Al Bookshop del Teatro Vittorio Emanuele, Nadia Terranova, amata autrice messinese, nella cinquina del premio Strega, racconta a grandi e piccini le Fiabe Italiane di Italo Calvino, di cui ha curato la nuova prefazione.
Un pomeriggio da fiaba, in un ritrovo fatto di libri ed una magica atmosfera, dove grandi e piccini vengono trasportati nei racconti del Gallo Cristallo e della Gallina Cristallina, nelle disavventure di Giufà, in episodi divertenti, spaventosi o commoventi, guidati dalle parole di Nadia Terranova, nostro Cicerone nell’incredibile mondo delle fiabe di Italo Calvino.
È già incredibile un teatro con un Bookshop speciale per diffondere la cultura e il piacere di condividerla; è ancora più incredibile vedere il bookshop stracolmo fino all’inverosimile di grandi e piccini; è ancora più incredibile dell’incredibile ascoltare lì Nadia Terranova, con la sua delicatezza distintiva che le permette di parlare di qualsiasi cosa, coinvolgendo, appassionando, disegnando sogni; e tutto questo insieme di fattori raggiunge il livello massimo di incredibilità scegliendo come grandissimo protagonista Italo Calvino e le sue Fiabe Italiane.
Nadia Terranova, la straordinaria autrice messinese finalista del Premio Strega, ha curato la prefazione della nuova edizione delle Fiabe Italiane di Italo Calvino, con le bellissime illustrazioni di Emanuele Luzzati e ne ha parlato ai tanti bambini, tutti in prima fila, e a tanti altri adulti presenti, nel Bookshop del Teatro Vittorio Emanuele.
Le Fiabe Italiane di Calvino sono una raccolta delle storie tradizionali di tutta l’Italia, uscita nel 1956 nella collana I millenni di Einaudi. Einaudi e Calvino, nonostante furono tacciati più volte di tradimento verso le tradizioni regionali italiane, furono lungimiranti nel percepire il bisogno della nostra Nazione di sentirsi unita ed unica; così Calvino, dopo due anni di immersione totale nel mondo della fiabe, trascrive e riscrive i racconti tipici di ogni terra italiana, flagellata in quegli anni dalle guerre, crea un immaginario comune per tutti, una multiculturalità grazie alla quale, come evidenzia Nadia, anche un bimbo lombardo poteva raccontare Colapesce, o le storie dell’Emilia Romagna potevano essere lette in Sardegna. Crea una vera opera letteraria il cui titolo completo è, infatti, Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino.
Elisabetta Reale ringrazia il Teatro e introduce Nadia che proprio nel teatro, da ragazzina, ha visto delinearsi la passione per la cultura e la bellezza e la voglia di condividerla.
“Condivisione è una parola bellissima, ancora di più in questo luogo importantissimo per la città e per me. Sono cresciuta qui grazie all’abbonamento fatto dalla mia professoressa del ginnasio, ho assistito a spettacoli che altrimenti non avrei mai notato ma che mi sono portata dentro per tantissimo tempo. A 14 anni ho visto Paola Borboni ed è stato indimenticabile. Mi rende davvero felice sapere che, adesso, nasce qui una libreria, dedicata soprattutto ai bambini, uno spazio culturale e di aggregazione per il racconto, che troppo spesso è assente dalle città” afferma Nadia Terranova.
E ci parla di questo librone, adesso colorato e incantato, che nessuno meglio di lei, che con le fiabe speciali di Calvino ha passato l’infanzia e che altrettante fiabe speciali ha fatto amare a tanti bambini, potrebbe spiegare.
“Prima di accogliere qualsiasi proposta editoriale che mi viene fatta rifletto sul valore che assume per me, cerco il suo perché; quando mi è stato chiesto di curare la prefazione delle Fiabe Italiane non ho avuto dubbi. Possedevo questi due libroni dalla copertina nera, atipici per una ragazzina, che mi hanno accompagnato in tutta la mia crescita; leggevo ogni mattina, prima di andare a scuola, queste storie curiose in cui accadeva davvero di tutto, lupi, orrori, fughe. Le fiabe di Calvino non hanno bisogno di nulla di edulcorato, vogliono raccontare solo il percorso della libertà nel suo farsi; non hanno bisogno di regole, quelle le lasciano alla realtà, e mostrano un mondo dove non esistono solo principi e principesse, ma anche orchi e streghe, insieme a bambini straordinari e a bambine intelligentissime, perfettamente capaci di salvarsi da sole, risolvendo, anzi, i problemi dei maschietti che a volte restano indietro. Io, poi, sbirciavo sempre le annotazioni tra parentesi a fine racconto che indicavano la provenienza della fiaba e cercavo quelle siciliane, come quella di un Colapesce così diverso dal mio” continua.
Le fiabe di Calvino sanno far ridere, far piangere, far paura, far pensare. Hanno nelle loro parole un potere e una magia impetuosi cui Nadia dà voce precisamente. Ci fa ridere con i disastri di Giufà, il quale insegna ad essere liberi di sentirsi stupidi talvolta perché essere un po’ ingenui non è per forza controproducente; o ci invita al matrimonio di Pollicino insieme al Gallo Cristallo, alla Gallina Cristallina, all’Oca Contessa, all’Anatra Badessa e all’Uccellino Cardellino, nella strada per il quale è possibile incontrare lupi affamati ma anche bambini coraggiosi.
La lettura di Nadia è coinvolgente tanto quanto la sua scrittura, cattura l’attenzione di tutti e rende i bambini, partecipi ed entusiasti, protagonisti del tutto. “Come ci salviamo dal lupo?” domanda. “Non può mangiarci, noi non siamo in lista per il matrimonio” risponde un bimbo.
Tutto si conclude con un sorriso, una risata e tanta voglia di far amicizia con gli altri personaggi delle fiabe, giocare con loro, tornare a casa e scoprirli uno dopo l’altro.