Il sostituto procuratore Adriana Sciglio ha chiesto 18 rinvii a giudizio nell'inchiesta su assenteismo ed assegnazione di borse di studio post dottorato ed assunzioni di docenti ed amministrativi all'Università di Messina. Il provvedimento ha raggiunto la moglie del Rettore, Melitta Grasso, oltre a funzionari e docenti dell'Ateneo messinese.
E’ giunta ad una svolta l’inchiesta su alcuni casi di assenteismo, sull’assegnazione di borse di studio post dottorato e di posti pubblici per incarichi amministrativi e di docenza all’Università di Messina. Il sostituto procuratore Adriana Sciglio ha avanzato 18 richieste di rinvio a giudizio al gup Antonino Genovese che nei prossimi giorni fisserà la data dell’udienza preliminare. Fra gli indagati spicca il nome di Melitta Grasso la moglie del Rettore Franco Tomasello.
La Grasso è impiegata di categoria C al Centro autonomo di spesa “UniMe Sport”, l’organismo dell’ateneo che gestisce la cittadella sportiva universitaria dell’Annunziata. Le indagini della sezione di PG della Guardia di Finanza avrebbero accertato alcune anomalie nella sua attività lavorativa ed in particolare per quanto riguarda le presenze sul posto di lavoro.
Tra il novembre 2007 ed il giugno 2008 ben 77 giornate lavorative sono finite sotto la lente d’ingrandimento della Fiamme Gialle. Giornate in cui la Grasso si sarebbe assentata completamente o in parte, ricorrendo a timbrature poco chiare, permessi e congedi straordinari.
Ma queste sono solo alcune delle ipotesi di reato comprese nel fascicolo del sostituto procuratore Sciglio ai 18 indagati.
La richiesta di rinvio a giudizio, oltre che Melitta Grasso, riguarda, anche funzionari dell’ateneo e docenti universitari: Carmelo Trommino, Giuseppe Cardile, Angela Tortora, Concetta Epasto, Francesco Gatto, Armando Curatola, Annamaria Murdaca, Giuseppa Casapollo, Giuseppe Rando, Velleda Bolognari, Attilio Aldo Epasto, Giovanna Ursino, Letterio Smeriglio, Giuseppe D’Attila, Elvira Lussana, Oria Tallone e Gianni Petino.
Tornando ai presunti casi di assenteismo a Trommino, direttore del Centro “UniMe Sport”, viene contestato di aver vistato la dichiarazione di mancata timbratura presentata della Grasso con la quale l’impiegata attestava di non aver timbrato “per dimenticanza” il badge. Oppure sosteneva di essere stata in ufficio in orari in cui Guardia di Finanza ha accertato la sua presenza in luoghi diversi dall’ufficio della Cittadella universitaria.
Alla moglie del Rettore vengono contestati anche casi in cui avrebbe fatto timbrare a terzi il badge mentre si trovava da tutt’altra parte. Oppure, secondo l’accusa, avrebbe usufruito di congedi straordinari presentando false autocertificazioni con cui attestava la sua condizione di malattia. C’è poi un filone dell’inchiesta che riguarda l’assegnazione di borse di studio post-dottorato e di alcuni posti pubblici. Ad otto indagati è contestata un’ipotesi di abuso d’ufficio per l’assegnazione di tre borse di studio post-dottorato nel 2008. Le borse furono assegnate alla nipote di Melitta Grasso ed alle nuore di due docenti.
La Procura contesta anche un caso di abuso d’ufficio a quattro docenti per il concorso per un posto di ricercatore universitario in Geografia economico-politica alla facoltà di Scienze della Formazione. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza il concorso fu vinto dalla nipote di una docente indagata: La professoressa si sarebbe accordata con gli altri membri della commissione giudicatrice per pilotare il concorso e favorire la nipote.
non ho mai visto a Messina nessuno finire in galera a causa di una inchiesta delle procura… tra qualche mese il tutto sarà insabbiato…
Hai ragione, infatti quasi tutta la magistratura è intrinseca al potere della città.Infatti Tomasello non è nè rinviato a giudizio, nè sospeso dalla carica di Rettore (anzi è stato prorogato).