Il ricordo del nipote Leopoldo Rodriquez. La signora, scomparsa martedì, era moglie di Carlo Rodriquez, che, creando gli aliscafi, portò al successo mondiale il cantiere navale fondato nel 1882 dal padre Leopoldo
Quando una persona scompare si tenta di raccogliere i ricordi che si hanno di lei per poterne descrivere gli aspetti caratteriali migliori, le virtù ed i pregi.
Ma le persone si amano anche per i loro difetti. Quella serie di imperfezioni umane che caratterizzano ognuno di noi e di tutti noi segnano la personalità. Se, dunque, ricordo mia nonna Lilly, ricongiunta adesso a mio nonno Carlo, è a questo che penso: a tutte le caratteristiche che li rendevano unici, con due grandi e spiccate personalità.
Molti hanno conosciuto mia nonna Lilly all’ombra di mio nonno, l’Ing Carlo Rodriquez. Oscurata forse da ciò che di importante egli è riuscito a fare, attraverso la sua attività, per la città di Messina.
Credo che, come d’altronde recita il detto popolare, “dietro ogni grande uomo c’e’ sempre una grande donna”, questo vale ancor di più per i miei nonni. Infatti in modo umile, non altisonante, mantenendo un profilo adeguato al proprio ruolo Lilly non solo è stata una brava madre crescendo quattro figli, non solo è stata una nonna amorevole con i suoi otto nipoti, ma è anche riuscita a reinventarsi imprenditrice a 78 anni, lanciandosi in un’impresa pioneristica nel campo dell’agricoltura biologica in Sicilia, quando ancora, di certo, tale pratica non era divenuta una tendenza. Non solo, ma è riuscita a fare della propria passione, un’arte riconosciuta a livello nazionale, diventando consulente dei giardini vaticani per le sue meravigliose, e da me adorate, gardenie. Un fiore, quest’ultimo, attraverso il quale mi piace ricordarla.
Infatti mia nonna, benché si chiamasse Lilly (Letteria all’ anagrafe) non era di certo un fiore dal tenue colore viola… Era un fiore ma dal colore insindacabile, dall’accesa personalità e dal profumo deciso e distintivo, proprio come la gardenia, che lei amava quanto le sue rose.
Ma, come ho detto in premessa, sono i piccoli difetti che rendono speciali le persone. Se devo pensare a qualche sua debolezza mi viene subito in mente la sua grande golosità.
Mia nonna era golosa, molto golosa, e non mi ricordo un pranzo estivo senza dolci o “gelatini” nel terrazzo di Piazza Vittoria dove, immancabilmente, si intrattenevano rapporti strettissimi con la ben nota pasticceria Doddis che fortunatamente si trovava proprio a due passi da casa.
Era testarda mia nonna, una testa dura, e non era certo facile farle cambiare idea. Ricordo come, dopo la scomparsa di mia zia Giangia in un terribile incidente, decise di cambiare città e trasferirsi a Roma, per poter stare vicino agli altri suoi figli. E, a conferma di quanto la sua golosità incidesse sulle sue scelte, anche di vita, decise di abitare vicinissima ad una pasticceria romana molto nota!
Nonostante fossi solo un bimbo al tempo, trovo affascinante guardare le foto e vedere come mia nonna Lilly abbia egregiamente accolto reali, dignitari, ambasciatori, capi di stato, aprendo le porte delle sue case e non temendo alcun confronto.
Guardo le immagini impresse nei miei ricordi, sento la voce di mia nonna e riconosco in lei molti tratti della mia personalità. Questo sarà sempre un modo per tenerla vicino al cuore.
Ciao nonna Lilly.
Caro Riccardo, solo ora vengo a conoscenza della scomparsa di Tua madre. Ti sono vicino, nuccio pecora.
Caro Riccardo, solo ora vengo a conoscenza della scomparsa di Tua madre. Ti sono vicino, nuccio pecora.