Il mattino dopo aumentano i dubbi e mancano le risposte. La scelta di Modica è dovuta alla partita in sé o a situazioni societarie pregresse?
MESSINA – La partita tra Messina e Casertana, in una serata già di per sé particolare per le scomparse recenti di Totò Schillaci e Christian Argurio, ha avuto altri due colpi di scena. Il primo la rimonta subita dal Messina, in una partita che francamente sembrava impossibile non vincere, e il secondo nelle dimissioni al fulmicotone dell’allenatore Giacomo Modica nel post della sfida.
Uno striscione firmato Curva Sud collocato tra i gradoni semi deserti a ricordare il capocannoniere di Italia ’90, le note di “Notti magiche” che risuonano nello stadio, le maglie commemorative, il nome sui led con gli anni di nascita e morte e il minuto di silenzio. Sicuramente Totò meritava altro dai suoi tifosi, che continuano con la loro protesta, non entrando alla stadio neanche in quest’occasione. Forse poteva fare di più anche la società, la sua prima società tra i professionisti che lo ha visto esplodere. Si poteva pensare ad esempio di stampare una gigantografia di Schillaci. Invece la serata in suo ricordo è passata senza il volto del campione, neanche sui led a bordo campo. Tra l’altro, quelli posti sotto la Curva Sud non hanno funzionato perfettamente.
Inizia poi la partita e fortunatamente il Messina regala delle soddisfazioni (per la prima ora abbondante di gioco). In vantaggio dopo neanche un minuto con la rete a freddo quasi di Petrungaro, Biancoscudati padroni del campo per il primo tempo e trovano anche il raddoppio con Luciani. Finalmente, ed è la prima volta in stagione, si inizia in vantaggio aggredendo l’avversario e non inseguendo. La Casertana subisce i colpi inerme e dimostra il perché delle difficoltà vissute fin qui in campionato. Surreale come in una partita in cui i campani non arrivavano al tiro alla fine il risultato finale sia stato di 2-2. I biancoscudati avevano dimostrato ancora che in una situazione in cui possono giocare nella metà campo avversaria e attaccare costantemente fanno la differenza, poi la poca solidità difensiva e l’inesperienza annullano quanto di buono.
Colpi di scena in sala stampa
Se dopo il primo tempo fossimo passati direttamente in sala stampa, dove si è vissuta un’esperienza quasi mistica, ascoltando il mister degli ospiti nella sua analisi post verrebbe da chiedersi che tipo di partita abbia visto. Perché la Casertana ha sofferto tremendamente, anzi è stata proprio assente dal campo. Il Messina sembrava totalmente in controllo della partita. Il fattore casa ancora una volta stava facendo la differenza. Al contraio, peggio che contro la Turris nello scorso campionato e peggio del Potenza all’esordio, i biancoscudati dopo aver subito il primo gol, nelle solite circostanze difensive che lasciano a desiderare, hanno poi perso fiducia in sé stessi e l’epilogo è stato di buttare al vento una vittoria che sarebbe stata meritatissima.
Dopo Iori, che quasi certamente con questo pari ha anche salvato la sua panchina, ha parlato Petrungaro che nonostante la prima rete col Messina e la consapevolezza di aver fatto una buona partita, sia lui che la squadra, per più di un’ora di gioco non lasciava intravedere il terremoto che sarebbe seguito di lì a poco. Dopo l’attaccante che ha fatto la sua normale conferenza stampa, e per questo presupponiamo non fosse stato detto nulla nello spogliatoio dal tecnico, si è seduto il mister Giacomo Modica che non ha voluto poste delle domande ma ha annunciato le sue dimissioni.
Al mister avremmo voluto chiedere tante cose, la prima sulla gestione dei cambi forse ritardata e la cui scelta dipende da lui, come ha detto lo stesso Petrungaro. Poi anche un commento sull’arbitraggio sarebbe stato doveroso visto che è sembrato abbastanza sfavorevole al Messina. Non tanto sul rigore che era netto, ma sulle otto ammonizioni subite dai calciatori biancoscudati, spesso al primo contrasto di gioco, contro gli appena due ammoniti della Casertana. Nell’occasione della prima rete campana di Carretta sia Ortisi che Rizzo erano già ammoniti e non hanno affondato il tackle. O non sono andati a contrasto probabilmente perché avevano paura del secondo giallo.
L’addio di Modica, quali i suoi perché?
Tante le domande che avremmo voluto rivolgere al mister sulla partita, poche risposte da parte sua che in un breve discorso di poco più di un minuto, non parlando della partita, tocca tante caselle extra campo che fanno affiorare altre domande che meriterebbero delle risposte più chiare. La prima e più importante con il mister che ha parlato della sua salute più importante di tutto il resto, non sappiamo a cosa si riferisse ma umanamente a lui vanno i migliori auguri.
Modica annuncia dimissioni irrevocabili e, nonostante Sciotto le respinga, sembra che non ci sia molto da fare. Il tecnico chiede scusa per aver “perso del tempo” e questa frase lascia intendere che lui stesso, o i tifosi, stessero aspettando qualcosa che non arriverà perché quasi in conclusione aggiunge “non ci sono più i presupposti per andare avanti”. Quindi viene da chiedersi se sapesse qualcosa di più su ciò che starebbe succedendo a livello societario, da mesi ormai si parla di trattativa, o se invece avesse ricevuto determinate rassicurazioni su come sarebbe proseguita la stagione, campi di allenamento o rinforzi, immaginiamo disattese viste le dimissioni.
Dopo di che si è alzato e se ne è andato. Poche parole, forti e criptiche, che lasciano un Messina devastato perché seguiranno due partite in trasferta mercoledì e lunedì, perché non ci sarà più Modica che aveva plasmato il gruppo, giocatori e staff, a sua immagine e somiglianza, chissà se i calciatori si sentiranno abbandonati. Sappiamo invece quanto lui tenesse alla questione campo di allenamento e la possibilità di allenarsi “facendo anche doppie sedute”, un concetto ribadito alla vigilia della sfida con la Casertana. Nel suo breve messaggio ha ringraziato i giocatori “che sono stati stupendi in questi due mesi” nel secondo tempo con l’ingresso in campo di Morleo tutti i calciatori da lui allenati fin qui, ad esclusione dei Primavera Di Bella e Adragna, hanno collezionato almeno una presenza in campionato se fosse voluto significa che alle dimissioni stesse pensando da prima della partita o a partita in corso.
Ma il fattore scatenante può essere stato la non vittoria o era qualcosa che covava in lui da prima qualsiasi fosse stato il risultato? Con una vittoria del Messina si sarebbe vissuta la stessa serata folle? Il fattore scatenante ancora può essere stato l’arbitraggio che in parte è stato sfavorevole al Messina? Tanto che il mister, che già settimana scorsa si era lamentato di una certa aria che non gli piaceva, abbia detto basta? Il dubbio più grande dopo la serata di ieri è proprio questo: la scelta è stata presa d’istinto sul momento per ciò che è successo in campo. O per situazioni extra campo che si trascinano in silenzio da settimane? E così l’allenatore, che aveva detto che lui era l’unico a rispondere alle domande, ha deciso di non metterci più la faccia?
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