Nonostante le segnalazioni effettuate dalla sede di via Appennini, all'assessore all'ambiente Ialacqua e ai vertici di Messinambiente, diverse zone della V Circoscrizione sono rimaste sotto cataste di rifiuti. La zona intorno allo Sprar desta particolare preoccupazione.
È ancora polemica sulla rimozione dei rifiuti nella zona nord della città. Nei giorni scorsi, il consigliere della V Circoscrizione, Bernardo Fama, aveva segnalato l’enorme disagio dei residenti, costretti a rimboccarsi le maniche per liberare le strade dall’immondizia. L’acquazzone della sera precedente aveva infatti trascinato il pattume accatastato intorno ai cassonetti al centro della carreggiata. Alla denuncia di Fama, oggi si aggiunge quella dei consiglieri della V Circoscrizione Cuté, Laimo, Mucciardi, Barbera e Cannistraci che puntano il dito contro l’amministrazione.
«Nella sede della presidenza della V Circoscrizione – dicono i consiglieri – è giunto un documento sottoscritto da diversi colleghi nel quale si chiede la “testa” di Daniele Ialacqua in qualità di assessore all’ambiente, e dei vertici di Messinambiente nelle figure di Giovanni Calabrò e Roberto Lisi. É già stato inserito nell’elenco degli affari del Consiglio della V Circoscrizione e se ne discuterà molto presto».
«Nonostante le innumerevoli segnalazioni effettuate proprio dalla sede di Via Appennini all’assessore all’ambiente Ialacqua e ai vertici di Messinambiente, diverse zone della V circoscrizione sono rimaste sotto cataste immani di rifiuti, dove proliferano mosche, zanzare, insetti di ogni specie e ratti».
La zona più a rischio è quella intorno allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) di Villa Lina Torrente San Nicola dal quale arrivano delle incalzanti richieste d’aiuto.
«Nella sede dello SPRAR – denunciano i consiglieri – vi è interrato un serbatoio di gas funzionante, esattamente al di sopra del muro di cinta sotto il quale sono ammassati quintali di spazzatura. Una zona resa orfana dei relativi cassonetti per la raccolta indifferenziata. Il timore adesso è che ignoti possano dare alle fiamme la montagna maleodorante di rifiuti provocando l’esplosione del bombolone».
Gabriele Quattrocchi
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