Lettera aperta dell'Udu alla neo rettrice: "Lo studio universitario è diventato un lusso per pochi"
MESSINA – Studenti e studentesse dell’Udu (Unione degli Universitari) hanno scritto una lettera aperta alla rettrice Giovanna Spatari, dopo aver assistito alla campagna elettorale e alle votazioni che l’hanno vista vincitrice, “votazioni in cui – premettono – il voto della comunità studentesca è stato sostanzialmente irrilevante”. Adesso, dopo aver ascoltato “senza pregiudizi” le parole pronunciate dalla rettrice, l’Udu ha deciso di scrivere una lettera di inizio mandato “per sollecitare la sua azione su una questione che dovrà essere centrale d’ora in poi nella nostra università: il diritto allo studio universitario”. “Il nostro modello di università ancora oggi non è accessibile a tutti – sottolinea l’Unione degli Universitari -. Lo dimostrano i circa 3.000 studenti che abbandonano gli studi nel nostro Ateneo”.
Posti letto universitari e dubbi da chiarire
La prima questione posta sul tavolo è quella delle residenze universitarie pubbliche, una situazione che gli studenti definiscono “inaccettabile” e sulla quale è già stata inscenata una protesta nei mesi scorsi. “Abbiamo già espresso pubblicamente le criticità che riguardano la gestione del nuovo Hotel Liberty – scrivono – con tariffe non degne di un sistema pubblico di diritto allo studio, ma le chiediamo di più: serve un tavolo di confronto permanente con i sindacati e le associazioni per chiarire con trasparenza i dubbi che riguardano tutti i nuovi posti letto in arrivo, finanziati prevalentemente con fondi Pnrr, che non possiamo permetterci di sprecare.
Il futuro del diritto allo studio
Anche le previsioni sul futuro del diritto allo studio universitario in Italia e in Sicilia preoccupano fortemente gli studenti. “Il “Fondo integrativo statale” – viene evidenziato nella lettera indirizzata alla rettrice – prevede a partire già dal 2024 un taglio di 35 milioni di euro, mettendo in pericolo l’assegnazione di migliaia di borse di studio. È drammatica inoltre la visione sui prossimi anni, il finanziamento per le borse di studio prevede nel 2026 un taglio di 250 milioni di euro che ci porterà indietro nel tempo, ad una situazione precedente al Pnrr”.
L’offerta formativa
Anche sulla didattica e sull’offerta formativa gli studenti sollecitano un’ampia riflessione “che preveda un confronto aperto e democratico”. “Dobbiamo superare – spiegano – un modello di insegnamento esclusivamente frontale, facendo camminare il nostro Ateneo al passo coi tempi ed in linea con le trasformazioni sociali. Chiediamo un impegno per una didattica innovativa, di qualità, che sappia valorizzare al meglio gli strumenti digitali e tecnologici Il potenziamento di alcuni strumenti – non sostitutivi ma integrativi e di qualità – può significare estendere la partecipazione e agevolare lo studio anche per gli studenti non frequentanti, i lavoratori, i caregivers, studenti con Dsa e Bes, e tutti coloro che in condizioni “normali” non hanno l’opportunità e il privilegio di frequentare le lezioni”.
Un lusso che pochi possono permettersi
Un passaggio della lettera aperta è riservato al costo degli studi universitari, definito “un lusso che non tutti possono permettersi”. Ecco perché, secondo gli studenti dell’Udu, la “costruzione di una vera città universitaria passa da condizioni di vita sostenibili per gli studenti”. Alla rettrice Spatari viene dunque chiesto di “essere in prima linea per dare la possibilità a tutte e tutti di poter studiare, a prescindere dalle rispettive condizioni socio-economiche di partenza”.
Più impegno per i diritti sociali
Infine, alcune richieste per migliorare il benessere psicologico degli studenti. “L’Italia è l’ultimo Paese in Europa per il livello di salute mentale – continuano gli studenti -. Vogliamo l’introduzione di sportelli di assistenza psicologica gratuita estesi in tutti i poli del nostro Ateneo. Crediamo inoltre che anche l’Università debba muovere dei passi in avanti, oggi più che mai necessari, nel contrasto concreto alla violenza di genere, che non può essere soltanto una bandierina da sventolare durante le sporadiche ricorrenze annuali. Serve serietà e impegno per decostruire una cultura maschilista e patriarcale, ancora molto forte nel nostro territorio, con radici profonde anche nei luoghi della conoscenza, in cui bisogna rilanciare invece un programma di educazione sessuale e affettiva, senza ipocrisie e senza ambiguità.
L’Unione degli Universitari si dice infine pronta a fare la propria parte per “costruire un’università migliore, veramente democratica, equa, inclusiva e attenta alle esigenze dei più deboli, con un’attenzione maggiore a chi deve superare più ostacoli di altri”, mentre alla rettrice Giovanna Spatari viene posta un’ultima domanda esplicita: “Vuole essere un’alleata nella tutela del diritto allo studio?”.
ma state scherzando, ve lo potete scordare non cè mai stato un rettore che abbia tutelato gli studenti
anche per questo l’università di messina va chiusa