Questione sicurezza di nuovo al centro dei dibattiti, dopo l'incidente al Porto di Messina. Ma i morti di gas tossici in Italia sono tantissimi. E le condizioni di lavoro alle cisterne non sono mai cambiate.
La strage di marittimi al Porto di Messina ha riacceso i riflettori sul problema della sicurezza sulle navi e nelle aree portuali. Un problema drammatico, come dimostra la lunga, troppo lunga lista di precedenti incidenti avvenuti in vari porti italiani negli ultimi anni. Un elenco di numeri che si traducono in vite spezzate, famiglie gettate per sempre nel dolore. I sindacati dei marittimi lo denunciano da tempo: troppe le imbarcazioni vetuste ancora in servizio, troppe le richieste ai marittimi a bordo, spesso costretti a rinunciare a molte dotazioni previste per salvare loro la vita.
La pulizia delle cisterne in particolare è una operazione estremamente delicata perché il rischio che si formino gas toccici è davvero elevato. Il gas killer si sprigiona dalle cisterne delle navi, come da quelle adoperate nei depuratori, negli impianti di raccolta delle acque piovane e in quelle di compostaggio.
In Sicilia il tributo più alto lo ha versato Mineo, dove l'11 giugno del 2008 sono morti sei operai impegnati nella pulizia della vasca di un depuratore. A febbraio scorso un marittimo di soli 24 anni ha perso la vitas su una nave russa in navigazione nell'Adriatico, nei pressi di Ortona. Fatali gli furono le esalazioni provenienti dalla stiva della nave cisterna. Intossicati gravemente ma sopravvissuti i due colleghi che provarono a salvarlo.
Nel settembre del 2014 due operai di Adria moririno soffocati da vapori tossici durante il travaso di acido solforico da una cisterna. Tre mesi prima due marittimi erano morti ad Aprilia nell'impianto di compostaggio dove stavano svuotando un'autocisterna, mentre nell'aprile precedente a Molfetta, in provincia di Bari, padre e figlio, dipendenti di una ditta di autospurgo di Bitonto, perdono la vita mentre puliscono una cisterna. Coinvolto nell’incidente anche l’altro figlio che si aalva proprio grazie all’intervento del fratello.
Il 25 agosto 2015 a San Ferdinando di Puglia due operai rimangono feriti ed un altro perde la vita impermeabilizzando una cisterna di raccolta delle acque piovane, in campagna.
Il 12 gennaio 2010 ad Alessandria due operai scesi in un deposito di un distributore in disuso muoiono investiti da un flusso di gas
Il 15 agosto 2009 a Riva Ligure due operai muoiono dopo essere caduti in una vasca di acque nere situata all'interno di un depuratore.
Il 26 maggio 2009 tre operai muoiono per asfissia nello spazio di pochi minuti, l'uno per salvare l'altro in una cisterna negli impianti della raffineria Saras di Sarroch, in Sardegna.
A marzo 2008, qualche mese prima della strage di Mineo, a Molfetta erano morte cinque persone, asfissiate dai gas liberati dalla cisterna di un camion in manutenzione.
Il 18 gennaio 2008 due operai addetti ai lavori di pulizia della cisterna di una nave a Porto Marghera muoiono asfissiati dalle esalazioni di gas. Il 16 marzo 2007 due lavoratori muoiono a Cogollo di Tregnago, nel veronese, a causa delle esalazioni provenienti dalla cisterna in cui si erano calati per eseguire lavori di manutenzione. Il 18 agosto 2006 due operai muoiono cadendo in una cisterna, storditi dalle esalazioni in uno stabilimento oleario di Monopoli.