Qualità dei servizi, programmazione, partecipazione, sono tutte le tematiche poste al centro della manifestazione che si terrà il 30 settembre. Pubblichiamo il documento predisposto dai cittadini che hanno aderito all'iniziativa
Il 30 settembre sarà il “giorno della sfiducia”, la manifestazione voluta da un gruppo di cittadini per invitare amministrazione e consiglio comunale a dimettersi per dar modo alla città di tornare alle urne.
Di seguito il documento sottoscritto dagli aderenti alla manifestazione
Azione pubblica e tempi della città
La qualità urbana è basata sull’abitabilità, sui bisogni, sulle opportunità. A essa vanno aggiunti altri elementi, ossia i rapporti tra squilibri, coesione e competizione, senza tralasciare anche le trasformazioni territoriali, che si riflettono sulle relazioni tra infrastrutture, paesaggi e risorse. Ma, i problemi del governo della città includono a pieno titolo pure l’innovazione istituzionale, ossia regole, servizi, fiscalità.
Il governo della città e del territorio significa ricostruire la credibilità delle istituzioni, infondere nuova fiducia, riuscire a coinvolgere i cittadini, sapendo promuovere un diverso corso con il quale non solo affrontare la precarietà del presente e l’incertezza del futuro, ma soprattutto dimostrare di saper interpretare il cambiamento costruendo un ritrovato bisogno di verifica interattiva con i cittadini.
A fronte di bisogni sempre più numerosi, a emergenze congiunturali e parziali, a sacche di degrado urbano, a un crescente livello di illegalità che si mescolano a povertà che diventa miseria e abbandono, a servizi di base insufficienti, al sovraccarico abusivo delle strutture, a diverse forme di rischio idrogeologico è urgente formulare un’idea unitaria di città mediante un approccio per obiettivi, per luoghi, per temi in un quadro di visione sociale.
Non un piano per la città, ma il piano della città
La programmazione deve essere articolata. Ciascuno dei fattori, che costituiscono il tessuto del territorio presenta aspetti specifici, legati alle sue individuali caratteristiche fisiche, economiche e sociali, alla sua storia e alla sua cultura che non possono essere affrontati con strumenti di intervento predisposti per il raggiungimento di bisogni medi, ma devono anzi essere risolti con moduli sulla base dei bisogni e delle risorse. La programmazione così intesa non è un fatto burocratico, ma piuttosto deve essere un’espressione della volontà generale in una prospettiva di sviluppo sostenibile, individuando tutte le criticità che costituiscono una potenziale perdita di valore. Costruire, quindi, un piano strategico condiviso da tutti i soggetti interessati, dalle istituzioni e dal variegato mondo delle rappresentanze per superare l’attuale situazione di criticità dell’amministrazione della città con un percorso politico-amministrativo, espressione e sintesi della cittadinanza.
Forme di criticità, che si manifestano dai tributi e dal bilancio al quadro debitorio, dalla raccolta dei rifiuti al degrado del centro storico, dalla mancata tutela e valorizzazione dei villaggi all’inquinamento ambientale, dall’incremento delle tasse comunali alle questioni riguardanti i titolari delle strutture commerciali e ricettive, dalla irrisolta questione riguardante i servizi sociali alle dinamiche politiche disattente agli interessi del territorio. Di qui un declino sociale ed economico, che ha comportato gravi e negative ricadute su tutti i comparti del tessuto cittadino: una situazione di vuoto e di inefficienza a fronte, invece, della necessità di avere un’amministrazione valida e programmatica, che si faccia interprete delle esigenze, delle aspettative e delle necessità dei cittadini, non rassegnati ma fortemente preoccupati per la mancanza di opportunità di lavoro in una crisi della città, nella quale non si intravedono tentativi di soluzioni ma si vedono i danni economici, che i cittadini sono tenuti a pagare oggi e, ancor più, domani.
