sede a Forlì.
Messaggi di cordoglio dal Capo dello Stato e dal presidente del Consiglio. «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – si legge in una nota del Quirinale – appresa con profonda commozione la notizia del grave incidente in cui hanno oggi perso la vita tre militari italiani, impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilià in Afghanistan, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari dei caduti, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese». Anche il presidente del Consiglio Mario Monti «ha appreso con dolore il grave incidente in Afghanistan nel quale hanno perso la vita tre militari italiani ed esprime il suo cordoglio alle famiglie, partecipando con commozione al loro lutto». Vicino alla famiglia del giovane Francesco il presidente Lombardo che parla a nome dell’intero governo: “Esprimo profondo cordoglio. Mi stringo alle famiglie di questi militari nel momento del dolore e, in particolare ai parenti dei giovani siciliani Francesco Curro’, originario di Messina, e Francesco Paolo Messineo, di Termini Imerese – ha continuato Lombardo – che hanno perso la propria vita nell’adempimento del loro dovere. E’ sempre molto alto il contributo di giovani vite che la terra di Sicilia fornisce per l’affermazione della pace e della democrazia nel mondo”.
LaFace (Fli): “La comunita umana e politica di Futuro e Liberta’ messinese esprime Solidarietà’ e vicinanza alla famiglia del militare messinese Francesco Curro’ deceduto oggi in Afghanistan. Un giovane nostro concittadino in divisa che ha scelto di svolgere un lavoro rischioso in giro per il mondo, per contribuire al mantenimento della pace, della sicurezza e della democrazia. A lui va il nostro sentimento di riconoscenza per l’estremo sacrificio della vita”.
anke io messinese,anke io sono un soldato…onore a te collega e concittadino ke hai sacrificato la vita x una nazione ke non ci riconosce più….condoglianze alla famiglia da una persona prima e un soldato dopo…addio ciccio
ONORE A CURRO’ ED A TUTTI I CADUTI. Ma il governo a chi aspetta di porre termine a questa carneficina? Tornino in Italia i militari e difendere la Patria e non chi non sa cosa sia Patria.
anche messina è stata toccata da vicino da questa guerra assurda…….non si deve morire per la guerra…..un pensiero ai suoi familiari che saranno inconsolabili….
Grande rispetto per un Messinese come lui.Questa guerra è assurda e fuori da ogni logica ,purtroppo chi paga sono i soldati, come Francesco,non certo i politici e i guerrafondai che hanno premuto il bottone.
no ma è una missione di pace…
UN ABBRACCIO AFFETTUOSO ALLA FAMIGLIA.
UN GIOVANE MESSINESE,FRANCESCO,DAL VISO FAMILIARE,CHE LAVORANDO LONTANO DA MESSINA,PAGA IL PREZZO PIU’ ALTO,LA VITA. QUESTA MORTE DOVREBBE FAR RIFLETTERE LA POLITICA E LA BORGHESIA,CHE DOVREBBERO,I PRIMI,CREARE LE CONDIZIONI DI LAVORO, AFFINCHE’ I SECONDI INVESTINO DI PIU’ NELLA NOSTRA CITTA’ PER REALIZZARLO.
i miei più sincere cordoglianze ai familiari del militare , purtroppo ormai queste disgrazie sono all’ordine del giorno però se il nostro governo garantirebbe un posto di lavoro per ogni giovane come dice la nostra costituzione non ci sarebbe bisogno di andare a fare queste missioni cosidette di pace e che poi sono pericolosissime per tanti motivi.
Frank non ci credevo e ancora non ci credo….mi mancheranno tutte quelle risate che ci facevamo insieme….quannu mi cuntavi di stori….tanti e tanti cosi chi ni faciunu scassari di risati….ancora se ci penso non ci credo che un Angelo buono come te sia volato in cielo come nessuno meriterebbe, avrei preferito che restassi qui a Forli con noi invece di tornare cosi….ti ricorderò sempre per come eri e per come sei rimasto nei nostri cuori “della truppa” un GRANDE UOMO….CIAU BUDDACIUNI …”cosi ci chiamavamo”….ancora ricordo qualche giorno prima che partissi tutte quelle chiacchierate tra amici…CHE TU POSSA RIPOSARE IN PACE AMICO MIO….