Entra nel vivo l'inchiesta del PM Marco Accolla per la morte del piccolo Giovanni, nato al Papardo e stroncato da una
Ci sono cinque indagati per la vicenda di Giovanni, il neonato deceduto al Piemonte lo scorso 21 settembre a cinque giorni dalla nascita. La mamma ha partorito al Papardo lo scorso 17 settembre ed ora vuole sapere se il suo piccolo poteva essere salvato.
La donna, insieme al compagno, si è rivolta alla Procura ed il PM Marco Accolla ha avviato l'inchiesta, ordinando il sequestro delle cartelle cliniche, già in mano agli investigatori. Il magistrato, in vista dell'autopsia sul corpicino del piccolo, che sarà affidata domani al medico legale, ha iscritto nel registro degli indagati cinque sanitari, ma non è escluso che il numero dei medici coinvolti salga.
Un atto dovuto, l'avviso da parte del magistrato, per permettere a tutti i camici bianchi e operatori sanitari che si sono occupati della coppia e del bimbo, di partecipare ai passaggi di inchiesta "irripetibili", come è l'esame medico legale.
Giovannino, stando alle cartelle cliniche, ha avuto un problema di ossigenazione del cervello. Era pesante, ben cinque chili, ed è rimasto incastrato con la testolina.
Durante le manovre del parto naturale le ostetriche hanno rivelato alcuni problemi nel l'uscita del piccolo, poi nato con gravi insufficienze che cinque giorni di trafila ospedaliera, tra l'ospedale di Sperone e quella universitaria, non sono riusciti a superare.
Il dubbio della mamma è che il parto cesareo avrebbe potuto salvare il suo bambino, che invece le è stato strappato proprio nel momento in cui avrebbe dovuto vedere la luce.