Se l’autonomia del politico si traduce in autoreferenzialità, in autonomia dagli interessi pubblici e collettivi, allora l’autonomia non è altro che l’accaparramento privatistico della cosa pubblica e la governabilità non è in funzione della rappresentatività, ma in cambio di essa.
Oggi e per i motivi su esposti scende in campo quella maggioranza silenziosa, che è la vera risorsa della nostra città. C’è bisogno di accelerare in maniera concreta ed efficace per sorreggere il consiglio comunale nell’adottare una radicale soluzione, che metta fine alle polemiche e alla rassegnazione per intraprendere una fase nuova nell’interesse di Messina e dei messinesi. La politica è fatta anche di gesti simbolici, di etica di principi e di responsabilità, di coraggio, di dignità: l’impegno politico deve tradursi nel contatto con la realtà e con le richieste della collettività.
Il Presidente del comitato – Franco Tiano
Tiano, mi è stato insegnato a non sparare sulla Croce Rossa, quindi mi prometto di non infierire. Vorrei però invitarla a gettare la sua bella mascherina e ad indicare, oltre l’interminabile e noiosa fuffa, di cui è infarcito il suo scritto, chi è, secondo lei ed il suo evanescente comitato, il nome che dovrebbero votare i messinesi tornando alle urne. Capisco che dichiarandolo rischiereste di essere in 2 alla mega manifestazione di giorno 30, ma capirà bene che, continuando a nascondervi, non dando un’alternativa, la vostra credibilità, già obiettivamente bassa, potrebbe raggiungere il sotto zero. Aspettiamo con fiducia.
Tiano, mi è stato insegnato a non sparare sulla Croce Rossa, quindi mi prometto di non infierire. Vorrei però invitarla a gettare la sua bella mascherina e ad indicare, oltre l’interminabile e noiosa fuffa, di cui è infarcito il suo scritto, chi è, secondo lei ed il suo evanescente comitato, il nome che dovrebbero votare i messinesi tornando alle urne. Capisco che dichiarandolo rischiereste di essere in 2 alla mega manifestazione di giorno 30, ma capirà bene che, continuando a nascondervi, non dando un’alternativa, la vostra credibilità, già obiettivamente bassa, potrebbe raggiungere il sotto zero. Aspettiamo con fiducia.
Caro FRANCO un fiume di parole per dire soltanto TUTTI A CASA e poi? Un bel sindaco di FORZA ITALIA, magari un BUZZANCA tris o un GENOVESE bis, o del PARTITO DEMOCRATICO, un CALABRO’ primus, parlo del capogruppo che tutti vorrebbero all’opposizione, fu una pacchia per PEPPINO il barcellonese, o dell’UDC, un ARDIZZONE presidente della peggiore assemblea regionale, quella che sta portando nel baratro finanziario ed economico la Regione Siciliana e purtroppo i siciliani. Nessuno, te compreso, dice con chiareza come si deve pagare il NOSTRO debito, lo hanno fatto con coraggio CROCE e ACCORINTI, e finiamola con la buffonata di portare a 30 anni il tempo per onorario, NON SI PUO ficcatevelo nella zucca, e poi lasciarlo ai nipoti è IMMORALE.
Caro FRANCO un fiume di parole per dire soltanto TUTTI A CASA e poi? Un bel sindaco di FORZA ITALIA, magari un BUZZANCA tris o un GENOVESE bis, o del PARTITO DEMOCRATICO, un CALABRO’ primus, parlo del capogruppo che tutti vorrebbero all’opposizione, fu una pacchia per PEPPINO il barcellonese, o dell’UDC, un ARDIZZONE presidente della peggiore assemblea regionale, quella che sta portando nel baratro finanziario ed economico la Regione Siciliana e purtroppo i siciliani. Nessuno, te compreso, dice con chiareza come si deve pagare il NOSTRO debito, lo hanno fatto con coraggio CROCE e ACCORINTI, e finiamola con la buffonata di portare a 30 anni il tempo per onorario, NON SI PUO ficcatevelo nella zucca, e poi lasciarlo ai nipoti è IMMORALE.