Unime. Istituito un Fondo per incentivare l’attività di Ricerca durante la maternità.
Il principio di parità tra uomo e donna dovrebbe permettere alle donne di accedere a qualsiasi lavoro, ricevendo la stessa paga e lo stesso trattamento degli uomini. Troppo spesso, però, tale principio resta mera teoria e il naturale fatto di essere donna va a costituire un limite per il proprio futuro professionale e lavorativo.
Il vincolo della maternità
La maternità, poi, diviene un reale vincolo problematico. Le dimissioni delle neo mamme negli ultimi anni sono aumentate significativamente, parimenti alle scelte di chi, invece, decide di non diventare madre per non rischiare la perdita del proprio posto di lavoro.
Il peso della disparità di genere blocca la crescita e lo sviluppo della nostra società, oltre che generare infinite e immotivate discriminazioni.
Unime contro le discriminazioni
Per questo motivo l’Università degli Studi di Messina conferma, ancora una volta, la sua politica a sostegno dei diritti delle donne, portando avanti diverse azioni per contrastare tali discriminazioni di genere.
Nell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Messina è stato istituito, per l’anno accademico 2020/21, un Fondo pari a 240.000 euro per incentivare l’attività di ricerca durante la maternità.
Il fondo per la maternità
Tale fondo permetterà l’attivazione di un assegno di tipo B della durata di 12 mesi, grazie al quale le docenti che affrontano una maternità potranno usufruire di un supporto di personale per la prosecuzione della loro attività di ricerca nei mesi in cui sono costrette ad una interruzione/rallentamento dell’attività.
Aiutare le mamme e incentivare la natalità
“La previsione – ha spiegato la Prorettrice al Welfare e Politiche di Genere, Giovanna Spatari – nasce dalla considerazione che, per le docenti, pur nella tutela prevista per legge, la scelta di affrontare la maternità è condizionata negativamente dalla constatazione che essa rappresenta un periodo in cui la ricerca individuale subisce un inevitabile rallentamento con conseguente nocumento della produzione scientifica”.
Il Rettore Salvatore Cuzzocrea ha sottolineato come : “l’Ateneo ritiene che questa azione possa agevolare la scelta della maternità, in uno scenario che vede l’Italia in generale, e il Mezzogiorno in particolare, fanalino di coda in quanto a tasso di natalità”.
Il doppio libretto
Nell’ambito delle iniziative volte a ridurre le discriminazioni di genere, nel nostro Ateneo è attivo dal 2015 il doppio libretto per studenti/sse transessuali e transgender: mentre un primo libretto contiene i dati anagrafici conformi a quelli presenti nel registro dello Stato Civile destinato a essere archiviato presso la Segreteria dell’Università, l’altro contiene un alias rispondente all’identità psico-fisica dello/a studente/ssa e sarà utilizzabile per tutte le procedure universitarie come, ad esempio, la registrazione degli esami sostenuti.