Cittadini e imprese del comprensorio nebroideo andranno incontro a disagi e disservizi per la decisione del Credito siciliano di chiudere la filiale di Sinagra. La Cisl nebroidea ritiene che non è più tempo di accettare passivamente le logiche imposte da chi fa di tutto per marginalizzare ancora il territorio.
«È inaccettabile la politica di spoliazione attuata ai danni delle comunità dell’entroterra». A dirlo è Basilio Caruso, referente della Cisl nell’ambito di Sant’Agata di Militello, commentando l’ennesima scelta che contribuisce a «desertificare i territori ed aumentare i disagi per i cittadini, i clienti, le imprese».
Il riferimento è alla decisione della governance del Credito Siciliano che ha annunciato la chiusura della filiale di Sinagra, dove confluiscono attualmente tanti clienti e utenti di Floresta, Ucria e Raccuja che, negli anni scorsi, hanno visto la soppressione dei rispettivi sportelli.
«L’auspicio è che siano salvaguardati gli attuali livelli occupazionali – afferma Basilio Caruso – è una decisione che non solo non tiene conto dei legittimi diritti dei cittadini e dei clienti, ma sembra ingiustificata anche dal punto di vista della economicità. E sorte analoga è già toccata a diverse municipalità della nostra zona, per iniziativa di altri istituti di credito che erano presenti in precedenza».
La Cisl nebroidea ritiene che non è più tempo di accettare passivamente le logiche imposte da chi fa di tutto per marginalizzare ancora il territorio. Per il sindacato serve uno scatto di orgoglio affinché non si resti impassibili di fronte allo Stato che chiude i Tribunali, che scarica i costi per la gestione degli uffici di Giudice di Pace sugli enti locali che scelgono di mantenerli, che sopprime le sedi dell’Agenzia delle entrate, che elimina importanti uffici degli istituti di previdenza, che minaccia perfino la soppressione di talune caserme dei Carabinieri qualora i proprietari non accettassero le loro condizioni di riduzione dei costi per gli affitti.
«È bene ricordare che ci sono funzioni sociali che non possono essere legate esclusivamente a costi e benefici – continua Caruso – la classe dirigente della nostra zona, prima di tutto quella composta da eletti nelle Istituzioni, alzi la testa ed impedisca che, nell’indifferenza generale, quotidianamente si calpesti la dignità delle persone, che già pagano prezzi altissimi per l’assenza e l’inadeguatezza delle infrastrutture presenti in quest’area».
Per il referente Cisl, il comprensorio dei Nebrodi ha bisogno «di un progetto di sviluppo vero, non solo virtuale come quelli fino ad ora visti, perché ogni giorno che passa, tra disagi e disservizi, la vivibilità dei cittadini viene messa a soqquadro, costringendo la gente a soffrire, oppure a gettare la spugna e andare a cercare fortuna altrove».