Il sindaco manda una lettera di fuoco al presidente Schifani, accusando Scurria di concorrenza sleale
Il Comune di Messina ha offerto 972mila euro, l’Ufficio commissariale per il risanamento 1 milione 302mila euro. E’ stato così aggiudicato l’acquisto di 11 lotti di appartamenti finiti e utilizzabili su un edificio di 18 appartamenti e un lotto di edificio gemello lasciato a rustico da completare, in via Bisignano, a Contesse, nell’ambito del fallimento della ditta Anfa Costruzioni.
Fa notizia la concorrenza fra due enti pubblici. Il sindaco Federico Basile ha scritto al presidente della Regione, Renato Schifani, lanciando l’accusa di concorrenza sleale e di danno erariale di 330mila euro.
“Le allego la relazione del Dipartimento Servizi Tributari e Servizio Patrimonio della Città di Messina in merito all’odierno comportamento del sub commissario per il risanamento della baraccopoli della città di Messina che causerà un danno erariale di 330mila 225 euro in palese “sleale concorrenza” con il Comune di Messina. Per come ho avuto già occasione di evidenziarle il sub commissario Scurria in occasione del suo mandato non ha avuto il garbo di relazionarsi sulle questioni più importanti con il Comune di Messina né con l’Arisme, soggetto attuatore da lei nominato”, sottolineando che la notizia era a conoscenza di Scurria (noi ne avevamo scritto qui, un mese fa).
La nota del dirigente comunale
“Nell’ottica di un contenimento dei costi pubblici, previa verifica della congruità dei prezzi posti a base d’asta operata dal Dipartimento Politiche della Casa – scrive il dirigente del Dipartimento comunale Servizio Patrimonio, Emiliano Conforto -, si è proceduto a formulare le offerte irrevocabili, applicando, per ogni singolo lotto, in ossequio al1’ordinanza e all’avviso di vendita, un ribasso del 25% sul prezzo posto a base d’asta. In sede di gara, si appurava che, per i dodici lotti, oltre alle offerte formulate da questo Dipartimento, erano state presentate altrettante offerte irrevocabili da parte del commissario del Governo per il risanamento della baraccopoli di Messina, Marcello Scurria. Ciò rilevato, ancor prima di aprire le buste, previo confronto telefonico con i deleganti, stante l’assenza di terzi, si valutava di non procedere ad alcun rialzo così da evitare un aggravio di costi a danno dell’Ente”.
“Aperte le buste, previa ammissione di tutte le offerte pervenute, si appurava che, mentre le offerte formulate da questo Dipartimento riproducevano un ribasso del 25% sulla base d’asta, quelle del commissario del Governo per il risanamento della baraccopoli di Messina si attestavano sull’importo a base d’asta aumentato di 500 euro per ogni singolo lotto. Dunque, il professionista delegato alla vendita avviava le dodici sedute di gara che, in assenza di rilanci da parte di questo Dipartimento, portavano all’aggiudicazione dei dodici lotti a favore del maggior offerente commissario del Governo per il risanamento della baraccopoli di Messina. In particolare, salvo ulteriori precisazioni all’esito della consegna del verbale di seduta, a fronte delle offerte formulate da questo Dipartimento per complessivi euro 972.675, il commissario del Governo per il risanamento della baraccopoli di Messina ha offerto un importo complessivo di euro 1.302.900 e, dunque, superiore per un importo pari a euro 330.225 euro”.
La replica
Il commissario per il risanamento replica: “Già da settembre si era fatta la perizia e preparata la documentazione, non sapevo che il Comune avrebbe partecipato. Abbiamo solo fatto un’offerta per l’acquisto di 11 case più un rustico dal quale si potranno ricavare altre 20 case. In totale 31 case per un costo di 1 milione e 300mila euro più 1 milione di ristrutturazione, quindi 2 milioni e 300mila euro. A Fondo Saccà, per la costruzione di 32 case, si spenderanno 5 milioni. In questo caso meno della metà, quindi è un’operazione conveniente”.
…..si apre la campagna elettorale per le prossime amministrative….
Dilettanti allo sbaraglio
Caro Olivieri sembra anche questo un corto circuito come quello fra Comune e Amam. Che dire. Perché pagare indennità così alte a persone non all’altezza. C’è un doppio spreco di risorse.