Arrestato scafista: ad incastrarlo la maglietta rossa con la scritta "Ferrari"

Arrestato scafista: ad incastrarlo la maglietta rossa con la scritta “Ferrari”

Veronica Crocitti

Arrestato scafista: ad incastrarlo la maglietta rossa con la scritta “Ferrari”

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giovedì 11 Giugno 2015 - 18:28

Si chiama Omar Mechiri, è un tunisino di 22 anni ed è accusato di essere lo scafista del barcone in legno su cui sono stati salvati, nel Canale di Sicilia, i più di 260 migranti sbarcati due giorni nel Porto di Messina.

E’ stata quella maglietta di un bel rosso acceso, con il simbolo del cavallino rampante e la scritta Ferrari sul colletto ad incastrarlo. Difficile non riconoscerlo in mezzo ai più di 260 migranti sbarcati a Messina due giorni fa, difficile non ricordarsi del suo volto, di quel particolare indumento. E’ finito in manette Omar Mechiri, tunisino di 22 anni, accusato di essere lo scafista del barcone in legno su cui sono stati salvati, nel Canale di Sicilia, i più di 260 migranti sbarcati due giorni nel Porto di Messina.

Era stato il pattugliatore svedese Poseidon a trovare in mare aperto i profughi e trarli in salvo. Poi, una volta giunti in città, tutti i migranti sono stati accolti, rifocillati e visitati dal personale medico. Dopo le operazioni di screening e di identificazione, effettuate come di routine dall’ufficio Immigrazione e dalla Polizia Scientifica, uomini, donne e bambini sono stati a lungo ascoltati. Ognuno di loro ha raccontato la propria storia, la propria testimonianza.

Avevano viaggiato per circa nove ore in modo disumano, uno sull’altro, stipati in stiva come bestie. Quando sono stati soccorsi, il loro barcone di fortuna era alla deriva, in avaria da tempo. C’erano persone di nazionalità diversa, tutte provenienti dal continente africano. Le tariffe del “viaggio” variavano dalla sistemazione sul barcone: più costoso per chi stava sul ponte, prezzi scontati per chi si accontentava del sotto coperta.

Tra i profughi arrivatic’era anche chi si era dato da fare su Facebook, grazie ai consigli di chi era già riuscito a raggiungere l’Italia, la Germania o la Francia. “Tramite Facebook – è stata una delle testimonianze – mi hanno detto come fare. Avendomi consigliato di recarmi in Libia, ho raggiunto Tripoli, dove ho incontrato un mio connazionale che conosce la città, il quale mi ha fatto incontrare un libico. L’incontro è avvenuto in un bar di Tripoli e io ho accettato le condizioni per raggiungere l’Europa”. Circa 200 dei migranti sbarcati due giorni fa sono già in viaggio verso altri centri di accoglienza in Abruzzo, Lombardia, Veneto e Trentino, partiti per lasciar posto a chi, probabilmente, nel frattempo arriverà in Sicilia. (Veronica Crocitti)

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