Il dibattito sulle primarie popolari lanciate da Art.1 si fa rovente "Nessuno può pretendere l'etichetta di rottamatore e depositario della vera politica" replicano Movimento Liberi Insieme, Movimento Crocetta Presidente e VivaMessina a Reset che aveva innescato la miccia. "Quando Tinaglia appoggiava Saitta noi non eravamo neanche maggiorenni" ricorda VivaMessina "è vero che qualcosa sta cambiando, ma la memoria resta"
La proposta delle primarie d’iniziativa popolare lanciata nei giorni scorsi da Art.1 Autonomia e libertà con l’invito ad un incontro sabato 1 dicembre al Sant’Elia fa discutere, segnale della necessità che si avverte di un confronto reale sui temi che riguardano la politica al di là delle vecchie logiche partitiche. Subito dopo l’appello ai Movimenti e alle associazioni sono arrivate le prime adesioni ed anche il no, motivato di Reset (vedi articolo correlato) che ha innescato la miccia delle polemiche. Il susseguirsi degli interventi rende evidente la voglia di partecipazione al di fuori delle segreterie politiche e il desiderio che certe scelte siano condivise e non calate dall’alto. Il primo a replicare è stato il presidente di Art.1 Alessandro La Cava : “Penso sia un errore non condividere la nostra proposta perché può realmente cambiare la storia della politica locale per una serie di motivi: ad esempio individuare soggetti attivi che si adoperano per fare scegliere al popolo il candidato da imporre alla politica, o selezionare i candidati evitando l’elezione di porta borse o faccendieri di scarso profilo, stabilire chiarezza sui tempi per la realizzazione dei programmi, stilare una carta morale e condividere un patto etico che impone massimo due mandati consecutivi ad ogni livello”.
A ruota arrivano poi le repliche degli altri Movimenti finiti nel mirino di Reset come “poco civici e piuttosto politici”. Dal Movimento Il Megafono Crocetta Presidente, nato nei giorni scorsi, il coordinatore provinciale Giuseppe Ardizzone rivendica l’assoluta novità del metodo: “La spontanea candidatura e la successiva vittoria alle regionali del Governatore Rosario Crocetta nonché la nascita del Movimento che a lui fa riferimento sono esempio di vera rivoluzione rispetto ad una sistema partitico che ha sempre partorito i propri candidati all’interno delle segreterie. Tale nobile ispirazione ed intuizione politica popolare fanno sì che l’interlocuzione diretta con le istituzioni, con le associazioni e con i cittadini, siano cardine di un nuovo modo di intendere la politica ed i nostri ruoli istituzionali, ed è solo in virtù di questo ritrovato senso di appartenenza al territorio, che il Movimento Crocetta, di chiara ispirazione di Centro Sinistra, ha accettato di partecipare all’incontro, convinti che sia arrivato il momento di aprire la stagione del “DIALOGO” anche a Messina”.
Non le manda a dire neanche il capogruppo del Movimento Liberi Insieme Roberto Cerreti, alla luce delle sue battaglie in Consiglio Provinciale e non solo: “Spiace che il rappresentante di Reset non ritenga opportuno partecipare ad un momento di confronto democratico con le varie associazioni sorte nel messinese e che puntano a dare il loro apporto nelle competizioni elettorali del 2013. Il Movimento “Liberi Insieme” nasce alla Provincia e su tutto il territorio provinciale, dopo 36 mesi di vera e ferma opposizione al sistema politico che ha governa Messina. Siamo stati gli unici ad avere il coraggio di scontrarci con il centrodestra sino a giungere nelle aule del Tar e della Corte dei Conti”. Il consigliere provinciale Cerreti ribadisce di non aver mai ottenuto incarichi o consulenze ma di essersi sempre guadagnati i suoi ruoli “sul campo” con i consensi alle elezioni e di aver portato avanti una serie di battaglie su problematiche di emergenza sanitaria, urbanistica e ambientale. Aver fatto e fare politica, in sintesi, non è “una vergogna” solo perché va di moda l’antipolitica.
“Concordo con Reset-prosegue Cerreti- sulla necessità di evitare la riabilitazione di chi ci ha governato e che oggi si nasconde dietro il paravento delle associazioni tentando di riappropriarsi della gestione della cosa pubblica, e mandando avanti candidature per “figliocci ed affini”.
