Imprenditore di Capri Leone avrebbe utilizzato terreni agricoli falsamente acquisiti in comodato anche da parte di persone decedute da 30 anni
I finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno concluso un’articolata attività d’indagine nei confronti di un’azienda agricola della provincia di Messina, con sede nel comune di Capri Leone, risultata illegittima beneficiaria di finanziamenti comunitari per circa 100 mila euro. Ai fini dell’ottenimento di contributi a valere sul Fondo europeo agricolo di Garanzia (Feaga) e sul Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale (Fears), l’imprenditore agricolo caprileonese avrebbe dichiarato falsamente il possesso di numerosi terreni agricoli nel comune di Caronia.
Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Sant’Agata di Militello, coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti, nella persona del Procuratore Capo Angelo Cavallo, hanno consentito di smascherare la presunta truffa e segnalare all’Autorità Giudiziaria il titolare dell’impresa agricola.
Dopo numerosi mirati sopralluoghi, accertamenti documentali e lo sviluppo di una articolata attività istruttoria, consistita anche alle testimonianze dei reali proprietari è emerso come i titoli di possesso dichiarati dall’indagato risultassero falsi: dal fittizio contratto di comodato, disconosciuto dai comodanti, sino all’utilizzo di contratti falsamente sottoscritti da soggetti deceduti da oltre trent’anni. Proprio grazie a tali falsi atti dispositivi, quindi, l’imprenditore ha indotto in errore l’Agea, ente pagatore a livello nazionale delle provviste finanziarie comunitarie in esame, evidenziando una consistenza aziendale in realtà non posseduta, nettamente superiore a quella reale.
Le Fiamme Gialle santagatine, su disposizione del Tribunale di Patti ed in aderenza a conforme richiesta del sostituo procuratore Andrea Apollonio, hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo, per le somme indebitamente percepite, per un ammontare pari ad oltre 16 mila euro.
Il territorio dei Nebrodi non è nuovo a fenomeni della specie e le modalità illecite oggi documentate sono già assurte agli onori della cronaca, anche nazionale, perché sfruttate da strutturate organizzazioni criminali, anche mafiose, che hanno intuito in anticipo le potenzialità dei flussi finanziari provenienti da risorse comunitarie.
Proprio per tali ragioni, Autorità giudiziaria e Guardia di finanza continueranno a mantenere alta la soglia di attenzione, evitando che significative risorse pubbliche diventino facile preda di imprenditori spregiudicati, in danno dei tanti imprenditori onesti operanti in tali territori.