Assenteismo, truffa e abuso all'Università di Messina: decisi nove rinvii a giudizio

Assenteismo, truffa e abuso all’Università di Messina: decisi nove rinvii a giudizio

Assenteismo, truffa e abuso all’Università di Messina: decisi nove rinvii a giudizio

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mercoledì 01 Febbraio 2012 - 19:07

Il Gup Antonino Genovese, ha deciso nove rinvii a giudizio e nove proscioglimenti nell'udienza preliminare dell'inchiesta su presuti casi di assenteismo, truffa e abuso all'Uiversità di Messina. Davanti ai giudici del Tribunale dovrà comparire il tre maggio prossimo anche la moglie del Rettore, Melitta Grasso.

Il gup Antonino Genovese ha deciso nove rinvii a giudizio e nove proscioglimenti nell’udienza preliminare dell’inchiesta su alcuni casi di assenteismo, truffa, e abuso d’ufficio all’Università di Messina. A giudizio il prossimo 3 maggio è andata anche Melitta Grasso la moglie del Rettore Franco Tomasello.
La Grasso è impiegata di categoria C al Centro autonomo di spesa “UniMe Sport”, l’organismo dell’ateneo che gestisce la cittadella sportiva universitaria dell’Annunziata. Le indagini della sezione di PG della Guardia di Finanza avrebbero accertato alcune anomalie nella sua attività lavorativa ed in particolare per ciò che riguarda le presenze sul posto di lavoro.
Tra il novembre 2007 ed il giugno 2008 ben 77 giornate lavorative sono finite sotto la lente d’ingrandimento della Fiamme Gialle. Giornate in cui la Grasso si sarebbe assentata completamente o in parte, ricorrendo a timbrature poco chiare, permessi e congedi straordinari.
Oltre alla Grasso sono stati rinviati a giudizio anche funzionari e docenti dell’ateneo: Angela Tortora, Concetta Epasto, Francesco Gatto, Armando Curatola, Annamaria Murdaca, Giuseppa Casapollo, Giovanna Ursino e Letterio Smeriglio. Sono stati, invece, prosciolti Giuseppe D’Attila, Elvira Lussana, Oria Tallone, Gianni Petino. Carmelo Trommino, Giuseppe Cardile, Giuseppe Rando, Velleda Bolognari e Attilio Aldo Epasto
Alla moglie del Rettore vengono contestati anche casi in cui avrebbe fatto timbrare a terzi il badge mentre si trovava da tutt’altra parte. Oppure, secondo l’accusa, avrebbe usufruito di congedi straordinari presentando false autocertificazioni con cui attestava la sua condizione di malattia. C’è poi un filone dell’inchiesta che riguarda l’assegnazione di borse di studio post-dottorato e di alcuni posti pubblici. Ad otto indagati è contestata un’ipotesi di abuso d’ufficio per l’assegnazione di tre borse di studio post-dottorato nel 2008. Le borse furono assegnate alla nipote di Melitta Grasso ed alle nuore di due docenti.
La Procura contesta anche un caso di abuso d’ufficio a quattro docenti per il concorso per un posto di ricercatore universitario in Geografia economico-politica alla facoltà di Scienze della Formazione. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza il concorso fu vinto dalla nipote di una docente. La professoressa si sarebbe accordata con gli altri membri della commissione giudicatrice per pilotare il concorso e favorire la nipote.

3 commenti

  1. Da non credere, quanto sono mal pensanti questi giudici!!!
    Ipotizzare che un concorso all’università di Messina possa essere pilotato, con tutti quei pezzi grossi di ordinari e team a livelli internazionali ,veramente giudici brutti sporchi e cattivi e, dimenticavo ,anche toghe rosse!!.Mannaggia, mannaggia, ora ,quel cattivone del giornale Repubblica, ci andrà a nozze!!

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  2. non ce nenti i pigghiari all’università di buddaci.

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  3. rossetti mariano 2 Febbraio 2012 17:23

    Che intervengo a fare?
    Tanto, quando vado a toccare la pseudo-casta di ++++++++che comandano, non vengono mai pubblicati.
    Su questo sito si può solo parlare del tempo (sempre se qualcuno non lo reputa pericoloso o dannoso per gli interessi di “qualcuno”).
    Forza Censura.

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