Un anno di storie: le più lette (e dibattute) quelle dei "viaggi al contrario" di Veronica e Consuelo

Un anno di storie: le più lette (e dibattute) quelle dei “viaggi al contrario” di Veronica e Consuelo

Giuseppe Fontana

Un anno di storie: le più lette (e dibattute) quelle dei “viaggi al contrario” di Veronica e Consuelo

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domenica 31 Dicembre 2023 - 16:22

Entrambe non sono nate a Messina ma hanno scelto di "diventare" messinesi, in modi e luoghi diversi. Tra le tante vite raccontate, sono state le più d'impatto del 2023

MESSINA – Piccola premessa più che doverosa: Tempostretto ormai da anni, ogni settimana, propone le storie di messinesi che hanno fatto, fanno, faranno, qualcosa di particolare per sé o per la propria terra. Abbiamo raccontato soprattutto storie di emigrazione, di chi lontano dallo Stretto è riuscito a realizzare i propri sogni, portando sempre con sé, con orgoglio, il proprio essere messinese. Abbiamo raccontato tante volte anche di chi torna, perché dopo “giri immensi” è stata proprio Messina la via verso la propria realizzazione personale. E abbiamo parlato di viaggi in terre esotiche, di lavori in città da sogno, di idee e progetti in ogni parte d’Europa e del mondo. A tutti loro, a chi ci ha permesso di raccontare la propria storia, va non soltanto un grande ringraziamento, ma anche un forte incoraggiamento per quanto fatto e quanto ancora ci sarà da fare.

Le due storie di “viaggi al contrario”

Ma nel 2023 c’è stata una particolarità: le due storie più lette, dibattute e commentate, riguardano due giovani che non sono messinesi d’origine ma che a Messina hanno trovato la propria casa. Si tratta di Veronica Franzoni e Consuelo Damico. La prima, a inizio anno, ha raccontato il suo viaggio al contrario da Brescia allo Stretto, semplicemente per seguire il proprio istinto. Ed è grazie a questo viaggio che ha trovato un nuovo equilibrio. La giovane donna già dal 2021 è sbarcata in Sicilia, per lavorare a Salina e fare la classica esperienza lavorativa estiva. Da lì non se n’è più andata, come lei stessa ha raccontato: “Dall’ottobre del 2021 ho iniziato a incastrare tutto: la casa, il lavoro, portare da Brescia la macchina. Ed è iniziata la mia vita a Messina”.

Veronica a Messina ha trovato il suo “equilibrio”

Poi il lavoro nella ristorazione, le abitudini che cambiano e un amore sempre maggiore per la città: “Qui a Messina ho trovato il mio equilibrio. A casa stavo bene, ma mi mancava qualcosa. Lì conoscevo tutto e tutti quelli che potevo conoscere, avevo bisogno di stimoli diversi. Quando sono partita, ma soprattutto quando mi sono stabilizzata definitivamente, è stato bello: mi sentivo a casa, come se fossi sempre stata qui in riva allo Stretto. Sembra una frase fatta, ma non lo è per me”. Una storia con tutti i suoi pro e i suoi contro, che ha colpito i lettori, in positivo e negativo (clicca qui per l’articolo completo).

Consuelo da Milano a San Piero Patti

Così, è anche di più, è stato per Consuelo Damico, giovane donna di 36 anni nata e cresciuta a Milano, città spesso raggiunta proprio da tanti messinesi e siciliani e che lei, nel 2018, ha salutato (clicca qui per leggere la storia completa). Il suo addio, con un figlio piccolo tra le braccia, è stato per approdare a San Piero Patti, lì dove hanno vissuto i nonni materni e dove lei ha trovato il proprio piccolo paradiso. E così, tra auto ed enormi camion per traslocare, Consuelo ha lasciato il suo lavoro con contratto indeterminato e ha saltato praticamente nel buio, in cerca di un equilibrio tutto nuovo e “più sano”.

“Qui mio figlio è felice”

Lo ha trovato lontano da quella “utopia” chiamata Milano, non più sicura per sé e per crescere suo figlio, in una San Piero Patti che le ha permesso da subito di intrecciare rapporti e guadagnarsi opportunità, con voglia di fare e intraprendenza. Consuelo Damico ha iniziato a collaborare con diverse associazioni, per muoversi lungo tutto il territorio messinese tra eventi, laboratori e workshop, aiutando ragazze più giovani e non solo: “I soldi non ti fanno felice, non bastano quelli, c’è anche la vita. Ora, qui, mi sto prendendo le mie rivincite, a Milano lavoravo e basta”. E soprattutto: “Al di là della differenza dei costi nel crescere un figlio qui o al nord, la cosa principale è che lui possa giocare all’aria aperta e nella natura. Lui è felice: per me questo conta più di ogni altra cosa”.

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