Un Halloween siciliano. Ognissanti da pelle d'oca

Un Halloween siciliano. Ognissanti da pelle d’oca

Daniele Ferrara

Un Halloween siciliano. Ognissanti da pelle d’oca

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giovedì 31 Ottobre 2019 - 07:18

La dimensione ultraterrena è un’incognita che non può essere trattata con aria sbarazzina (come si vorrebbe), ma nemmeno si può vivere nello sgomento

Siamo in pieno autunno, le notti si stanno facendo più buie. Giunge una festività che in un modo o in un altro ci è cara, nondimeno travagliata. Frequentissime ogni anno sono le critiche ad Halloween, incriminata quale festa straniera e financo perversa; ed emerge il confronto fra la focalizzazione di All-Hallows-e’en sulla paura, e la quieta e inconsapevole spensieratezza del Giorno dei Morti, e sorge spontanea la domanda: quale delle due? Ma la Festa dei Morti siciliana, in verità, non è una “festa babba”, è una festa che fa rizzare le carni (quella originaria), ed è giusto così.

La dimensione ultraterrena è un’incognita che non può essere trattata con aria sbarazzina (come si vorrebbe), ma nemmeno si può vivere nello sgomento; perciò, serve che la paura che suscita fuoriesca per venire esorcizzata. I nostri antenati lo sapevano, perciò hanno via via creato una festività foriera d’equilibrio.

Il problema è che noi, loro discendenti, ce ne dimentichiamo, e vorremmo dare la Festa dei Morti in pasto agl’infanti come si fa con un oggetto rotto ormai inutile. Invece non è una festa per bambini: certe usanze e credenze nostre sono anche più inquietanti di quelle “anglo-celtiche” che vengono tanto stigmatizzate. Ora ne presentiamo alcune; scoprirete che l’unica differenza fra la festa nostrana e la straniera è un giorno di distanza.

Alcuni dolci nascondono simbologie molto antiche. I pupi à cena sono altamente caratteristici soprattutto nel territorio occidentale; sono statuine realizzate in pasta di zucchero e colorate, rappresentanti guerrieri dei poemi e danzatrici siciliane. Si aggiungano pure i biscotti chiamati ossa dî morti – nome esplicativo – e almuzze – raffiguranti busti d’anime del Purgatorio con le braccia incrociate. Probabilmente non c’è bisogno di spiegare che questi dolci ricordano l’usanza preistorica di mangiare parti dei defunti per conservarne le virtù e la memoria.

Lo sapevate che in alcune località i Morti ritornano davvero? Si narra d’un vero e proprio corteo di fantasmi, che riemergono da punti che fungono da porte dell’oltretomba ed entrano nelle città percorrendo vie processionali: si chiama il Viaggio e si verifica nella notte fra l’1 e il 2 Novembre con la doppia funzione d’espiare i peccati e di visitare i vivi. A Baucina misteriosi Morti scendono dalla necropoli del Falcone vestiti tutti di bianco, reggendo con la mano destra un rosario e sbattendolo contro un pitale tenuto nella sinistra mentre mormorano incomprensibili parole, discendono in una certa grotta e là si riuniscono per uno scopo noto solo a loro; a Erice escono dalla Chiesa dei Cappuccini e vanno alla Rocca Chiana, ove consumano un’abbondante banchetto, poi raggiungono le case tramite le vie più desolate per portare doni e infine rientrano, ma qualcuno si attarda sino all’alba; a Modica escono al primo canto del gallo e camminano per la città in una lenta processione, ordinati a due a due, avanti i morti graziosi vestiti di bianco, poi i dannati vestiti di nero, infine gli uccisi vestiti di rosso, tutti con un braciere sul capo tenuto in equilibrio e pronti a retrocedere al primo crocifisso; ad Aci Reale indossano un lenzuolo bianco e calzari di seta per essere silenziosi, a Borgetto e a Partinico solo il lenzuolo funebre e camminano a piedi nudi, a due a due, pronunciando litanie e rosarî; a Milazzo appaiono scheletrici – così come nell’Etneo – e attraversano i quartieri più popolosi facendosi luce con candele, quando vogliono entrare nelle case dei cari per fare doni si tramutano in formiche. Macabro; intrigante!

Su quello che succede durante la notte dell’1 (e facciamo finta che i bambini non pertengano) la tradizione è dettagliata. A Salaparuta una volta le campane suonavano con un tocco funebre per tutta la notte, credendosi che i Morti stessero svegliandosi, nel mentre le anziane radunavano nipoti attorno a sé per narrare loro le gesta degli antenati e pregare prima del loro arrivo. Poi, (credenza comune) la visita dei “Morticini” con (forse) i loro doni. In molti casi si suole nascondere le grattugie, perché i Morti lasciano presenti soltanto ai virtuosi, ma a quelli che sono stati tinti grattano i piedi col metallo; la precauzione è inutile a Milazzo, dove i Morti arrivano direttamente con proprie grattugie spettrali, nonché in possesso di crocette per cavare gli occhi; ahia!

I trapassati, chiamati semplicemente li Morti, nella tradizione autentica non corrispondono precisamente a nessun membro estinto della famiglia ed è veramente raro che un intervento soprannaturale venga attribuito a un singolo. Ergo i Morti sono entità soprannaturali, provenienti da un’altra dimensione, dotate di caratteristiche non riconducibili a quanto terrenamente noto. Non sono sempre teneri parenti, sono figure sacre che destano stupore e terrore al contempo.

Non si è detto tutto, ma molte altre informazioni si possono rinvenire nella Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane di Giuseppe Pitrè. Insomma, criticare Halloween è come criticarci da soli.

Un commento

  1. Halloween è una festa satanica che non c’entra proprio nulla con le nostre tradizioni. La festa cattolica di Ognissanti, la cui vigilia si festeggia proprio il 31 ottobre, è ben altra cosa.

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