L’Archivio Storico Comunale “migra” al Palacultura

L’Archivio Storico Comunale “migra” al Palacultura

L’Archivio Storico Comunale “migra” al Palacultura

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giovedì 22 Dicembre 2011 - 12:45

Dopo mesi di abbandono negli scantinati della scuola Enzo Drago, il materiale documentale potrà trovare idonea e adeguata sistemazione

Inizieranno da domani, così come disposto dal Dipartimento Cultura, le operazioni di carico del materiale dell’Archivio Storico comunale, attualmente posto negli scantinati della scuola Enzo Drago, per il trasferimento nei locali del Palacultura. Le operazioni si protrarranno per alcune settimane e fino al 23 gennaio sarà quindi istituito il divieto di sosta, con rimozione coatta, per un tratto di 10 metri in via Don Orione, antistante l’ingresso della scuola Drago, per consentire la sosta dei veicoli adibiti alle operazioni di trasporto. Un intervento richiesto da tempo dal professor Accorinti e che potrà finalmente consentire il recupero di importanti materiali documentali che hanno rischiato di andare persi.

L’Archivio Storico comunale nacque il 29 marzo 1935, con la deliberazione n. 609 del Regio commissario straordinario Gian Augusto Vitelli, e venne subito affidato a Nitto Scaglione, allo scopo di raccogliere, reperire e divulgare le memorie storiche del Comune di Messina, “per un maggiore sviluppo delle attività relative alla conservazione delle sue tradizioni e dei suoi documenti”. L’Archivio dalle 551 opere del 1952, è passato alla fine del 1960 a 2369 catalogazioni, ed oggi conserva oltre 14 mila volumi riguardanti la città, con copie risalenti al cinquecento e seicento; una interessante emeroteca con oltre 1600 testate; alcuni giornali risalenti al 1815, una importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline d’epoca.

Al momento dell’istituzione si trattò di un semplice atto di fede, e non solo perché il compito che al nuovo ufficio spettava era immane, ma anche perché la guerra incombeva minacciosa. I bombardamenti del 1940 – 1943 non trovarono molto da distruggere, ma quel poco che c’era fu disperso. Il primo direttore, Nitto Scaglione, prese con amore l’impegno di cercare e raccogliere quanto era possibile, seguito con la stessa passione dal 1951 da Pietro Bruno, poi negli anni settanta, da Maria Canto. Il direttore Bruno, in una nota pubblicata nel 1961, ricordò la funzione e l’importanza dell’ufficio di via Catania per la raccolta di atti e testimonianze della vita cittadina. Per farlo utilizzò, tra l’altro, il racconto apparso su Le Temps di Parigi, del giornalista Jean Carrère, venuto a Messina all’indomani del terremoto del 28 dicembre 1908.

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