Per la Funzione Pubblica, è fallimento su tutti i campi, da Messinambiente, ai servizi sociali, ai dipendenti comunali, allo sforamento del patto di stabilità e ai precari del Comune di Messina. Altrettanto sferzante il consigliere Saglimbeni: "Lascia la città in macerie, sull’orlo del dissesto, senza avere risolto nessuna delle questioni sul tappeto"
La “Messina liberata”. Utilizza una citazione epica la Fp Cgil, in vista del 29 agosto, giorno in cui Buzzanca, a meno di clamorose sorprese, rassegnerà le dimissioni dalla carica di sindaco.
“A tirare un sospiro di sollievo – scrive la Funzione Pubblica – saranno in tanti: maestranze della Messinambiente, i lavoratori impegnati nei servizi sociali, i dipendenti comunali e i precari del Comune di Messina. Buzzanca sfodera il sorriso da campagna elettorale elencando tutti i traguardi raggiunti dalla sua amministrazione, parla per frasi fatte, utilizza spot pre – elettorali e scarica su altri le responsabilità della sua pessima gestione. Ma è sufficiente scorrere la rassegna stampa di questi ultimi anni – dichiara Clara Crocè, Segretario Generale della FP CGIL – per rendersi conto in quale modo Buzzanca abbia contribuito fattivamente al degrado della nostra città”.
Crocé passa in rassegna i vari ambiti di intervento: “Non ha salvato il Comune dal default ma, al contrario, con le politiche messe in atto dalla sua Amministrazione, ha contribuito a peggiorare la situazione finanziaria del Comune che inevitabilmente comporterà lo sforamento del patto di stabilità anche per il 2012.
Non ha messo in atto nessuna politica di risanamento e di rilancio in merito a Messinambiente, anzi con la messa in liquidazione dell`azienda sono peggiorati i servizi e i debiti dell`azienda. Lo stesso dicasi per l'Atome3, la cui gestione e' stata affidata, dal sindaco, al suo capo di Gabinetto, Antonio Ruggeri, il quale – secondo la Fp Cgil – dovrebbe dimettersi insieme al sindaco. Milioni di euro di debiti in consulenze esterne e affidamento di servizi aggiuntivi. Grazie al connubio tra Buzzanca e Ruggeri, in questi anni, le condizioni lavorative ed economiche delle maestranze sono progressivamente peggiorate. Per non parlare del servizi, nonostante gli annunci, non registriamo nessun passo in avanti in merito alla raccolta differenziata.
Anche i lavoratori dei servizi sociali attendono con trepidazione il giorno delle dimissioni del sindaco – continua Crocè – il peggior assessore ai servizi sociali che la città abbia mai avuto. Anni di promesse mai mantenute e lavoratori ridotti alla disperazione. A tutt’oggi, siamo costretti a registrare che lavoratori di alcune cooperative sono fermi agli stipendi relativi al mese di maggio. Nonostante le richieste formalmente avanzate, non si ha contezza in merito alla pubblicazione dei nuovi bandi di gara (in scadenza il 31 dicembre 2012) e le risorse che saranno allocate in bilancio per garantire i servizi sociali per il prossimo anno”.
La Fp Cgil passa poi in rassegna la situazione dei dipendenti comunali, paragonando la Giunta Comunale alla corte di Re Sole: “In questi anni Buzzanca ha trasformato un’ala del Palazzo come se fosse la reggia di Versailles. La Corte di Buzzanca ha rappresentato simbolicamente il potere assoluto all’interno di Palazzo Zanca, luogo di accoglienza per i dipendenti vicini al Re Sole, che il sindaco ha alimentato attraverso il sistema della distribuzione di riconoscimenti, di titoli, di straordinari d’oro, di partecipazione a progetti. Mentre i dipendenti comunali ancora attendono la ripartizione del salario accessorio dell’anno 2011. Il sindaco Buzzanca non ha contribuito a risanare le casse comunali ma ha continuato a peggiorare le condizioni economiche del Comune. Incarichi, consulenze, sprechi, che hanno contribuito allo sforamento del patto di stabilità. Infine, i precari ringraziano il sindaco per aver precluso loro ogni possibilità di essere assunti in organico. Con la campagna elettorale alle porte – conclude Crocè – sicuramente partirà la caccia ai voti dei precari. Stranamente i politici si ricordano dei precari al momento delle votazioni. Ma una volta eletti, la maggioranza di loro fa di tutto per tenerli legati nel limbo del precariato”.
