Un percorso in tre tappe che coinvolgerà i giovani dei quartieri come Camaro e Gravitelli e mira al loro inserimento lavorativo. Presentato stamane all'Università il progetto dell'associazione Bios, della fondazione Nino Puglisi e dell'Ateneo.
Un percorso in tre tappe per inserire concretamente nel mondo del lavoro i giovani che partono da condizioni svantaggiate, in particolare per impedire loro di cedere alla tentazione dell'illegalità. E' questo l'obiettivo per progetto “Leg(ali) si può”, finanziato all’Associazione Bios di Messina dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e realizzato con la partecipazione del COP – Centro per l’Orientamento e il Placement dell’Ateneo di Messina
L'iniziativa è stata illustrata stamane nell'Aula Senato dell'Ateneo dal professor Giovanni Moschella, Direttore del Dipartimento SCIPOG – Scienze Politiche e Giuridiche, il presidente dell’Associazione Bios Carmelo Lembo e il Presidente della Fondazione Antiusura “Don Pino Puglisi” Padre Nino Caminiti.
L’obiettivo è diffondere la legalità tra i giovani, attraverso l’impegno civico e la partecipazione attiva alle problematiche sociali, la cooperazione in attività di sostegno alle fasce deboli, la promozione di attività che avvicinino i giovani alle istituzioni anche attraverso politiche di inclusione di soggetti provenienti da contesti svantaggiati e di integrazione di giovani stranieri.
Un percorso per i giovani, che sarà gestito soprattutto dai giovani, visto che su 38 risorse umane impegnate ben 34 sono under 36, con una età media di 29 anni.
Il progetto prevede tre macro-attività: un’attività formativa e informativa realizzata attraverso seminari ed incontri pubblici; un’attività di prevenzione e contrasto alla delinquenza giovanile effettuata dalle parrocchie di quartieri a rischio della città, come Gravitelli e Camaro, anche attraverso attività ludico-ricreative e di animazione territoriale; un’attività di (re)inserimento e orientamento socio-lavorativo rivolta a giovani svantaggiati, in particolare di giovani segnalati dal Tribunale minorile. In particolare la parrocchia curerà 6 laboratori che saranno effettuati durante l'estate e che coinvolgeranno i ragazzi tra i 14 ed i 16 anni in attività come il teatro, la pittura, la danza e il cinema.
Il ruolo del COP, presieduto dal professor Dario Caroniti, sarà quello di supportare la realizzazione delle attività di orientamento socio-lavorativo, tra cui la redazione di un bilancio di competenze individuale e un curriculum vitae. Inoltre, personale del Centro illustrerà agli operatori di progetto, ai giovani svantaggiati e alle aziende selezionate, tutte le opportunità di inserimento lavorativo e gli sgravi fiscali attivi. Anche in questo caso la fascia di età interessata è quella giovanile: tra i 14 ed i 30 anni.
L'ultima fase, quella dell'inserimento lavorativo, sarà gestita dal COP, da Ecos-Med e da Confcommercio che indicheranno ai giovani quali settori lavorativi potranno offrire loro opportunità, grazie anche agli sgravi fiscali previsti per le aziende che assumeranno.
“Questa iniziativa si inserisce appieno – ha dichiarato il prof. Giovanni Moschella – nel supporto di attività volte alla promozione della legalità che l’Ateneo di Messina ha sempre promosso. Tra le quali, ricordiamo, anche l’attivazione del “Centro Studi e Ricerche sulla Criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politica-amministrativa” e del Master in Amministrazione e gestione dei beni confiscati alla Mafia”.
“Ringraziamo l’Università degli Studi di Messina – ha commentato Carmelo Lembo, Presidente Associazione Bios – per aver rinnovato il suo appoggio, alla nostra realtà, anche in questa occasione e siamo certi che, grazie anche al coinvolgimento dei numerosi partner selezionati, riusciremo ad attuare una concreta formazione rivolta a soggetti a rischio criminalità, consentendo il loro recupero e reinserimento sociale”.
“Una delle funzioni più importanti di questo progetto – ha chiosato Padre Nino Caminiti – è quella di rendere i giovani protagonisti attivi e responsabili della vita civile e di un processo culturale che li allontani dall’illegalità”.
L’avvio degli incontri formativi del progetto è previsto il prossimo 4 maggio, con il seminario “Legami mafiosi. Strategie di infiltrazione e possibili azioni di contrasto” che vedrà tra i relatori, il procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, il docente di Diritto Costituzionale dell’Ateneo di Messina, Giacomo D’Amico, il Direttore dell’Istituto Centrale di Formazione, Marianna Malara, il testimone di giustizia, Gaetano Saffioti e la vittima di ‘ndrangheta Marco Pandolfo.