Sabrina Gaudio, Pino La Fornara e Dario Tindaro Sterrantino hanno fondato, qualche giorno fa, un gruppo che possa garantire diritti ai dipendenti del comparto vacanziero. Fronte del "no" contro la nuova Naspi.
Sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla situazione di grave crisi economica del settore turistico-ricettivo tramite la costituzione di un comitato che possa difendere i diritti dei lavoratori stagionali. E’ questa l’intenzione principale del nuovo organismo “Tutela stagionali”, sorto a Giardini Naxos in seguito all’approvazione da parte del Governo centrale della cosiddetta Naspi (Nuovo assegno sociale per l’impiego), che sta scatenando aspre polemiche tra tutti i dipendenti a tempo determinato del comparto vacanziero.
Una nuova normativa statale, quella approvata da qualche mese, che – secondo i fondatori del gruppo, Sabrina Gaudio, Pino La Fornara e Dario Tindaro Sterrantino – “risulta fortemente penalizzante per noi lavoratori stagionali che dal prossimo aprile potremmo ricevere soltanto un sussidio di disoccupazione pari alla metà delle settimane durante le quali abbiamo lavorato.Quindi, in sintesi, non potremo garantirci la copertura annuale”.
Nel corso del 2015, Roma ha, infatti, emesso nuove regole per la concessione di questa sovvenzione. Norme che non stanno andando giù proprio ai dipendenti del settore.
“Se prima bastavano 52 settimane di lavoro, retribuite nell’arco di due anni, per beneficiare della disoccupazione per un periodo di otto mesi, adesso le cose cambieranno di molto – hanno dichiarato in una nota congiunta i fondatori del comitato -, visto che il sistema di calcolo si baserà su un periodo di osservazione di ben quattro anni. E alla fine, conti alla mano, ci toccherà una copertura economica di soli tre mesi a fronte di sei lavorati”.
Tale manovra ha portato, dunque, alla costituzione nell’area del Taorminese di questo gruppo che si è iscritto anche alla pagina facebook “Salviamo l’indennità di disoccupazione”, collegata all’Associazione nazionale “Lavoratori Turismo”. Tutto questo per far fronte ad una questione che sta fortemente tenendo banco in tutto lo “Stivale”.
Enrico Scandurra