I consiglieri abbandonano l’aula tra le urla dei lavoratori dell’azienda che attendono la votazione della “loro” delibera. Tutto rimandato a martedì. Lavori scanditi da scontri e polemiche sulla situazione economica dell’ente. L’ingresso nel distretto fa discutere
Sono le 22.30 quando all’ufficio di presidenza fa capolino la delibera Atm, sono le 22.45 quando i consiglieri, indossano sciarpe e cappotti e dopo circa tre ore di urlante dibattito (sessione iniziata alle 18.30) chiudono i lavori con l’ennesimo rinvio, quello appunto sulla riorganizzazione dei servizi di mobilità urbana. Ad accompagnare l’uscita dei rappresentanti del civico consesso, le “solite” frasi dei lavoratori della società, che anche ieri hanno vegliato sui lavori d’aula: «Mentre voi litigate – urla qualcuno – io sono senza stipendio». E tuttavia anche questa volta, un po’ per l’ora tarda, un po’ a causa degli emendamenti (15 in totale) che sono ufficialmente stati la ragione del rinvio, va in votazione la proposta del capogruppo del Pdl Pippo Capurro di sospendere la trattazione. Decisione non supportata dal Pd che avrebbe invece preferito procedere all’inizio della discussione, partendo proprio dagli emendamenti più facilmente analizzabili. Non trova dunque alcun riscontro l’invito del primo cittadino (vedi correlato) a discutere nel pomeriggio stesso (quello di ieri) la delibera Atm, in considerazione dell’urgenza e dei solleciti che arrivano dalla Regione. Tutto rimandato a martedì pomeriggio, ancora una volta 18.30.
Ma di cosa, dunque, si sarà discusso in quasi tre ore di lavori? Ancora una volta ad “ingolfare” il dibattito, quanto mai vivace e caratterizzato da forti polemiche da parte dei consiglieri, senza distinzione di “colore”, rispetto alla conduzione dei lavori dell’Ufficio di Presidenza (diverbi accesi tra Previti e Gennaro), è la situazione economico-finanziaria dell’Ente. La discussione, infatti, riprende dalla proposta di delibera sottoscritta da Melazzo (Udc), Guerrera (Udc), Pergolizzi (Fli), e Cantello (Sicilia Vera) in cui si richiede al Collegio dei Revisori e al ragionieri Generale, una relazione dettagliata sullo stato patrimoniale del Comune. Tutto ciò soprattutto in vista del prossimo 28 febbraio, scadenza dei 90 giorni entro cui palazzo Zanca deve rispondere alle osservazioni mosse dalla Corte dei conti. Il consigliere Melazzo ne propone il prelievo, scatenando però le reazioni dei colleghi che lo accusano di non tenere fede a quanto stabilito nel corso della conferenza dei capigruppo con il sindaco Buzzanca tenuta a tarda mattinata. «Trattare adesso questa delibera è una forzatura – tuona la maggioranza – anche perché l’amministrazione sta predisponendo gli atti necessari per chiarire la propria posizione rispetto alla richiesta della Corte». Si procede con il voto, ma i numeri non danno ragione ai “proponenti”, 13 sì, 13 astenuti, proposta rigettata. Determinante, a detta dei più, la posizione del Pd: arriva un attimo dopo la votazione la consigliera Barrile, esce dall’aula al momento del voto Capillo. Aria di “accordo”? A sgomberare il campo da ogni equivoco è il capogruppo del partito Democratico Felice Calabrò: «Non c’è nessun inciucio – afferma rivolgendosi all’aula – nessuno si permetta di fare illazioni».
L’atmosfera si riscalda ancora diventando rovente durante la discussione della delibera sullo schema costitutivo, l’atto e lo statuto per la creazione del distretto turistico “Thyrrenium-Tyndaris Parco dei Miti, di cui è proprio Melazzo, provocatoriamente, a chiedere il prelievo. Proposta quest’ultima accolta con stupore dai più, su tutti il consigliere Capurrro, che nell’ultima seduta aveva chiesto, senza però ottenere il sì dell’aula, proprio la trattazione della delibera. Il centrista definisce l’atto dell’amministrazione uno «spot elettorale del sindaco». Al centro del contendere i progetti, che secondo quanto previsto dal piano allegato alla costituzione del Distretto (ma non alla delibera) riguarderebbero quasi ed esclusivamente il territorio della provincia e solo in due casi la città di Messina. Replica l’assessore Scoglio, nuovo incaricato ai rapporti con il consiglio: «Come sempre si cerca di stravolgere la verità: non c’è nessuna campagna di voto» ma piuttosto, secondo l’assessore così come tanti altri consiglieri, un’occasione per ottenere, almeno per una volta, fondi dalla Regione che ha predisposto il bando. Inutile la richiesta del consigliere Caliò (PiD) di sospendere il dibattito, in vista della discussione programmata in commissione il 20 gennaio: le scadenze per i comuni che aderiranno incalzano. Si passa così al voto e il distretto ottiene il via libera: 15 e sì, 1 no e 6 astenuti. Votazione in cui va evidenziato l’atteggiamento “confuso” dell’Udc: tra i favorevoli Ansaldo e Barbaro, contrario, come annunciato in dichiarazione di voto, Melazzo, astenuto, con il Fli (Canfora, Pergolizzi, Trischitta) e Sicilia Vera (Cantello), il capogruppo dell’Udc Bruno Cilento, che proprio in apertura di lavori ha annunciato, dando seguito alla disposizione nazionale, il nuovo nome del partito: “Udc per il terzo polo”. (ELENA DE PASQUALE)
Spero che i messinesi di ATM,specialmente gli ultimi arrivati delle ZTL o quelli dei lavori socialmente utili,che hanno foraggiato il voto di scambio trasversale a tutti gli schieramenti politici presenti in Consiglio Comunale,riacquistino la loro dignità di cittadini lavoratori,almeno dopo questo squallido comportamento dilatorio del Consiglio.Dichiarate pubblicamente di non votare più i responsabili dello sfascio del nostro servizio pubblico urbano.