Una vacanza negata a Noto, un'altra a Capo d'Orlando. Valentina, in carrozzina, viaggia in tutto il mondo. Ma non in Sicilia.
GALATI MAMERTINO – Valentina Barca ha 25 anni e nel centro nebroideo è conosciuta per la sua “capa tosta” e il suo sorriso. Ha anche una carrozzina che è la sua migliore amica-nemica, perché Valentina è disabile. La sua “fiammante” due ruote, però, non le ha mai impedito di fare tutto quello che fanno le sue coetanee: uscire con le amiche, andare a studiare fuori sede e vivere da sola, viaggiare per il mondo.
Per il mondo, però. Perché a casa sua, in Sicilia, è tutto più difficile. Se nella regione, raccontano i primi dati, anche questa estate è stato boom di presenze, il turismo accessibile ai disabili resta ancora una chimera. Proprio questa estate Valentina ha avuto due disavventure che raccontano del turismo negato ai disabili, anche lì dove basterebbero pochissimi e per nulla costosi adeguamenti per permettere anche a chi si muove in carrozzina, per esempio, di soggiornare.
Hotel accessibile ai disabili. Solo sui portali
“Ho prenotato un soggiorno a Noto con alcune amiche – racconta Valentina – in una struttura pubblicizzata come accessibile ai disabili. In realtà arrivati lì era impossibile per me entrare in carrozzina. Abbiamo chiesto quindi alla responsabile della struttura che si è prima detta disponibile a cercare una semplice rampetta per favorire il mio ingresso, ma niente rampa. Le mie amiche si sono quindi offerte di aiutarmi comunque ad accedere, avremmo comunque soggiornato per quella notte. A quel punto ci ha telefonato l’agenzia di viaggi dicendoci che il nostro soggiorno era annullato per via di un overbooking. Eppure avevamo già effettuato il ceck in…”
La Sicilia negata ai disabili
Non è la prima vacanza negata, questa estate, per Valentina: “Qualche settimana prima avevamo scelto un appartamento sul mare a Capo d’Orlando insieme a mia madre, anche questa volta perché era indicato che era accessibile ai disabili. Quando però, parlando con la proprietaria, è venuto fuori che sono in carrozzina, lei ha opposto presunti problemi strutturali che mi avrebbero reso impossibile l’accesso. Presunti perché avevamo già verificato che si trattava di circostanze non vere. Che c’entra, per esempio, il tetto spiovente col mio essere in carrozzina?”.
Nel resto del mondo si può
Se la Sicilia non ride, sotto il profilo del turismo per i disabili, il resto del Paese non sta meglio: “Il problema è italiano – testimonia Valentina – ma così tanti ostacoli li ho riscontrati soltanto nella mia amata isola. Dove ogni volta che torno mi chiedo perché lo faccio. Visto che altrove, all’estero per esempio, non ho mai problemi a muovermi autonomamente, prendere treni, andare in vacanza, vivere e studiare. Nel Regno Unito, per esempio, c’è più attenzione ai disabili, c’è più inclusione nella società stessa. Ma anche in Germania. O a Edimburgo, dove ho preso un treno da sola, una cosa comunque ancora difficile per me”.
Di quelle vacanze Valentina ha tante foto, che mostra orgogliosa. Di Noto no, non le è stato possibile scattarla!