Messinambiente come l’Atm: in liquidazione

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ELENA DE PASQUALE

Messinambiente come l’Atm: in liquidazione

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venerdì 03 Febbraio 2012 - 23:22

Questa la decisione del sindaco Buzzanca al termine dell'assemblea dei soci tenutasi in serata. La società che fino ad oggi ha gestito il servizio di raccolta cittadina, è stata costituita con delibera del consiglio comunale nel 1998

La spina è staccata, Messinambiente va in liquidazione. Questa la decisione giunta in serata al termine dell’assemblea dei soci tenutasi a palazzo Zanca. Che la situazione economico-finanziaria della società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti, così come quella delle altre partecipate, fosse complicata, non è certo cosa nuova, ma sebbene di liquidazione si fosse parlato, tale possibilità non sembrava essere imminente. Almeno fino ad oggi. Prevedibili le “sollevazioni” che tutto ciò potrebbe determinare tra le corpose fila dei dipendenti di Messinambiente (circa 600 più le assunzioni “per sentenza”) e tra i sindacati. La procedura da seguire per lo scioglimento della società, dovrebbe essere la stessa di quella seguita per l’Atm, con il civico consesso chiamato ad esprimersi sulla delibera di liquidazione (esitata dalla giunta). Di diverso avviso sembra però essere l’amministrazione, che ha infatti affidato all’attuale amministratore unico di Messinambiente, Di Maria, l’incarico di liquidatore.

Ricordiamo però che proprio il civico consesso, con atto deliberativo N.54/c dell’11.06.1996, si è espresso per l’affidamento dei servizi di igiene ambientale e attività connesse, a mezzo di una società per azioni, approvando con questo stesso atto anche lo schema di statuto della costituenda società, nonché lo schema dell’avviso pubblico per la scelta dei partners privati con i quali costituirla. Privato che, a seguito delle istanze pervenute ed esaminate da apposita commissione tecnica, il consiglio comunale,con delibera N. 15/c del 13.03.1998, ha individuato, appunto, nella Spa “Messinambiente”, approvando schema costitutivo e relativa convenzione.

Con il passare degli anni, a causa delle cattive gestione che si sono succedute, la situazione è andata peggiorando, fino a rendere la partecipata uno dei tanti carrozzoni del Comune, con debiti che, al 31/12/2010, sono stati quantificati in un totale di 42.498.209,00 di euro, così suddivisi. Tutto ciò, a fronte di circa 45 milioni di crediti vantati e nei confronti AtoMe3, AtoMe1, Comune di Messina e Comune di Taormina.

Un fulmine a cielo non certo sereno, ma che presso gli uffici di via Dogali in pochi si sarebbero immaginati. Quel fulmine, insomma, è diventato un temporale. (ELENA DE PASQUALE)

3 commenti

  1. Fallimento di Buzzanca, l’ennesimo. E di mezzo ci andranno i lavoratori come sempre, mentre lui continuerà tranquillo a percepire le sue 15 mila euro al mese da deputato regionale…

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  2. <>
    Non ho mai sentito parlare di buona gestione per quanto riguarda le municipalizzate… chissà perché…

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  3. non metto in dubbio che molti perderanno il lavoro ,se tale decisione verrà portata avanti.Ma ricordiamoci che molte sono assunzioni clientelari fatte negli anni senza alcuna logica e considerazione di curriculum e capacità reali,di avanzamenti di carriera e stipendi aumentati senza alcun criterio legato agli obiettivi raggiunti.Tutto questo con la complicità di sindacati di tutte le sigle. Ora che ci si scaglia contro Buzzanca, che non ho votato, come unico responsabile, mi sembra veramente ipocrita (non esistono i buoni, i lavoratori ed i sindacati, e i cattivi ,i politici ed i dirigenti). Mi ricordano gli italiani che hanno votato Berlusconi e ora se la prendono con Monti perchè mette pezze dei buchi lasciati dal vecchio governo

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