Scuola Politica ha già il suo candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative messinesi e con una lettera ragiona sulla visione che la città dovrebbe avere in tema di trasporti e mobilità, non solo a livello territoriale ma anche regionale.
Il candidato sindaco di Scuola Politica, Pietro Grioli, disegna il progetto di mobilità per l’Area dello Stretto.
«La cronaca di questi giorni, con i peana di Accorinti Il Salvatore, i mirabolanti programmi del neo candidato sindaco De Luca (che si aggiunge al sottoscritto, non lo precede certo come alternativo), le esternazioni del Ministro Franceschini, le reiterazioni dell’ingegnere Franza, pone ancora sotto i riflettori il tema, centrale per noi di Scuola Politica, della mobilità nella Area dello Stretto come hub naturale di sviluppo del Mediterraneo.
Oggi non siamo distanti dalla mobilità che un bellissimo video del 1910, che sta circolando sui social, documenta. Ma fa rabbia sentirsi ancora protagonisti di quel documentario monocromatico quando l’alta velocità ci porterebbe tutti da Palermo a Messina in 1 ora e 30 minuti, da Catania a Palermo in 1 ora e 30 minuti, da Siracusa a Messina in 50 minuti e da Messina a Roma in 4 ore.
Ma lo sviluppo di un territorio non passa solo dalla mobilità di passeggeri e turisti, pure fondamentali. La nostra è terra produttiva che perde giornalmente competitività ed opportunità senza Alta Velocità ed Alta Capacità. E senza competitività della Sicilia è l’intero Sud che perde avvitandosi infinitamente intorno a quella irrisolta “questione meridionale” che penalizza il sistema Italia nel suo complesso.
RFI ragiona di investimenti per 94 miliardi sul territorio nazionale ma, senza farci illusioni, non potrà mai considerare ragionevole una spesa di 8 o 13 miliardi per ammodernamento e raddoppi ferroviari in Sicilia. Operazione del tutto "anti-economica" rispetto al trasporto gommato, se pensata per distanze inferiori a 500 km. La sola ragione di un investimento sull’alta velocità e sull’alta capacità sta nella continuità stabile di una rete ferroviaria che superi il cut off dei 500 km. Stabilità di collegamento garantita solo dal Ponte che dunque è necessario e non alternativo all’adeguamento agli standard di quella rete ferroviaria che, come il Cristo di Levi, da Nord oggi si ferma a Eboli.
Il Ponte non può non essere dunque parte organica di una rilettura dello sviluppo infrastrutturale d’Italia. In questi mesi se n'è discusso molto, è depositata una proposta di legge, sono stati presentati emendamenti nell'ultima legge di Bilancio. E’ ora che si dia in maniera ufficiale a RFI e Anas il compito di ridefinire il quadro economico dei 4 miliardi stanziati per avviare il progetto tecnico già cantierabile.
E all’idea di sviluppo complessivo di area fa capo il nostro convincimento della necessità, che ribadiamo, di un accorpamento definitivo del bacino della Sicilia Orientale sotto una unica Autorità Portuale che governi le peculiarità dei porti di Augusta, Catania, Messina e Milazzo, per transito e attracco di grandi navi, trasporto e stoccaggio container, cabotaggio e mobilità delle Società Marittime, con flussi economici e ricchezza attuariali che Gioia Tauro, già in default, non potrà mai raggiungere. Confidiamo che la proroga fornita dal Governo, come probabile, fino a dicembre, consenta al nuovo governo della Regione – che siamo impegnati come messinesi a determinare in radicale rottura con la disastrosa esperienza di Crocetta – di rinegoziare con la forza del diritto e della dignità del popolo di Sicilia questa che, come altre decisioni, viviamo estranea e ostile.
Nel grande progetto di ridefinizione complessiva dell'Area dello Stretto, siamo convinti debba avere ruolo fondamentale Reggio Calabria, splendido scrigno di storia e di arte oltre che di bellezza paesaggistica, che soffre un inarrestabile quanto intollerabile isolamento avviato con la prosecuzione dell’asse veloce autostradale nord-sud verso Villa S. Giovanni. Questo progressivo allontanamento dai percorsi accelerati di mobilità e trasporto dà conto del collasso anche del sistema di trasporto aereo che per decenni si è alimentato prevalentemente dei flussi passeggeri provenienti dalla nostra città e dalla nostra provincia. Immaginare oggi una rinascita dell’Aeroporto dello Stretto senza un collegamento stabile che consenta di coprire, con l’alta velocità, la distanza con Messina in 10 minuti, è anacronistico. Ci impegniamo piuttosto a sostenere la realizzazione di un unico bacino di 700 mila abitanti intorno allo Stretto di Messina, già legati da vincoli che la Storia e la Natura ci consegnano. Un’unica metropoli – questa vera – realizzata da un collegamento stabile che disegni un fortunato “ferro di cavallo”, beneaugurante come da altri argutamente rilevato, ma soprattutto efficace nel rappresentare gli interessi permanenti della nostra gente. Sapere ricercare soluzioni di governo del territorio ispirate a realismo economico è il modo – l'unico – per attuare, con la forza della Ragione, il sogno “politico” di una Sicilia che si riprende il ruolo “organico e non surrogabile” che le spetta nel programma di sviluppo del Sud e della Nazione. Anche per questo occorre una diversa opzione amministrativa per la nostra città: per sostenere la visione “politica” di una nuova Area Integrata dello Stretto, porta verso l’Europa e con un ruolo forte che, a causa della sua stessa ragione sociale, l'amministrazione Accorinti non potrà mai garantire».
Idee costruttive e di sviluppo.
Bene, spero in un sostegno sostanziale dei messinesi.
Idee costruttive e di sviluppo.
Bene, spero in un sostegno sostanziale dei messinesi.