I due organi di governo hanno deliberato la riapertura dei termini per la presentazione delle candidature -esterne ed interne- per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. Il neorettore si ispira ad Accorinti e promuove la partecipazione. Il Cda ha revocato la convenzione con il Cusi: gli impianti sportivi di "Conca d'Oro" tornano, quindi, ad essere gestiti dall'Ateneo
La prima volta di Senato accademico e Cda dell’era Navarra. I due organi di governo dell’Università di Messina sono tornati a riunirsi in mattinata con al “timone”, per la prima volta dalla sua elezione, il neorettore Pietro Navarra. Nel corso delle rispettive sedute, consiglieri e senatori hanno approvato il bilancio consuntivo (esercizio finanziario 2012), eredità dell’ex Tomasello, che chiude con un disavanzo di circa due milioni di euro. Attraverso un comunicato, dall’Università si affrettano a dire che il “buco” è dovuto «ai ritardi nei trasferimenti ed a minori entrate» e che comunque «il disavanzo è già stato coperto con manovre varate nel 2013».
Sempre oggi, Senato accademico e Cda hanno provveduto, in virtù dei rilievi mossi dal Miur, all’adeguamento del regolamento didattico di Ateneo, reinserendo la decadenza dallo status di studente per tutti gli iscritti, i quali che per 8 anni non abbiano sostenuto esami.Il Consiglio di Amministrazione, sempre nella seduta odierna, ha revocato la convenzione con il Cusi: gli impianti sportivi di "Conca d'Oro" tornano, quindi, ad essere gestiti dall'Ateneo.
Tra i punti all’ordine del giorno dei due organi di governo c’era anche la riapertura dei termini per la presentazione delle candidature –esterne ed interne- per il rinnovando Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. Chiara ed inequivocabile la posizione del rettore su questo fronte.
“Ho chiesto al Senato Accademico ed al Consiglio di Amministrazione, ricevendo oggi risposta positiva – ha dichiarato il prof. Navarra- di procedere alla riapertura dei termini per la presentazione delle candidature a membro interno ed esterno nel rinnovando Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. Come è noto, un primo termine era già scaduto, anche se le candidature presentate non sono state fino ad ora né esaminate, né valutate”.
Navarra spiega che la riapertura dei termini si è resa necessaria per due ordini di ragioni: una giuridica ed una di politica accademica.« Per quanto riguarda la ragione giuridica – afferma il rettore – la nuova legge cosiddetta “anticorruzione” impone la presentazione di una documentazione integrativa alle domande di candidatura già presentate che, ovviamente, qualora supportate dalle dichiarazioni imposte dalla normativa citata, resteranno comunque valide. Inoltre, la valutazione tra le varie candidature da parte del Collegio dei direttori di Dipartimento non era supportata dai criteri di selezione predisposti dagli organi di governo. La procedura scelta, quindi, non può che accompagnarsi a una riapertura complessiva dei termini».
Quanto alla ragione che ha a che fare con politica accademica, Navarra la riassume così: «le proposte di candidatura presentate nascevano da un desiderio di collaborare con un certo quadro di governo e strategia dell’Ateneo. Adesso è possibile che il cambiamento di questo quadro possa incentivare altre disponibilità di collaborazione, sia da parte di interni che di esterni, prima non offerte. In altre parole, secondo il Magnifico è possibile che chi non ha presentato la propria candidatura durante la gestione Tomasello lo faccia adesso che l’assetto governativo è cambiato ed al vertice non c’è più l’ex rettore. Navarra è inoltre convinto che «riaprire i termini, anche per dare spazio nella valutazione comparativa a risorse precedentemente non espresse, significa ricercare forme ottimali di partecipazione».
La parola “partecipazione”, dunque, spopola anche all’Università e non solo al Comune. Il neorettore Navarra sembra voler seguire la scia tracciata dal neosindaco Accorinti. (DLT)
Fossero solo due milioni!…++++++++++++e la sua “banda del buco” hanno sempre detto che i conti erano a posto e che si chiudevano addirittura (parole di ++++++++, lo “sceriffo”) con avanzi di bilancio.
Apprendiamo invece, con sgomento ma nei corridoi lo si sapeva da tempo, ufficialmente che il buco c’è – seppure coperto con manovre di bilancio -.
La faccenda puzza di bruciato perchè all’appello mancano i 6 milioni di euro del fondo comune di ateneo e della PEO, la progressione economica orizzontale. Un istituto contrattuale che non si applica dal 2005 e che vede gli stipendi del personale tecnico amministrativo fermi da ben otto anni in cui +++++++++ ha trovato i soldi persino di farsi stampare la carta intestata Pineider a caratteri d’oro da un gioiellere a due euro a foglio più iva, mentre talvolta la gente era costretta a portarsi la carta igienica da casa.