Un 2020 all’insegna di Beethoven.

Un 2020 all’insegna di Beethoven.

Giovanni Francio

Un 2020 all’insegna di Beethoven.

mercoledì 08 Gennaio 2020 - 08:15

Quest’anno ricorre il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven. Il grande compositore tedesco infatti, nacque a Bonn il 17 dicembre del 1770. In quella data vide i natali uno dei più grandi geni nel campo musicale che l’umanità abbia mai generato, la cui importanza, nell’ambito della storia della musica, è, senza esagerare, immensa.

Difficile scrivere qualcosa su Beethoven che non sia già stato scritto, ma in queste brevi righe voglio riassumerne almeno l’importanza, ed indicare gli appuntamenti principali, in Europa e nel nostro territorio, che celebreranno l’avvenimento. Beethoven rappresenta il primo compositore che si sgancia dalla sudditanza delle corti, nelle quali Haydn fu maestro perfettamente integrato e Mozart succube ribelle, diventando un imprenditore di se stesso, quello che oggi definiremmo un musicista libero professionista.

Nel campo sinfonico, le sue nove Sinfonie rappresentano la nascita della sinfonia romantica e moderna, e qualsiasi musicista che dopo di lui si è cimentato in questo genere sinfonico ha dovuto fare i conti con queste insormontabili colonne della musica. Ha composto una sola opera, “Fidelio” in lingua tedesca, (un Singspiel) che rimane un caposaldo nella letteratura operistica tedesca. Nel campo della musica sacra ci ha lasciato un immenso capolavoro, La Grande Messa Solenne OP. 123, nella quale il musicista ha saputo fondere lo stile dei grandi maestri antichi – Handel in primis – con uno più moderno, romantico e di grande valenza drammatica. Le sue trentadue Sonate per pianoforte rappresentano un monumento che non ha eguali nella letteratura pianistica, e anche in questo caso possiamo tranquillamente affermare che con Beethoven nasce la moderna Sonata per pianoforte.

Straordinaria la sua produzione musicale in ambito cameristico, ove ad es., le sue cinque Sonate per violoncello e pianoforte restano ancora oggi, in particolare le ultime tre – Op. 69 e Op. 102 n. 1 e n. 2 – un modello insuperato. Ma è nel genere del Quartetto d’archi probabilmente che il grande genio di Bonn ha lasciato ai posteri il suo più prezioso lascito. Considerato spesso come l’espressione più elevata in musica dello “Sturm und Drang”, grazie alle sue imponenti e fortemente drammatiche composizioni più famose, quali la Terza sinfonia “Eroica”, la Quinta – col suo famosissimo incipit che Beethoven stesso intese come il destino che batte alla porta – la Settima, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 “Imperatore” etc., i suoi ultimi Quartetti d’archi – Op. 127, 130. 131, 132, 135, e la Grande Fuga per quartetto d’archi Op. 133 – vanno oltre il suo tempo e precorrono di quasi un secolo la musica che verrà, per l’arditezza armonica, la libera costruzione delle forme, i temi straordinari ed indimenticabili, l’arte sublime della variazione e del contrappunto.

Non per niente Igor Stravinskij definì la Grande Fuga il brano più contemporaneo che conoscesse. Questi avveniristici terreni artistici, allora impensabili, nei quali Beethoven si avventurò nell’ultimo periodo della sua vita, già completamente sordo, sperimentazioni sonore dove gradualmente viene abbandonata la forma sonata in favore di altre – come, ad es., l’arte della variazione, portata alle sue estreme raffinatezze, o la rielaborazione della fuga barocca in chiave drammatica – propri degli ultimi Quartetti per archi, avevano già preso forma nelle ultime cinque Sonate per pianoforte (Op. 101, 106, 109, 110 e 111), nelle ultime già ricordate Sonate per violoncello, e nell’ultima Sinfonia , la Nona.

La Sinfonia n. 9 in re minore Op. 125 “Corale” è la prima e unica manifestazione per grande orchestra di questo c.d. terzo periodo compositivo di Beethoven, cioè dell’ultima fase della sua esistenza. Nella Nona tutto è monumentale, ogni movimento, allegro o adagio che sia, viene portato alle estreme vette musicali. A dispetto dei vari aneddoti illustrativi circa il suo carattere scontroso e diffidente, nei quali spesso viene dipinto quasi come un misantropo, Beethoven, con la sua ultima sinfonia, ha lasciato ai posteri un potente messaggio illuminista, una sconfinata fiducia nell’uomo.

Ormai troppi anni fa il tema dell’Ode di Schiller – l’ultimo movimento, corale, della Nona sinfonia – fu scelto dall’Unione Europea come proprio inno, per celebrare i valori fondanti dell’Unione, la fratellanza, la solidarietà, la pace, la gioia. Beethoven credeva fortemente nella fratellanza umana, “Diesen Kuss der ganzen Welt! Brüder, über’m Sternezelt” (Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio al mondo intero). In un momento storico ove sinistri venti di guerra soffiano minacciosi, il messaggio universale di Beethoven è sempre più attuale, può scuotere le coscienze, arrivare nel profondo di ognuno; il suo “bacio al mondo intero” è anche il suo lascito spirituale all’umanità.

