Alla sbarra i due professionisti che non diagnosticarono la malattia. Come è andata
MESSINA – Va avanti il processo ai due medici alla sbarra per la morte dell’avvocata messinese spirata di Aids, contagiata dall’ex compagno che le nascose la sieropositività. E anche a questo processo parallelo le udienze proseguono a tamburo battente, col giudice che dice no a tutte le istanze e approfondisce l’istruttoria, sentendo i testimoni.
Imputati sono l’ematologa del Policlinico e il reumatologo del Papardo che si occuparono della donna e che avrebbero dovuto riconoscere i sintomi dell’Aids e disporre esami specifici, che invece non sono stati effettuati, se non quando era ormai troppo tardi. Accusa dalla quale si stanno difendendo, assistiti dagli avvocati Nicoletta Milicia e Andrea Pruiti Ciarello, con documenti, consulenze alla mano e con i propri testimoni.
Ieri le audizioni sono entrate nel vivo con un nuovo giudice, la dottoressa Marino che subentra al giudice monocratico Torre. E in aula, come nel processo principale, ha “fatto irruzione” la vicenda ormai nota del post della sorella della vittima. I legali hanno chiesto di risentirla per approfondire l’episodio, da lei menzionato in un post sui social, dell’incontro con un giudice del distretto che avrebbe commentato il caso, esprimendo vicinanza alla parte civile.
Questo episodio nel processo bis all’untore ha spinto il difensore a chiedere lo spostamento del processo ad altra sede. Ma la dottoressa Marino ha respinto l’istanza di riammissione della testimonianza dell’autrice del controverso post. Poi ha detto no anche alla richiesta di sospendere il dibattimento, in attesa che in Corte d’Assise, al processo all’ex compagno, si decida sulla richiesta di riunificare i due fascicoli, valutando contestualmente le responsabilità dei medici e quelle dell’uomo. Dopo aver sentito i primi tre consulenti, quindi, ha rinviato tutto al prossimo 5 giugno, per sentire altri testimoni.
Anche in questo procedimento la famiglia della vittima è assistita dagli avvocati Elena Montalbano e Bonaventura Candido, mentre le due aziende ospedaliere si sono costituite assistite dagli avvocati Fazio ed Antillo.