Martedì sera la fiaccolata per chiedere verità e giustizia sul giallo di Caronia
E’ passato quasi un anno da quando Viviana Parisi e il figlio Gioele si sono allontanati da casa, e non vi hanno fatto più ritorno. Un anno di ricerche disperate contro ogni evidenza per Daniele Mondello, la sua famiglia e gli amici, poi di dubbi, tormenti, domande. Senza neppure il conforto di poter celebrare l’ultimo saluto a mamma e figlio.
In questi mesi Daniele si è ancorato alla sua vita “di prima”, prima di quel tragico 3 agosto, attaccandosi alla forza che serve per condurre una battaglia alla ricerca di una verità e tenendo viva la memoria di sua moglie e del suo bambino attraverso la musica, le immagini, le parole. Accanto ha avuto sempre la sua famiglia e quella di Viviana e la comunità di Venetico, mai sopra le righe nell’accompagnarlo in questo duro cammino.
Comunità che gli si stringerà intorno certamente anche il prossimo 3 agosto, alle 19, quando nel centro tirrenico si terrà una fiaccolata organizzata proprio da Daniele nella prima ricorrenza della scomparsa.
Un ulteriore modo, per lui, di sentirli vicini, ma soprattutto di ribadire con forza che no, Viviana non avrebbe mai fatto del male al suo bambino, e nella ricostruzione degli inquirenti c’è qualcosa che non quadra.
Il suo principale perito di fiducia, il criminologo Lavorino, ribadisce la sua tesi: mamma e figlio sono morti asfissiati, forse affogati, poi i loro corpi spostati. Mentre i suo legali, gli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello, sono pronti a chiedere al giudice per le indagini preliminari di non archiviare il caso, come chiesto invece dalla Procura di Patti.