No all'abbattimento del numero dei testimoni da parte degli avvocati, malgrado la precedente disponibilità. Si prevedono tempi lunghi perciò al processo per i 37 morti di Giampilieri e Scaletta. Ma il Giudice Micali ha annunciato udienze fiume e anche di sabato.
Non c'è accordo su "l'abbattimento" del numero di testimoni al processo sull'Alluvione che nel 2009 distrusse Giampilieri e flagellò la costa jonica del messinese tra la città e Scaletta Zanclea, seppellendo nel fango 37 persone. Dopo aver manifestato la volontà di aderire alla proposta dell'accusa, mettendo a verbale la propria disponibilità, alla scorsa udienza, oggi i difensori si sono opposti. La proposta era quella avanzata dai pubblici ministeri di rinunciare a più di un centinaio di testimoni, a fronte dell'acquisizione di una corposa documentazione da acquisire. E così è avvenuto, in precedenza. Oggi però l'accusa ha riproposto una lunga serie di audizioni acquisite e gli avvocati Nino Favazzo, Laura Autru e Giovambattista Freni, parlando genericamente a nome del collegio di difesa, hanno negato il consenso.
Salomonico il giudice Massimiliano Micali, recentemente transitato dall'ufficio Gip/Gup alla sezione monocratica proprio per condurre questo delicato processo: dopo aver "bacchettato" i pm, ha stabilito un fitto calendario di udienze, annunciando che si terranno anche di sabato e "ad oltranza", fino a tarda serata. Il giudice ha infatti "rimproverato" ai pubblici ministeri di non aver comunque convocato i testimoni per oggi, facendo fede sulla manifestazione di volontà espressa dai difensori in precedenza, poiché era altamente improbabile che con un alto numero di parti, come quelle coinvolte in questo processo, e quindi di avvocati impegnati, ci sarebbe stato il consenso generale alle richieste.
Si va avanti con oltre 400 persone da ascoltare, in esame e controesame, perciò, nessuno "sconto" alla lista testimoniale. La preoccupazione per la lungaggine dei tempi processuali e il rischio prescrizione, manifestata alla scorsa udienza dai Comitati degli alluvionati, non era quindi infondata. Il segnale che ha voluto dare oggi il giudice Micali fa però ben sperare. Per il prossimo 12 marzo il giudice ha infatti ordinato ai pm di citare una cospicua lista di testimoni, almeno 12, e l'udienza avrà avanti, se necessario, fino a quando le luci di palazzo Piacentini non saranno definitivamente spente, cioè intorno alle 22. Della corposa nuova produzione di documenti che la procura aveva chiesto, Micali ne ha ammesso soltanto una parte.
Tra le nuove "prove" che entreranno nel processo, il dossier fotografico dei Carabinieri, che documenta lo stato straziato dei corpi delle vittime dell'alluvione.(Alessandra Serio)