Dopo l'incidente mortale di ieri mattina, il sindaco del centro, Rosario D'Amore, ha proclamato una giornata di lutto cittadino, in occasione dei funerali che si terranno domani (venerdì)nella Chiesa Madre di Misterbianco. Dolore anche a Rignano Flaminio, paese del Lazio, dove, anni fa, il padre del giovane aveva prestato servizio come carabiniere.
Il risveglio è stato traumatico. Duro. Da incubo. E se la giornata di ieri è stata da film dell’orrore, quella di oggi e le prossime saranno ancor più drammatiche. Perché l’improvvisa scomparsa del 18enne Leonardo De Francesco, studente deceduto ieri mattina all’ospedale “Giuseppe Garibaldi” di Catania, in seguito ad uno scontro frontale tra la sua moto ed un Suv in via Valdisavoia, non sarà digerita molto facilmente soprattutto dalla comunità di Mongiuffi Melia, piccolo centro dell’entroterra messinese, da dove provenivano sia la madre che il padre. Cordoglio, costernazione e tanto, tanto dolore hanno da qualche ora raggiunto le case delle quasi 700 anime del borgo peloritano, dove il sindaco Rosario D’Amore ha deciso di proclamare, per domani venerdì 26, una giornata di lutto cittadino, in occasione dei funerali del ragazzo che si terranno nella Chiesa Madre di Misterbianco. E mentre, proprio da Catania, arrivano le voci addolorate di amici, compagni di classe e insegnanti del liceo scientifico “Principe Umberto”, dove Leo (così veniva chiamato dagli amici più stretti) frequentava l’ultimo anno in attesa della maturità, a Mongiuffi Melia nessuno vuole parlare.
Chiunque è chiuso dentro casa o dietro una tastiera di un computer, con parenti e amici, residenti nell’area del Taorminese, che si stanno affidando già da due giorni a facebook, contenitore dove sono già centinaia i commenti scritti. Immagini, canzoni e preghiere dedicate a Leo stanno, dunque, spopolando sui social network, che sono stati utilizzati pure dalla comunità di Rignano Flaminio, centro del Lazio, dove la famiglia De Francesco ha vissuto diversi anni. Anche qui il liceale era molto conosciuto come “persona umile, dolce e simpatica, e – come scritto da un suo amico stretto – volata in cielo così d’improvviso”.
Enrico Scandurra