A replicare a Tinaglia è anche VivaMessina, chiamato in causa a proposito dei giovani Zda ,componenti del Movimento e che hanno appoggiato Musumeci alle regionali: “Avendo noi di VivaMessina proposto un modello di chiarezza d'intenti e parole- scrive il presidente Ernesto Marcianò- cogliamo l'occasione per alcune precisazioni: rivendichiamo con orgoglio le storie politiche di ciascuno di noi, formate in partiti che vanno dalle varie sigle dei partiti della sinistra e di quelli della destra, passando per socialisti riformisti e liberali. Proprio per questo abbiamo definito Viva Messina un'associazione politico-culturale, perché non abbiamo complessi d'inferiorità, né verso i partiti né verso i nuovi eroi dell'antipolitica che pensano di essere efficaci in quanto nuovi. E' vero che qualcosa sta cambiando, ma la memoria resta e quindi è inutile reiterare il messaggio del nuovo perché quando Tinaglia faceva le campagne elettorali per Antonio Saitta candidato di Francantonio Genovese, la maggioranza dei componenti di Viva Messina non ancora maggiorenne non aveva diritto al voto. Tinaglia pensa di essere il rottamatore di tutti, mestiere già intrapreso con successo da Grillo. Noi pensiamo che il punto discriminante sia costituito da onestà e impegno: ladri e inefficienti vanno cacciati.”. Quanto alla domanda posta da Reset, ovvero dove sono stati finora questi Movimenti, è sempre Marcianò a rispondere: a studiare all’Università, a lavorare negli uffici, negli studi professionali, nelle aziende. “Ora che non vediamo proposte che possano migliorare la città abbiamo deciso di impegnarci in modo diretto. A noi non importa chi vota Renzi o Bersani, Vendola, Berlusconi o Alfano, Casini, Montezemolo e Fini o Grillo. Noi vogliamo che le eccellenze della nostra città si impegnino.Non ci interessano i nomi. E qui sta la più grande delle contraddizioni di Tinaglia, che dice agli altri di parlare solo di nomi ma lo fa dopo avere imposto il suo. Comunque, niente polemiche, anche a lui il nostro in bocca al lupo perché, secondo noi, Messina ha bisogno di tutti”.
Il fuoco è stato appiccato. E siamo ancora a fine novembre.
Rosaria Brancato
Una guerra tra poveri…..!!!
ma lo sapete come si prendono i voti a messina? non con le belle idee ma chi soddi, io penso pagando bollette,finanziarie,lavatrici,frigoriferi.o se siete bravi compratevi una bella scuola di formazione regionale ahahahah
Cari amici di reset…
Ora è iniziato il gioco vero
È inutile nascondersi, bisogna fare … Politica per fare le cose
Ed il momento e’ giunto .
reset significa reset no ma questo va bene, quello è un amico, no significa RESET chi ci ha portato allo sfascio se ne deve andare via! Farli vincere con una faccia nuova sarebbe gravissimo. RESET attacca tutti quelli che hanno governato e non fa patti con nessuno: genovese, d’alia, buzzanca, gli altri movimenti? Fanno lo stesso? E’ il principio: nessuna fiducia a chi ha già fallito!
Reset esce vincitore da una lettura critica delle dichiarazioni riportate in questo articolo. non ci vuol molto a capire
guardate Crocetta. ora si ritrova a combattere con le beghe delle alleanze con i soliti. meglio perdere che vincere e poi dover lottare con queste vaccate e perder tempo ed energie nella lotta per lo sviluppo. Reset balla da solo, e fa benissimo. il mio voto ce l’ha di sicuro
Fa bene Reset a distinguersi da questi movimenti che guarda caso sorgono sempre in concomitanza delle tornate elettorali. Se Tinaglia ha fatto campagna elettorale in passato per Saitta cosa significa??? Che è marchiato a vita??? Reset non rifiuta la politica, daltronde la vita stessa è politica, ma rifiuta i politici ed i partiti del passato che ci hanno portato allo sfacelo e questo è sotto gli occhi di tutti. VivaMessina ha perso una buona occasione per tacere.
reset avanti così che stai camminando bene, non siamo più così fessi da non capire che la maggior parte di questi nuovi movimenti è un pò di trucco, una cura dimagrante, ed un pò di lifting..chi ha governato negli ultimi anni PDL; UDC; PD deve passare un giro (certo, se sarà così, lo decideranno democraticamente i messinesi), così come i funzionari degli enti dovranno lavorare per fare un servizio. Ciò non significa che fanno tutti schifo, ma il risultato delle loro gestioni di Messina sì.