Gli industriali calabresi: strategico il ruolo della società di gestione. Minasi (Lega) con Morelli: il viceministro ha ragione, un errore 9 mini-interventi
Il trasporto aeroportuale genera pareri anche assai discordi.
Così, nelle stesse ore in cui la Città metropolitana di Reggio Calabria quasi “ripudia” Sacal, rea di non averla voluta – stando alla MetroCity – in compagine azionaria, altre voci difendono la società di gestione.
Ferrara: Unindustria ci crede
Secondo il presidente regionale di Unindustria Aldo Ferrara il ruolo di Sacal è sempre più strategico in Calabria, «anche per l’importante ruolo che il trasporto aereo assume». E gli industriali calabresi ritengono «opportuno sostenere e valorizzare in maniera ferma e convinta la società aeroportuale verso la quale, si spera, convergeranno presto i ristori nazionali ed europei». Di qui la decisione di «aderire all’aumento di capitale acquistando nuove azioni, consapevoli della strategicità dell’investimento e del ruolo che la Sacal rappresenta per lo sviluppo dell’intero territorio calabrese».
Ad avviso di Ferrara, peraltro, «è importante che anche la Regione Calabria abbia ritenuto opportuno partecipare all’azionariato e all’aumento di capitale». E, afferma ancòra il presidente degli imprenditori calabresi, «auspichiamo che anche altri Enti pubblici, così come già fatto dal sistema delle Camere di commercio, intervengano nell’aumento di capitale».
La Minasi appoggia Morelli
In queste ore, il viceministro a Infrastrutture e Trasporti Alessandro Morelli (Lega) ha evidenziato tutti i propri dubbi sul frangente che 9 piccoli progetti possano risollevare le sorti dell’Aeroporto dello Stretto. La logica, di converso, dovrebbe essere quella di un intervento “grande”.
In questa direzione si spende anche il capogruppo della Lega a Palazzo Campanella Tilde Minasi. Attraverso le sue dichiarazioni il viceministro, argomenta la Minasi, esplicita «la necessità assoluta di spendere i 25 milioni di euro in modo costruttivo, così da delineare una competitività reale dello scalo ed in modo da superare quelle criticità che ne limitano l’efficienza». Considerazioni da condividere, evidenzia la consigliera regionale. Aggiungendo che Morelli «che ha ben chiaro come andrebbero canalizzati i fondi, rimarcando la ferma volontà di abbattere un modus operandi appartenente al passato, e cioè realizzare piccoli interventi a pioggia».
Nove interventi “mini” eviterebbero forse che i soldi tornino al mittente, ma «non risolverebbero il problema, non aiuterebbero il rilancio dell’infrastruttura e non risponderebbero alle esigenze della collettività».