Con meno riferimenti storici ma ugualmente incisiva la nota del consigliere comunale del partito democratico, Paolo Saglimbeni: “Nessuno avrà rimpianti. Tutt’altro. Le dimissioni porranno fine a questa insopportabile agonia e consentiranno di coltivare la speranza, sepolta con l’attuale sindaco, di capire se, con il commissario, sarà possibile rispettare il patto di stabilità nel 2012 ed evitare il dissesto. Per il resto dobbiamo far tesoro di questa sventurata esperienza per far sì che nella prossima consiliatura si scelga un sindaco, magari con primarie di coalizione, in grado di conciliare il suo interesse personale con quello della città, attuando il programma concordato in sintonia con gli alleati che lo hanno sostenuto e financo con un’opposizione costruttiva. Deve essere perciò un candidato sindaco disponibile a sottoscrivere un patto chiaro con la coalizione a sostegno, che lo impegni a dedicarsi a tempo pieno nell’esercizio del mandato e a ricandidarsi per il secondo mandato, visto che l’unica prova provata della bontà della azione politica rimane la rielezione”.
“La città – prosegue Saglimbeni – non potrebbe più reggere sindaci come Buzzanca che, una volta eletti, si convincano di avere vinto le elezioni da soli e si sentano legittimati ad esercitare il mandato a proprio uso e consumo, mortificando gli alleati e la stessa assemblea elettiva. Modalità che alimentano il conflitto e non la condivisione persino quando si fanno cose buone. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Lascia la città in macerie, sull’orlo del dissesto, senza avere risolto nessuna delle questioni sul tappeto, dal personale ai rifiuti, alla viabilità, al risanamento, ai servizi sociali, ai tributi, ai cimiteri, alle politiche territoriali e di bilancio, ecc… E paradossalmente, invece di fare il mea culpa, attribuisce ad altri la responsabilità, facendo intendere che potrebbe ricandidarsi se ce ne fossero le condizioni, pur avendo deciso da tempo il contrario”.
AH AH AH AH ….. SEMU RUVINATI E LA cROCè CON I COMPAGNI ESULTA… LORO , LUI , GLI ALTRI TUTTI COLPEVOLI tutti INCAPACI E NIENTE DI NUOVO ALL’ORIZZONTE !! SICH…ESULTANO PUR SAPENDO CHE HANNO SISTEMATO LORO E LUI E GLI ALTRI TANTI DI QUEI LAVORATORI O PSEUDO TALI IN TUTTI QUEI CARROZZONI …LE PRIMARIE MA QUANDO MAI ..ANDATE A FARE RIPETIZIONE ANZI bocciati VOI ..bUZY E GLI ALTRI !! RIDO PIANGENDO E SPERO CHE QUALCUNO CHE PUò FACCIA LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA ..IO NON LI VOTERO’ MA MI CHIEDO COSA FARO’……..?????!!!
Di Buzzanca Messina ricorderà le numerose sconfitte, le promesse non mantenute, il buco pauroso nelle casse pubbliche, il vicino e quasi certo dissesto finanziario, la politica occupazionale fatta per annunci sulla pelle degli illusi e disperati.
Un incompetente da Sindaco e da consigliere regionale (no, il titolo di Deputato non sel lo meriterebbe nemmeno dopo mille mandati).
Mi auguro che alle prossime elezioni regionali gli elettori puniscano un uomo pieno di sè stesso, un vanaglorioso xxxxxxx ed xxxxxxx, in puro stile berlusconiano, dal passato politico inutile e fatuo.
Cara Crocè sei in errore quando affermi che Ruggeri dovrebbe dimettersi assieme al Sindaco poichè:
1)Smetterà di diritto di fare il Capo di Gabinetto in quanto Buzzanca non sarà più sindaco;
2)Dal giorno successivo alle dimissioni di Buzzanca non sarà di diritto più dirigente a tempo determinato in quanto tale funzione è ESPLETATA PER TUTTA LA DURATA DEL MANDATO DEL SINDACO.
ERGO:Da giorno 1 settembre Ruggeri sarà un dipendente come tutti gli altri e quindi non sarà più IL PADRONE DEL COMUNE.
avrà pure la faccia di andare in giro a cercare voti?
Il signor sindaco delle doppie (e triple) poltrone ha prodotto guasti a Messina difficilmente riparabili. Lascia dietro di sè (insieme a tutti i componenti della sua amministrazione) macerie enormi, che sarà difficile rimuovere e che comunque costeranno non poco ai cittadini. Arroganza e protervia hanno coronato tutto il suo mandato. Con le sue dimissioni Messina si libera di uno pseudopolitico ammalato di protagonismo, autarchico, ma soprattutto orbo e sordo rispetto alle esigenze della città. Il futuro della città dello stretto (una definizione che via via si sta perdendo a favore di Reggio) è parecchio nero. E la cosa grave è che non si intravede soggetto capace di assumere l’incarico di sindaco e che possa fattivamente e non solo a chiacchiere far risorgere questa Messina. Non c’è, a mio modesto parere, in tutto il panorama politico che va da destra a sinistra, passando ovviamente per il centro. Messina, sotto numerosi aspetti, pare una città da terzo mondo e solo “unu seriu” potrebbe farla uscire dalla melma in cui è sprofondata. Il problema è: “chi potrebbe essere costui?”
A me dispiace una sola cosa..che per quanto ci sia un fondo di ragione la signora crocè con i suoi modi non è che brilli per xxxxxxxxxxx…