Omicidio De Francesco, si costituisce Adelfio Perticari: tutti i particolari

Omicidio De Francesco, si costituisce Adelfio Perticari: tutti i particolari

Veronica Crocitti

Omicidio De Francesco, si costituisce Adelfio Perticari: tutti i particolari

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giovedì 21 Aprile 2016 - 12:51

I militari dell'Arma sono andati nel carcere di Gazzi, dove si è costituito, per notificargli il provvedimento.

Si è appena costituito nel carcere di Gazzi Adelfio Perticari, il 46enne accusato di aver sparato due colpi di pistola contro Giuseppe De Francesco, uccidendolo. I Carabinieri del Nucleo Investigativo, della Compagnia Messina Centro e della Squadra Mobile della Polizia lo ricercavano da 72 ore, ossia dalla mattina in cui nei suoi confronti era stata emanata un'ordinanza di carcerazione. Quel giorno, quando i militari coordinati dal maggiore Ivan Boracchia erano andati a prenderlo a casa, di lui non c'era traccia.

Era così partita una vera e propria caccia all'uomo, accusato di omicidio volontario, che dopo tre giorni può dirsi conclusa.

I FATTI. Adelfio Perticari, pluripregiudicato, considerato vicino al clan dei Ventura, gestore del bar Orientale e persona ben nota nel Rione di Camaro, è accusato di aver premuto due volte il grilleto contro il ventenne Giuseppe De Francesco. E' la mattina del 9 aprile. Nella via Gerobino Pilli c'è un andirivieni di persone tra cui Perticari e De Francesco. Le telecamere di videosorveglianza della zona riprendono la scena, i movimenti, i passaggi sui motorini. Perticari viene immortalato quando, poco prima degli spari, si trova come passeggero su uno scooter. La sua mano è poggiata sul fianco come se tenesse una pistola. Poco dopo viene immortalato anche De Francesco, anche lui a bordo di un motorino, anche lui diretto nella stessa direzione di quella di Perticari.

Le telecamere non riprendono la scena della sparatoria, avvenuta in un vicoletto adiacente al bar di Perticari in cui non è presente alcun sistema di videosorveglianza. E di certo non è un caso. E' proprio lì che Perticari avrebbe estratto la pistola e sparato due colpi, uno verso la gamba del ragazzo e l'altro verso la schiena. E' probabile che il secondo colpo sia partito mentre De Francesco tentava di scappare col motorino, o almeno questo si suppone dal referto del medico legale. Le videocamere tornano a riprendere la scena poco dopo, quando De Francesco sanguinante viene trasportato su un motorino e poi caricato nella macchina di uno sconosciuto. Trasportato al Pronto Soccorso dell'ospedale Piemonte, il ragazzo morirà poco dopo.

GLI ALTRI ARRESTI. Per l'omicidio De Francesco, il Gip Maria Teresa Arena ha emanato un'ordinanza di custodia cautelare anche per i due uomini accusati di favoreggiamento personale. Si tratta di Giovanni D'Arrigo, 39 anni, e Rosario Maccari, 22 anni. Entrambi sarebbero responsabili di aver "aiutato gli autori dell'omicidio eludendo le investigazioni dell'Autorità". Messi ai domiciliari, durante l'interrogatorio di garanzia hanno eretto un muro di silenzio. Anche quando, poco dopo il fatto, erano stati ascoltati dai carabininieri i due avevano detto di non esser stati nei pressi della via Gerobini Pilli quella mattina del 9 aprile. Parole, le loro, poi ampiamente smentite dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza che, tra l'altro, dimostravano come quella via fosse animata nei concitati momenti della sparatoria.

"Ciò che è certo – si legge nell'ordinanza – è che agli eventi hanno assistito una moltitudine di persone, come dimostrano le immagini alle quali sopra si è fatto riferimento. E d 'altra parte, il fatto si è consumato di sabato, a metà mattina, in un'area particolarmente trafficata. Eppure nessuna delle persone escusse ha inteso fornire un contributo utile alle indagini a dimostrazione del clima di omertà che regna nel quartiere e che deriva dal clima di assoggettamento scaturente dall 'azione della criminalità mafiosa che opera nel territorio".

IL MOVENTE. Un mese prima dell'omicidio, in occasione di un corteo funebre per un giovane ragazzo di Camaro morto improvvisamente, Giuseppe De Francesco era passato da tutti i negozi della zona intimando di abbassare le saracinesce. Una pretesa che il ventenne aveva rivolto sia al tabacchino in cui lavorava un parente di Adelfio Perticari sia allo stesso bar di Perticari, dove vi era il figlio.

Un omicidio che si inquadra, dunque, nella cornice di una vendetta che il giudice ritiene premeditata. Lui stesso, il giorno in cui i carabinieri effettuarono l'esame stub per capire se avesse sparato poche ore prima, dichiarò "i figli non si toccano". D'altra parte ci sono anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Daniele Santovito ad avallare l'idea di un uomo inserito nella "locale criminalità ed avvezzo all'uso di armi da sparo". (Veronica Crocitti)

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