Scattano le verifiche della Finanza sui beni di Barbera, smobilizzatore di crediti. E si aprono gli interrogatori di garanzia per tutti gli arrestati
MESSINA – Sono finite sotto chiave anche alcune auto di lusso nel sequestro operato dalla Guardia di Finanza a carico del dottore Antonino Barbera e la presunta “associazione familiare” finalizzata alle truffe tramite le agevolazioni legate ai bonus edilizi. La Procura di Messina con i 6 arresti scattati sei giorni fa ha infatti delegato i finanzieri ad eseguire il sequestro preventivo di tutti i beni e i possedimenti di vario genere riconducibili agli indagati fino a 37 milioni di euro.
I crediti monetizzati
Le procedure e le verifiche sono ancora in corso, intanto le Fiamme Gialle hanno già posto i sigilli ad alcune fiammanti fuori serie, rapporti bancari e conti correnti. Si punta ora alla verifica dell’esistenza di eventuali conti off-shore. Secondo la Procura di Messina, guidata da Antonio D’Amato, Barbera aveva commercializzato crediti per svariati milioni di euro, una parte li aveva già monetizzati, si ipotizza circa un milione di euro, e si preparava a monetizzarne un’altra grossa parte.
Arrestati al faccia a faccia col giudice
Adesso la tesi della procuratrice vicario Rosa Raffa e il sostituto Giuseppe Adornato (in foto) va al primo “vaglio”. Oggi prendono il via infatti gli interrogatori di garanzia da parte della giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore, che ha firmato i sei arresti accogliendo integralmente le richieste della Procura e riversando nel provvedimento praticamente l’intera richiesta di misura cautelate. I faccia a faccia cominceranno proprio da quello con il dottore Barbera, per poi proseguire con quelli del figlio Nicola, la nuora Silvia Lo Giudice, la sorella Domenica, la moglie Felicia De Salvo e il cugino commercialista Roberto Pisa.
Saranno accompagnati dai difensori: gli avvocati Carlo Autru Ryolo, Carmelo Merlo, Rosa Guglielmo, Filippo Di Blasi, Paola Barbaro e Francesco Scacchi.