Innumerevoli gli appuntamenti musicali programmati in tutto il mondo per celebrare questo importantissimo anniversario. Gli appassionati di musica, e di Beethoven in particolare, che ne abbiano la possibilità, quest’anno dovrebbero senz’altro programmare un viaggio a Bonn, a Vienna o a Salisburgo. Bonn, la sua città natale, ogni giorno del 2020, per 365 giorni, dedica al suo più illustre figlio un evento, concerto o conferenza che sia. Vienna, la città ove il musicista visse e compose per la maggior parte della sua vita, e ove morì, si appresta a celebrare in grande il 250° anniversario, con molteplici concerti, dei quali voglio ricordare quelli che si terranno alla prestigiosa sala del Musikverein (la sala del concerto di capodanno), che festeggia nel contempo i 150 anni di esistenza dell’edificio. Il Musikverein, ove tra l’altro è custodito lo spartito autografo dell’Eroica, dal quale Beethoven cancellò la sua dedica a Napoleone, per sostituirla con “Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand’uomo”, propone circa ottanta concerti con musica di Beethoven, fra i quali le Sinfonie eseguite dall’Orchestra Filarmonica di Vienna diretta da Andris Nelsons, i cinque Concerti per pianoforte con il solista Rudolf Buchbinder che li eseguirà con cinque orchestre diverse fra le più prestigiose al mondo, il ciclo integrale delle Sonate per pianoforte eseguite da Daniel Barenboim.

A Salisburgo, in occasione dell’omonimo Festival che a sua volta celebra il centesimo anniversario dalla nascita, verranno eseguiti numerosissimi concerti dedicati a Beethoven fra i quali mi piace segnalare la Nona Sinfonia diretta dal nostro Riccardo Muti, ed uno straordinario concerto da camera: il Quartetto Hagen (uno dei più importanti al mondo) che eseguirà i Quartetti Op. 130, Op. 131 e la Grande Fuga per quartetto d’archi Op. 133. Anche i meno fortunati possono comunque ascoltare dell’ottima musica Beethoveniana nel nostro territorio. I

l Teatro Massimo di Palermo, nel corso di tutto l’anno, vedrà eseguite le nove Sinfonie, – la Nona già eseguita sabato 4 u.s. – i cinque Concerti per pianoforte e orchestra e il Concerto per violino e orchestra (le date si possono consultare nel sito ufficiale del Teatro Massimo). Anche a Messina si può ascoltare la splendida musica di Beethoven, grazie alle storiche Associazioni musicali, Filarmonica Laudamo, Accademia Filarmonica e Vincenzo Bellini, le quali hanno dedicato diversi momenti delle loro stagioni concertistiche al grande compositore tedesco. Nell’ambito della stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, il 2 febbraio è in programma “Buon compleanno Ludwig”, con l’Ars Trio di Roma che eseguirà le Variazioni Op. 44, le Variazioni “Ich bin der Schneider Kakadu, ed uno dei massimi capolavori cameristici del compositore tedesco, il Trio n. 7 Op. 97 “Arciduca”. Il 26 aprile il pianista Santi Calabrò, in un concerto dal titolo “Beethoven 1770-1827. Ritratto dell’artista da giovane”, eseguirà l’Andante Favori, le Sonate Op. 2 n. 3, Op. 10 n. 3 e la celeberrima Op. 13 “Patetica”. La stagione concertistica delle Associazioni Musicali Riunite Accademia Filarmonica, V. Bellini – che ha già inaugurato la stagione (una matinée) con l’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 “Imperatore” da parte dell’Orchestra di Stato dell’Armenia, con Gloria Campaner al pianoforte – ha in programma: l’11 gennaio, nell’ambito del “Progetto Beethoven” – Ciclo integrale dei trii per archi e pianoforte – il Trio Siciliano eseguirà ancora il Trio Op. 97 “Arciduca”, e i Trii Op. 1 N. 3 e WOO 39.

Il primo febbraio, sempre nell’ambito del “Progetto Beethoven”, il Quartetto Werther eseguirà il giovanile Quartetto per pianoforte e archi Op. 16. Ancora nell’ambito del “Progetto Beethoven”, il 14 marzo, Andrea Griminelli (flauto) e Irene Veneziano (pianoforte), eseguiranno la Serenata In re maggiore Op. 41. Il 4 aprile la pianista Olga Kern eseguirà le Variazioni in do minore e la Sonata n. 21 Op. 53 (la celeberrima “Waldstein”). Il 9 aprile sarà la volta di un’altra celebre Sonata, la n. 23, Op. 57 “Appassionata”, che verrà eseguita dal pianista Marco Zappia. Infine il 3 maggio, nell’ambito del “Progetto Beethoven” – Ciclo integrale dei trii per archi e pianoforte -, il Barium Trio eseguirà i Trii per archi e pianoforte Op. 1 n.1 n. 2 e Op. 44.

Nessun concerto è attualmente in programma nell’ambito della stagione musicale del Teatro Vittorio Emanuele, ma, dal momento che la data esatta dell’anniversario è il 17 dicembre, si confida che anche il Teatro cittadino vorrà celebrare entro l’anno il grande Beethoven. Auguro a tutti, appassionati e non, uno strepitoso anno Beethoveniano.

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