Non è cambiato molto rispetto ai mesi scorsi, quando il sindacato denunciava condizioni lavorative già difficilissime. Vincenzo Capomolla, rappresentante della federazione messinese di Usb lancia l'ennesimo allarme e racconta vicende poco consone a quella che dovrebbe essere la sanità pubblica.
I lavortori del Policlinico di Messina si preparano alla mobilitazione. Ad annunciarlo è il rappresentante del sindacato Usb Vincenzo Capomolla che ricorda le innumerevoli volte in cui sono stati accesi i riflettori sulle condizioni di lavoro e di assistenza in cui è costretto ad operare il personale, non solo infermieristico, del Policlinico, senza però riuscire a ottenere alcuna inversione di rotta.
«In cambio, dalla vecchia e dalla nuova dirigenza, abbiamo ricevuto una sequela di impegni ad oggi tutti sistematicamente disattesi, insieme ad un atteggiamento spesso coercitivo sul personale da parte di una (troppo) lunga filiera di comando. Senza dimenticare un contratto negato e ad un trattamento economico ormai ampiamente insufficiente e senza alcuna volontà di risposta anche in questa struttura” scrive Capomolla che spara a zero sulla gestione del personale da parte dell’ospedale di viale Gazzi».
Il sindacalista parla di “personale chiamato ad operare al di sotto degli standard numerici minimi previsti, costretto a straordinari regolarmente non pagati, ferie negate, in una situazione non più accettabile sia per le condizioni di lavoro che di assistenza” e si chiede se sia normale ritrovarsi da soli o al massimo in 2 a far fronte spesso a qualche decina di pazienti, al di là di qualsiasi standard. «Deve essere questo il diritto alla sanità pubblica ed il livello per i cittadini?» chiede Capomolla.
«Ora siamo agli esuberi, subito per circa 80 dirigenti medici, insieme all’annuncio che a breve saremo probabilmente di fronte ad un ulteriore esubero di 260 unità di personale non meglio precisato, insieme al taglio di 100 posti letto. L’impressione è di essere davanti ad una procedura di liquidazione: davanti a milioni di cittadini che ormai hanno rinunciato e non accedono più alle cure mediche, si continua ulteriormente a tagliare e licenziare».
Usb ancora una volta chiamerà in causa anche la Regione e l’assessore alla Salute Lucia Borsellino, ma visti gli esiti nulli dai tavoli di confronto ormai la mobilitazione è dietro l’angolo. Prossima settimana si scenderà in strada a protestare.
Altre 350 famiglie messinesi in mezzo ad una strada. L’ecatombe continua, Messina ormai è una città di zombie.
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