Dopo gli scioperi del 21 e 28 settembre, il segretario generale dell'Orsa, Mariano Massaro, sostiene i lavoratori per il nuovo blocco dei trasporti che si accingono a intraprendere fra sei giorni, organizzato dalle sigle sindacali Filt-Cgil, Uilt-Uil, Ugl-Mare, Usclac-Uncdim: "Un passo indietro nella vertenza del settore privato di traghettamento ricadrebbe con effetto domino su tutti i marittimi dello Stretto, è il momento che la città presenti il conto alle imprese". Anche stavolta, una sola nave sulla tratta rada San Francesco - Villa San Giovanni
21 settembre, 28 settembre e 9 ottobre. Date-simbolo per i lavoratori marittimi che dopo le due giornate di sciopero proclamate dall’Orsa – Organizzazione Sindacati Autonomi -, si apprestano a incrociare le braccia di nuovo tra sei giorni esatti, per la protesta organizzata stavolta dalle altre sigle sindacali, Filt-Cgil, Uilt-Uil, Ugl-Mare, Usclac-Uncdim. Ad ogni sciopero ha partecipato compattamente quasi tutto il personale, a prescindere dall’appartenenza sindacale. Dimostrazione di come il rifiuto alla proposta di Caronte&Tourist sia totale.
Così Mariano Massaro, segretario generale dell’Orsa: “Il prossimo 9 ottobre sarà l’esame definitivo, lo sciopero che seguirà quello riuscitissimo dell’OrSA dovrà sancire l’unità dei lavoratori e inaugurare una nuova stagione di “muto soccorso” fra i marittimi dello Stretto, pertanto, invitiamo tutti i marittimi e ferrovieri naviganti associati all’OrSA a sostenere ogni protesta dei colleghi di Caronte&Tourist che hanno avuto il merito e la capacità di elevare i toni di un conflitto sopito da troppo tempo”.
“Marittimi dello stretto unitevi”, è il grido di Massaro per non sottostare ai dettami della compagnia di navigazione: “94 licenziamenti oppure il taglio del 25% degli stipendi, messo in atto dall’azienda a causa di un calo temporaneo degli incassi, che non significa perdita del capitale investito ma semplice flessione del profitto costante”.
“Un passo indietro nella vertenza del settore privato di traghettamento ricadrebbe con effetto domino su tutti i marittimi dello Stretto, è la lotta di tutti per tutti e nessuno può abdicare al ruolo – ha proseguito il dirigente sindacale -. Se gli armatori rivendicano il diritto al profitto devono dimostrare di sapersi confrontare con il mercato. Recuperare i bilanci con i tagli al costo del lavoro non è più possibile, è il momento che dimostrino di saper fare impresa, di essere capaci di rischiare investendo in nuove attività e recuperare fette di mercato oltre lo Stretto per aumentare la produzione”.
“I lavoratori hanno già dato, la città di Messina si è sempre posta passivamente al diktat del potere economico, per Caronte&Tourist tutto era dovuto, tanto da autorizzare l’azienda a mettere per strada un centinaio di marittimi messinesi solo se il profitto effettivo è inferiore a quello programmato. E’ il momento che la città presenti il conto alle imprese – ha concluso Massaro -. In questa fase non c’è alternativa alla protesta”.
Intanto la Caronte & Tourist comunica alla propria clientela che, in occasione dello sciopero, dalle ore 08 alle ore 20 di martedì 9 Ottobre, rimarrà in servizio per le prestazioni indispensabili previste dalla vigente normativa almeno una nave a doppio ponte esclusivamente sulla tratta Rada San Francesco-Villa San Giovanni.
Notizie di Stampa di questi giorni riportano che il 9 ottobre è previsto un nuovo blocco dello Stretto. Dopo la tragica fine del concittadino Natale Lembo, investito da un TIR, lungo la Via La Farina, in occasione, proprio, dello sciopero dei Marittimi. In previsione del nuovo blocco è auspicabile che il Commissario Straordinario del Comune investa del problema S.E. il Prefetto, perché promuova, con la massima urgenza, un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali ed i proprietari dei traghetti, per cercare “soluzioni condivise che consentano di evitare lo sciopero del 9 ottobre e di individuare, per lo sciopero già adottato, eventuali comportamenti confliggenti con le vigenti norme di legge e tali da determinare una Sua azione di precettazione per il 9 ottobre”.
Simili agitazioni a Messina non dovrebbero consentirsi, perché Città di notevole ed intenso transito e la paralisi dei traghetti crea gravi ripercussioni sul regolare andamento della mobilità cittadina, sulla sicurezza stessa e provoca enormi disagi e, spesse volte, disgrazie.
mi pare una proposta sensata.Estrema ratio,non rinnovare più la concessione della rada san francesco.