La DDA ha chiesto il rinvio a giudizio di pusher e trafficati messinesi arrestati a gennaio scorso dai Carabinieri. Udienza fissata al 30 giugno anche per il fornitore catanese "Occhiolino". Marijuana e cocaina arrivavano anche dalla Calabria.
Il blitz con 18 arresti tra Messina e la città di Catania era scattato lo scorso 18 gennaio. Due giorni dopo si sono consegnati altri due ricercati.
La lista degli indagati iniziali era più numerosa, 31 persone in totale, ma adesso la Dda di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio per 25 persone, accusate a vario titolo di tirare le fila, all'ombra dei rispettivi clan, di un fitto giro di armi e droga in entrambe le città e coinvolte nell'inchiesta Doppia Sponda, che ora arriva ad uno snodo cruciale.
Il vaglio preliminare, affidato al Gup Simona Finocchiaro, si aprirà infatti all'udienza fissata per il 30 giugno prossimo.
Quel giorno dovranno comparire davanti al Gup i messinesi Antonio Barbuscia, Maurizio Calabrò, secondo gli investigatori il capo del gruppo di pusher messinesi, Santino Calabrò, Giuseppe Caleca, Francesco Crupi, Alessandro Cutè, Marco D'Angelo, Giovanni De Luca, Salvatore Di Mento, Giuseppe Giacoppo, Filippo Iannelli, Rocco Lanfranchi, Daniele Mazza, Salvatore Micali, Gianluca Miceli, Domenico Giovanni Neroni, Girolamo Oteri, Antonino Pandolfino, Paolo Pantò, Massimo Raffa Laddea,Giuseppe Valenti, Samuele Zocco, Piero De Vita, Rocco Valente.
Udienza preliminare anche per il catanese Sebastiano Sardo, detto "Occhiolino", che quel giorno è stato arrestato anche dalla Polizia di Catania nell'operazione Wink con l'accusa di essere lo specialista dello smercio dell'erba per il clan Cappello.
A chiedere che vengano processati sono stati il sostituto della Direzione distrettuale antimafia di Messina, Maria Pellegrino, e la collega della procura ordinaria Alessia Giorgianni.
Sono state loro a coordinare le indagini, effettuate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, ai comandi del Maggiore Ivan Boracchia, cominciate anni addietro e culminate nella retata di inizio anno. L'operazione è stata battezzata Doppia Sponda perché i carabinieri scoprirono che alcune loro vecchie conoscenze locali, attive soprattutto nella zona centro sud della città, da Mangialupi a Camaro, si rifornivano di marijuana ma anche cocaina sia a Catania che in Calabria, nella piana di Gioia Tauro.
Sono impegnati nelle difese gli avvocati Salvatore Silvestro, Domenico Andrè, Massimo Marchese,Pietro Venuti, Giovanni Mannuccia, Marco Parisi, Daniele Gullotti, Carmelo Picciotto, Rita Pandolfino, Tindaro Celi, Ettore Cappuccio, Rosy Spitale, Alessandro Trovato, Irene Stefanizzi, Salvatore Stroscio, Alessandro Vecchio, Giorgio Antoci, Antonio Cimino, Daniela Chillè.
Alessandra Serio
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