Giovanna Spatari aspetta la firma della ministra Bernini. Diverse le ipotesi in campo per la squadra di governo dell'Ateneo
MESSINA – Una fase di transizione. Di attesa e di reggenza da parte del prorettore vicario Eugenio Cucinotta, in vista dell’insediamento. Nelle prossime settimane arriverà la firma della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Così, per Giovanna Spatari, la prima rettrice della storia a Messina e nel sud d’Italia, sono settimane di pausa apparente prima d’immergersi nel tour de force delle scadenze. Tanti i progetti da approvare entro il 31 dicembre.
Nel frattempo, c’è una squadra di governo da definire. Una squadra di prorettori che terrà conto dell’alleanza al secondo turno con il costituzionalista Giovanni Moschella. Non a caso potrebbe essere Giuseppe Giordano, direttore del Dicam (Dipartimento di civiltà antiche e moderne), il prorettore vicario.
Giordano ha sostenuto Moschella e quest’ultimo, ex prorettore vicario, ha dichiarato che non farà parte della squadra. Unico problema, non insormontabile però, è che l’ordinario di Storia della filosofia dovrebbe lasciare in anticipo la guida del Dipartimento.
In generale, anche se non si tratta della squadra di ministri o di assessori, impazza negli ambienti il toto prorettori. Si fanno i nomi di Giovanna Valenti, Antonino Germanà, Luigi Mondello, Roberta Salomone, Paola Dugo, Alessandro Morelli e, per la delega alla comunicazione, di Francesco Pira, tra conferme e novità. Si dà per probabile che Luigi Chiara non debba far parte della nuova compagine, dopo le voci di un possibile veto da parte dell’alleato Moschella. Ma nessuno ha confermato.
Il lavoro di ricucitura che attende Giovanna Spatari
In ogni caso, la responsabilità è della professoressa Spatari e sarà lei a districare la matassa. E non si escludono sorprese o novità. Ricordiamo che la rettrice “ha facoltà di nominare un collegio di prorettori, con competenze diversificate per aree operative, e di designarne il coordinatore. Il rettore può delegare a professori di ruolo o ricercatori l’esercizio di funzioni rettorali con riguardo a competenze determinate. Le nomine e le deleghe sono conferite con decreto e possono essere in ogni tempo revocate”. Con l’amministrazione guidata da Salvatore Cuzzocrea, Spatari aveva le deleghe al Welfare e alle Politiche di genere.
Tra i compiti più delicati, quello di attenuare i conflitti dopo le tensioni di questi mesi. Così, subito dopo l’elezione, s’era espresso Michele Limosani, arrivato secondo con 69 voti in meno: “Le urne ci consegnano un Ateneo diviso su due posizioni. La professoressa Spatari sarà chiamata a un lavoro di ricucitura per il quale ritengo che tutta la comunità dovrà offrire il proprio contributo. Anche io sono pronto a fare la mia parte, ferma restando la necessità che i valori sui quali ho improntato il mio programma possano rappresentare un punto di riferimento per il nuovo governo universitario”.
Un compito che la nuova rettrice, presidente della Società italiana di medicina del lavoro per il quadriennio 2019-2022, sente coerente con il suo stile: “ll mio metodo di lavoro è partecipato, basato sull’ascolto, sulla mediazione e sull’equilibrio. Sono sempre state le mie caratteristiche e immagino di non cambiarle. Voglio occuparmi di contenuti, programmi e prospettive per quest’Università. Per i giovani e il loro reclutamento. Dico sì al confronto con tutti, prezioso per rassenerare il clima”.
Vedo che tra i nomi ci sono figli illustri di predecessori, ecco la prima cosa da fare non è l’automatismo padre professore universitario figlio/a anche loro, vergognatevi