In occasione del pranzo organizzato dai Consiglieri comunali, abbiamo dato voce ai vecchietti ospiti della struttura comunale e per tutti c'è solo un desiderio: restare lì dentro, in quella che è diventata la loro casa
«Da 31 dicembre Casa Serena sarà temporaneamente evacuata». Nell’incontro con i giornalisti per i tradizionali auguri di Natale, il commissario straordinario, Luigi Croce, ha annunciato che gli ospiti di Casa Serena saranno trasferiti in strutture a norma, probabilmente in provincia. I diretti interessati, però, non sono stati messi al corrente di ciò che succederà dal 1 gennaio e considerano solo «voci di corridoio e chiacchiere» le notizie che li vorrebbero fuori di lì tra dieci giorni. Per gli anziani di Casa Serena è assurdo persino pensare di poter andare altrove. Anche gli assistenti sociali inviati dal Comune per iniziare a dar loro la triste comunicazione si sono ad un certo punto “arresi” e dopo tre visite hanno capito che ogni discorso o spiegazione sarebbe stata inutile.
In occasione del pranzo organizzato dai Consiglieri comunali (vedi articolo a parte), abbiamo voluto dare voce ai vecchietti ospiti della struttura comunale, chiacchierando con alcuni di loro mentre gustavano un buonissimo cannolo alla ricotta .
Emma è la “pasionaria” del gruppo, ha 72 anni, vive lì dentro da 14 ed è una «zitella» con un passato da “poetessa”. «Pensano che qui dentro siamo tutti rincoglioniti e non capiamo, ma non è così. Noi da qui non ce ne andiamo, questa è la nostra casa». Emma la più consapevole di ciò che sta accadendo fuori e ha talmente chiara la situazione che non esita a dire: «Se mi dicono che mi vogliono trasferire , io rifiuto il trasferimento e da qui non mi muovo».
Non tutti gli anziani di Casa Serena hanno la stessa lucidità di Emma, ma esattamente come lei esprimono una sola volontà: «vogliamo rimanere qui».
La signora Antonia ha 83 anni e vive lì da circa un anno: «Questa è la mia casa e sono contenta di stare qui. Dove mi vogliono mettere? Qui ho tutti i miei vestiti, i miei cappotti, dove vanno a finire?», ripete più volte preoccupata. Accanto a lei siede la cognata, la signora Concetta, di 86 anni: « Noi ci troviamo bene, ci trattano con rispetto e ci sentiamo a casa. Perché dovremmo andare via?». E di traslocare in altro posto non ne vuole sentire neanche la signora Giovanna, 84 anni , ospite a casa Serena da circa tre anni. «I miei parenti vivono tutti a Messina e vengono a trovarmi regolarmente, cosa succederebbe se mi mandassero in Provincia?». La segue a ruota Francesco, 68 anni: «Se mi trasferissero lontano, ad esempio a Mistretta, resterei solo perché perderei tutti i miei parenti. Adesso vengono qui , mi portano i ricambi e sento la loro presenza, ma se mi allontanassero non li vedrei più». Francesco non crede alla storia della struttura poco sicura: «Casa mia è vecchia, che ha 400 anni, non questa costruzione che ha 50 anni. Io qui mi sento protetto. E, poi, che fanno, mandano tutti a casa?»
Tra gli ospiti di Casa Serena, ci sono anche i coniugi Vittorio, 91 anni, e Bianca 83, ex proprietari di un negozio in via santa Cecilia ci tengono a sottolineare. «Ma a 91 anni dove mi vogliono portare?» esordisce Francesco, che sicuro aggiunge: «Io non mi muovo, sono invalido e da qui non mi sposta nessuno». La moglie lo accarezza dolcemente e con la testa annuisce.
Dopo il pranzo, ci siamo trasferiti in un’altra sala della struttura, dove i vecchietti di Casa Serena hanno ascoltato le canzoni cantate dal giovane talentuoso Vincenzo Belfiore e le barzellette del presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti. E tra una risata e una fetta di panettone, la frase pronunciata da un anziano ha riportato tutti drammaticamente alla realtà: «Ma che pensano che siamo un canile che ci chiudono da un giorno all’altro?».
Il gelo è calato nella stanza e l’atmosfera si è fatta ancora più pesante quando un’altra ospite di Casa Serena, ha sottolineato: «Ci stanno facendo passare un natale di dissapori».
Già, perché anche per loro è Natale, forse l’ultimo Natale a Casa Serena. (Danila La Torre)
Cmq non sarà l’ultimo natale… vedrete che nelle case di riposo della “casta” si starà anche meglio….
Non si possono trattare degli esseri umani,specie anziani, come pacchi, specie se la struttura non chiude per sempre ma solo temporaneamente.La ristrutturazione si potrebbe fare senza spostare gli anziani,o al massimo rimandando per qualche giorno in famiglia chi una famiglia ce l’ha.