"Un cambio di stile per un governo nuovo"

“Un cambio di stile per un governo nuovo”

Autore Esterno

“Un cambio di stile per un governo nuovo”

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sabato 07 Settembre 2019 - 08:20

La riflessione di Pino Currò, coordinatore tavolo dell'autismo, sul nuovo governo

Di seguito la riflessione di Pino Currò sull’attuale momento politico

Abbiamo un nuovo Governo, sarà  quello giusto? Staremo a vedere.  Al di là delle buone intenzioni, che contano, molti fanno rilevare che c’è stata una fusione a freddo, dettata dalla necessità e dalla esigenza imperativa di arginare la valanga Salvini. Soprattutto quando questi ne ha dato l’opportunità, ad un M5S ormai succube ed incapace a liberarsene.  Sono gli evidenti limiti iniziali. Ancora il travaglio interno vissuto dai due partiti, M5s e PD, negli ultimi tempi, deve essere pienamente esplicitato e metabolizzato. Oltre che i forti contrasti che si sono troppo spesso manifestati in termini irruenti ed anche offensivi.

No a politica gridata

Una prima considerazione attiene allo stile tutto italiano, al costume : quando impareranno i vari personaggi politici ad essere più accorti, a mantenere un basso profilo e a non perseguire una politica gridata ? Proprio perchè in politica vale il detto : Mai dire mai ! Il nemico di prima non lo è più nel giro di pochissimo tempo. Sarebbe meglio considerare i contendenti come avversari necessari all’esercizio della Democrazia, che è un bene comune. E’ evidente che su questo terreno devono recuperare credibilità TUTTI.

L’intesa

Il PD a trazione Zingaretti ha reso possibile tale accordo innescando una fase nuova, che però ancora è tutta da sperimentare. Non si è potuto o voluto completare l’esercizio di una seria autocritica che sviluppasse dei ragionamenti condivisi sugli errori commessi nel recente periodo renziano e in quelli precedenti. Ancora prevalgono le lotte intestine o l’intenzione di soprassedere  e di rinviare ad altri momenti la resa dei conti. Il  M5S, a seguito del trauma subito nel Governo con la Lega, ha tirato un grosso sospiro di sollievo, teso a valorizzare gli elementi positivi che lo avvicinano al PD, che non quelli divisori. Di Maio in un sussulto di orgoglio ha ricompattato il suo popolo facendo leva sulla inconfondibile identità originaria. Eppure questa perdita d’identità c’è stata. Questa metamorfosi è avvenuta, poichè il M5s ha ceduto alle lusinghe della Lega di Salvini. Anche su tali disastri occorrerà che si avvii nel suo gruppo dirigente e nel suo popolo una seria riflessione. D’altra parte ha dimostrato di acquisire con tale metamorfosi una notevole capacità di adattamento. Ne ha fatto di strada dallo “splendido isolamento” alla intercambiabilità dei partner. Questo capacità di pragmatismo si può scambiare per opportunismo ? O per “difesa della poltrona”, come dice Salvini ?  Le risposte dovranno arrivare presto con fatti concreti.

Coesione

Occorre dare anche una immagine di coesione, che nel Governo precedente è stata fortemente compromessa.  Ma non basterà, come non è bastato prima, un Governo improntato esclusivamente “sul fare”. Certamente le risposte concrete devono arrivare, soprattutto le più impellenti. Ma occorrerà inventarsi uno stile nuovo, determinare un linguaggio nuovo, che sia realmente attrattivo per “incantare” la gente, A cominciare da una credibile ricomposizione dell’identità. Che vuol dire oggi essere progressisti o di sinistra ? Oppure non essere né di destra né di sinistra.

Destra e sinistra

 I partiti di Governo “progressivamente” saranno costretti a soluzioni condivise con forti connotazioni “ideologiche”, evitando però che qualcuno se ne assuma il merito. Insomma ridisegnare una idea di civiltà e di futuro, di pari passo con un processo che accomuni altre nazioni e soprattutto l’Europa unitariamente. Espressioni come “integrazione” e “condivisione” acquisteranno sempre più valenza, in un senso o nell’altro. Abbiamo già registrato come la coesione, la credibilità abbiano fatto guadagnare alcuni miliardi e abbassare lo spread. E’ un fattore psicologico che ha la valenza del naso di Cleopatra. Può piacere o no, ma rimane sempre fortemente attrattivo. Pertanto il richiamo alla volontà del Popolo può essere esplicitato nel impegno virtuoso di ritornare a discutere, a dibattere anche animatamente. Io, che ho vissuto con grande partecipazione il periodo in cui imperavano le Scuole di Partito o di Sindacato, ne ricordo il valore, allora insostituibile. Esse servivano certamente ad indottrinare. Ma sicuramente dettavano la linea, contribuivano a dare certezze.

Torniamo a parlare

Oggi tutto ciò non c’è più. C’è solo il Web, che ha preso il sopravvento su tutto e tutti. Mi sento di dire provocatoriamente ma anche utopisticamente : Riprendiamoci la Piazza ! ma non per scontrarci. Per discutere. Torniamo ad occupare le Aule delle Facoltà ! ma per disegnare assieme ai nostri figli il loro futuro. Riacquistiamo il gusto di indire una assemblea nel posto di lavoro, non per ottenere qualche euro in più, ma per parlare del valore della democrazia e della solidarietà. Insomma facciamo qualcosa che inverta la tendenza inarrestabile a rinchiuderci in noi stessi ed a guardare con sospetto  chi ci sta accanto. Ancora una proposta.

Per favore chiediamo con grande determinazione a chi ci governa la Riforma del Comportamento. Che li induca pian piano ad apprendere come parlare alla gente in modo chiaro, diretto, senza fronzoli. Senza che si utilizzino termini offensivi o tendenti alla delegittimazione dell’altro. E’ un cambiamento di stile, a forte connotazione culturale, che non costa nulla. Anzi può fa acquistare a tutti grande credibilità e far cambiare un Paese a 360 gradi

Pino Currò (coordinatore Tavolo tecnico sull’autismo)

Un commento

  1. ma quale governo nuovo tutto vecchio e peggio di quelli passati, vedrete come ci sistemeranno per le feste alla prossima finanziaria daremo pure le mutande se ce li abbiamo ancora

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